Consapevolezza di sé: l'idea di una persona del suo rapporto con l'ambiente, il concetto del suo "io", atteggiamenti verso se stesso
In psicologia, l'autocoscienza è intesa come un fenomeno mentale, la consapevolezza di se stessa da parte di una persona come soggetto di attività, a seguito della quale le idee di una persona su se stessa si formano in una "immagine-io" mentale.
Il bambino non è immediatamente consapevole di se stesso come me; durante i primi anni, lui stesso si chiama abbastanza spesso per nome - come lo chiamano quelli intorno a lui; esiste dapprima per se stesso piuttosto come oggetto per gli altri che come soggetto indipendente rispetto ad essi.
L'autocoscienza non è un dato iniziale insito nell'uomo, ma un prodotto dello sviluppo. Tuttavia, il germe della coscienza dell'identità appare già nel bambino, quando inizia a distinguere tra sensazioni causate da oggetti esterni e sensazioni causate dal proprio corpo, la coscienza dell'"io" - da circa tre anni, quando il bambino inizia usare correttamente i pronomi personali. Acquisiscono la consapevolezza delle proprie qualità mentali e l'autostima valore più alto nell'adolescenza e nella giovinezza. Ma poiché tutte queste componenti sono interconnesse, l'arricchimento di una di esse modifica inevitabilmente l'intero sistema. L'apertura dell '"io" avviene all'età di 1 anno. Entro il 2° o 3° anno, una persona inizia a separare il risultato delle sue azioni dalle azioni degli altri ed è chiaramente consapevole di se stesso come agente. All'età di 7 anni si forma la capacità di valutare se stessi (autostima).
La formazione dell'autocoscienza è influenzata da: valutazioni degli altri e status in un gruppo di pari. Il rapporto tra "io-reale" e "io-ideale". Valutazione dei risultati delle loro attività.
Secondo Wolf Salomonovich Merlin, l'autocoscienza è un complesso sistema psicologico che include quattro componenti:
1) Coscienza del proprio "io";
2) Coscienza della propria identità;
3) Consapevolezza delle qualità mentali personali;
4) Il sistema di autovalutazione sociale e morale.
Tutti questi elementi sono collegati tra loro, ma non si formano contemporaneamente.
L'autocoscienza dovrebbe essere intesa come il processo di realizzazione della propria personalità, del proprio "io", come essere fisico, spirituale e sociale. L'autocoscienza è conoscenza e allo stesso tempo atteggiamento verso se stessi come una certa persona. Tutti gli aspetti della personalità (fisico, spirituale, sociale) sono nella più stretta unità, si influenzano a vicenda. Il processo di comprensione di questi aspetti della personalità è un singolo processo complesso. La consapevolezza di se stessi come essere fisico è anche un atteggiamento verso se stessi come un certo organismo vivente con certe qualità fisiche. Quando parliamo di autocoscienza come essere spirituale, allora vengono in primo piano la conoscenza e l'atteggiamento verso se stessi, come persona che conosce, sperimenta e agisce. Infine, la consapevolezza di sé come essere sociale risiede nella consapevolezza del proprio ruolo sociale, del proprio posto nella squadra.
L'emergere e lo sviluppo dell'autocoscienza di un bambino durante i primi 7 anni di vita è indissolubilmente legato allo sviluppo delle relazioni interpersonali con gli altri.
L'autocoscienza come fonte costante di vari desideri e azioni, separata dalle altre persone, si verifica entro la fine del terzo anno di vita sotto l'influenza della crescente indipendenza pratica del bambino. Il bambino inizia a padroneggiare l'esecuzione di varie azioni oggettive senza l'aiuto dei genitori, apprende le abilità più semplici del self-service. Padroneggia la postura eretta, la parola, l'attività di manipolazione degli oggetti. Ha sentimenti speciali, che in psicologia sono chiamati sentimenti di orgoglio: un senso di orgoglio e un senso di vergogna (le manifestazioni primarie della componente di valore emotivo dell'autocoscienza). Al termine di questo periodo, il bambino comincia ad affermarsi come persona per la prima volta. Comincia a capire che questa o quell'azione viene eseguita da lui. Esteriormente, questa comprensione si esprime nel fatto che il bambino inizia a parlare di se stesso non in terza, ma in prima persona: "Io stesso", "Lo farò", "Voglio", "Dammi", "Prendi Io con te". Nel trattare con gli adulti, impara a separarsi dalle altre persone.
Entrando nell'età prescolare, il bambino si rende conto solo del fatto stesso che esiste, non sapendo ancora davvero nulla di se stesso e delle sue qualità. Cercando di essere come un bambino adulto tenera età non tiene conto delle loro reali capacità.
Presto il bambino inizia a confrontarsi con gli adulti. Vuole essere come gli adulti, vuole compiere le stesse azioni, godere della stessa indipendenza e autonomia. E non più tardi (un giorno), ma ora, qui e immediatamente. Ecco perché sviluppa un desiderio per l'espressione della volontà: lotta per l'indipendenza, per opporre i suoi desideri ai desideri degli adulti. È così che si verifica una crisi precoce. Gli adulti durante questo periodo sperimentano notevoli difficoltà nei rapporti con il bambino, affrontano la sua testardaggine, il negativismo.
Il bambino in età prescolare più giovane non ha ancora un'opinione ragionevole e corretta di se stesso, che semplicemente attribuisce a se stesso tutte le qualità positive approvate dagli adulti, spesso senza nemmeno sapere cosa siano. Quando a un bambino che affermava di essere pulito è stato chiesto cosa significasse, ha risposto: "Non ho paura". Altri bambini, anch'essi orgogliosi della loro pulizia, hanno risposto a questa domanda: "Non lo so".
Per imparare a valutare correttamente se stesso, il bambino deve prima imparare a valutare le altre persone, che può guardare dall'esterno. E questo non accade subito. Durante questo periodo, valutando i coetanei, il bambino ripete semplicemente le opinioni espresse su di loro dagli adulti. La stessa cosa accade con l'autostima (“sto bene perché lo dice mia madre”).
L'identificazione di genere, l'identificazione di se stessi con rappresentanti del proprio sesso, si sviluppa da qualche parte all'età di tre anni, nel processo in cui un bambino impara a realizzarsi come futuro uomo o donna. "Sono un ragazzo" o "Sono una ragazza" diventa la conoscenza e la convinzione del bambino. Qui, la consapevolezza del proprio "io" include certamente nella norma e la consapevolezza del proprio genere. I sentimenti del proprio genere stanno normalmente già diventando stabili in un bambino in età prescolare più giovane e media.
In accordo con la percezione di se stesso come un ragazzo o una ragazza, il bambino inizia a scegliere i ruoli di gioco per se stesso. Allo stesso tempo, i bambini sono spesso raggruppati in giochi basati sul genere.
Nei primi e medi anni della scuola materna si rivela una benevola predilezione per i bambini dello stesso sesso, che determina lo sviluppo dell'autocoscienza.
A 3-4 anni, i bambini non solo distinguono il genere delle persone che li circondano, ma sanno anche abbastanza bene che, a seconda del genere, a una persona vengono imposti requisiti diversi: le ragazze di solito giocano con le bambole e si vestono come donne, e i ragazzi giocare con le auto o, ad esempio, nei vigili del fuoco.
A 4-5 anni, l'autovalutazione del bambino nei confronti delle altre persone, delle loro azioni e qualità dipende inizialmente dal suo atteggiamento nei confronti di queste persone. Ciò si manifesta, in particolare, nella valutazione delle azioni dei personaggi nelle storie e nelle fiabe. Qualsiasi atto di un eroe buono e positivo viene valutato come buono, cattivo - come cattivo. Ma gradualmente, la valutazione delle azioni e delle qualità dei personaggi viene separata dall'atteggiamento generale nei loro confronti e inizia a essere costruita sulla comprensione della situazione e sul significato che queste azioni e qualità hanno. Dopo aver ascoltato la fiaba "Teremok", il bambino risponde alle domande: "L'orso ha fatto bene o male?" - "Male". "Perché ha fatto cose cattive?" - "Perché ha rovinato la torre." - "Ti piace l'orso o no?" - "Piace. Adoro gli orsi".
Man mano che imparano, le norme e le regole di comportamento diventano gli standard che il bambino utilizza per valutare le altre persone. Ma applicare queste misurazioni a se stessi è molto più difficile. Le esperienze che catturano il bambino, lo spingono a determinate azioni, gli oscurano il vero significato delle azioni commesse, non consentono loro di essere valutate in modo imparziale. Tale valutazione diventa possibile solo sulla base del confronto delle proprie azioni, qualità con le capacità, le azioni, le qualità di altre persone.
Alla domanda su chi canta le migliori canzoni del gruppo, Marina dice: “Galya e io. Bene, Lena canta. E io e Galya torniamo un po '. Io sono un po' brava e Galya è un po' brava.
All'età prescolare più anziana (di 6-7 anni), l'atteggiamento verso se stessi cambia di nuovo in modo significativo. A questa età i bambini iniziano a realizzare non solo le loro azioni e qualità specifiche, ma anche i loro desideri, esperienze, motivazioni, che, a differenza delle caratteristiche oggettive, non sono oggetto di valutazione e confronto, ma uniscono e consolidano la personalità del bambino come un tutto (voglio, amo, aspiro, ecc.) tutto ciò si riflette nel rafforzamento della componente soggettiva dell'autocoscienza e nei cambiamenti nel rapporto di un bambino di 6-7 anni con le altre persone. Il sé del bambino non è più così crudelmente fissato sui propri meriti e sulla valutazione delle proprie qualità oggettive, ma è aperto alle altre persone, alle loro gioie e ai loro problemi. L'autocoscienza del bambino va oltre le sue caratteristiche oggettuali ed è aperta alle esperienze degli altri. L'altro figlio diventa non solo un essere opposto, non solo un mezzo di autoaffermazione e un oggetto di confronto con se stesso, ma anche una persona di valore, oggetto di comunicazione e circolazione del proprio io integrale. coetanei, entrare in empatia con loro e non percepire i successi degli altri come la loro sconfitta .
Nonostante le evidenti differenze nelle manifestazioni comportamentali, tutte le forme problematiche delle relazioni interpersonali si basano su un'unica base psicologica. In termini generali, potrebbe essere definita come una fissazione sulle proprie qualità oggettive o la predominanza di un atteggiamento valutativo e oggettivo verso se stessi e gli altri. Tale fissazione dà origine a una valutazione costante di se stessi, all'autoaffermazione.
Così, l'autocoscienza e l'atteggiamento verso gli altri sono indissolubilmente legati e si condizionano a vicenda; in tutte le fasi dello sviluppo dell'età, l'atteggiamento nei confronti degli altri riflette le caratteristiche della formazione dell'autocoscienza del bambino e della sua personalità nel suo insieme.
La consapevolezza del proprio comportamento e l'inizio dell'autocoscienza personale è una delle principali nuove formazioni età prescolare. Un bambino in età prescolare più grande inizia a capire cosa può e non può fare, conosce il suo posto limitato nel sistema di relazioni con altre persone, è consapevole non solo delle sue azioni, ma anche delle sue esperienze interiori: desideri, preferenze, stati d'animo, ecc. .

Protesta - ribellione, quando tutto nel comportamento del bambino inizia ad avere un carattere di protesta;

Un sintomo del deprezzamento di un adulto, il suo discredito;

Il desiderio di dispotismo è il desiderio di esercitare il potere dispotico nei confronti degli altri;

Gelosia verso i più piccoli e i più grandi, se in famiglia ci sono ancora figli;

Reazioni di natura nevrotica o psicopatica (paure, sonno agitato, enuresi notturna, gravi difficoltà di parola, ecc.).

Caratteristiche dello sviluppo dell'autocoscienza in tenera età:

Il bambino comincia a separare le azioni dall'oggetto e se stesso dalle sue azioni;

La vera indipendenza si sviluppa gradualmente, come evidenziato dalla manifestazione della definizione degli obiettivi e della determinazione;

C'è orgoglio per i propri risultati: una neoplasia personale della prima infanzia.

§ 3. Sviluppo dell'autocoscienza in età prescolare

In un bambino in età prescolare, il contenuto dell'immagine di sé include un riflesso delle sue proprietà, qualità e capacità. I dati sulle loro capacità si accumulano gradualmente a causa dell'esperienza di varie attività, della comunicazione con adulti e coetanei.

Le idee del bambino su se stesso sono integrate da un atteggiamento appropriato verso se stesso. La formazione dell'immagine di sé avviene sulla base dello stabilire collegamenti tra l'esperienza individuale del bambino e le informazioni che riceve nel processo di comunicazione. Stabilendo contatti con le persone, confrontandosi con loro, confrontando i risultati delle sue attività con i risultati di altri bambini, il bambino riceve nuove conoscenze non solo su un'altra persona, ma anche su se stesso.

Il bambino in età prescolare sviluppa la componente più complessa dell'autocoscienza: l'autostima. Sorge sulla base della conoscenza e dei pensieri su se stessi.

La valutazione di se stesso da parte di un bambino in età prescolare dipende in gran parte da come lo valuta un adulto. Le sottovalutazioni hanno l'impatto più negativo. E quelli sopravvalutati distorcono le idee dei bambini sulle loro capacità nella direzione di esagerare i risultati.

Ma allo stesso tempo svolgono un ruolo positivo nell'organizzazione delle attività, mobilitando la forza del bambino.

Materiale dal sito pedlib.ru

Corsi Caratteristiche della formazione dell'autocoscienza di un bambino in età prescolare

Lavoro del corso

Caratteristiche della formazione dell'autocoscienza di un bambino in età prescolare

1. Lo sviluppo dell'autocoscienza di un bambino in età prescolare

sue varie fasi.

1.1 Lo sviluppo dell'autocoscienza nell'ontogenesi. con. 5 - 7

1.2 Sviluppo della consapevolezza di sé in tenera età. con. 7 - 12

1.3 Formazione dell'autocoscienza in età prescolare. con. 12 - 16

2. L'influenza dell'educazione familiare sullo sviluppo

autocoscienza del bambino.

2.1 Tipi di educazione familiare e loro influenza sulla formazione

autostima del bambino. con. 17 - 22

3. Studio del rapporto del bambino con se stesso.

3.1 Descrizione della metodologia. con. 26 - 32

3.2 Il risultato dello studio. con. 32 - 33

Risultati. con. 34 - 35

Bibliografia. con. 35 - 36

Applicazioni. con. 37 - 43

Introduzione.

Una società senza un'istruzione di qualità non ha futuro. La riproduzione del potenziale intellettuale delle persone, l'innalzamento della scienza e della tecnologia a livello mondiale lo è condizione necessaria sviluppo dell'Ucraina come stato civile. È impossibile ottenere questo risultato senza migliorare il sistema educativo, che è la base della rinascita nazionale.

La prima infanzia è un periodo in cui vengono poste le basi di tutte le funzioni mentali e i tratti della personalità, si formano i processi cognitivi, si sviluppano intensamente diversi tipi attività, vengono creati i prerequisiti per uno sviluppo versatile e armonioso. Un ruolo importante in questo processo appartiene a genitori, educatori, psicologi pratici.

Tutto appare nella letteratura moderna. più articoli sul problema dello sviluppo sociale dei bambini, la formazione dell'autocoscienza di un bambino in età prescolare, l'educazione delle qualità volitive, l'indipendenza, ecc.

Lo studio di questo problema è condotto dai ricercatori del Laboratorio di Psicologia del G.S. Kostyuk Preschool Institute of Psychology dell'APS dell'Ucraina: S. E. Kulachkivska, T. A. Pirozhenko, L. G. Podolyak, S. A. Ladyvir, Dottore in Psicologia, Professore, Vice Direttore dell'Istituto per i problemi dell'educazione dell'Accademia di educazione pedagogica dell'Ucraina Kononko A. e dei suoi colleghi e molti altri scienziati ed educatori - professionisti.

L'oggetto del lavoro del corso: l'autocoscienza dei bambini in età prescolare.

Oggetto di studio: dinamiche di sviluppo e caratteristiche della formazione dell'autocoscienza dei bambini in età prescolare.

Lo scopo dello studio: studiare le caratteristiche della formazione dell'autocoscienza dei bambini in età prescolare.

Conoscere i lavori di scienziati nazionali e stranieri sul problema della formazione dell'autocoscienza di un bambino in età prescolare.

Studiare i principali approcci all'organizzazione del processo educativo, che contribuirebbe allo sviluppo completo e armonioso del bambino.

Scopri i fattori positivi e negativi dell'educazione familiare che influenzano lo sviluppo dell'autocoscienza del bambino.

1. Lo sviluppo dell'autocoscienza di un bambino in età prescolare nelle sue diverse fasi.

1.1 Lo sviluppo dell'autocoscienza nell'ontogenesi.

Allo stato attuale dello sviluppo educazione prescolare si affermano i valori della pedagogia umanistica. La metodologia e la teoria dell'educazione prescolare stanno cambiando in modo significativo: l'approccio funzionale tradizionale su cui si basava il Soviet scienza pedagogica, lascia il posto a tecnologie di istruzione e educazione orientate alla personalità. questo, a sua volta, predetermina la trasformazione di un'istituzione educativa prescolare in un'istituzione educativa orientata alla personalità, necessita dell'organizzazione di un processo educativo finalizzato allo sviluppo della personalità del bambino, capace di realizzare le sue capacità, facendo una scelta consapevole e responsabile in situazioni di vita capace di adattarsi con successo alla vita nella società moderna.

La componente prioritaria del processo pedagogico in un istituto di istruzione prescolare è l'interazione orientata alla personalità dell'insegnante con il bambino, in cui ogni bambino ha diritto al proprio “io”, al pieno vivere di ogni fase di sviluppo dell'età.

Gli adulti creano un mondo speciale attorno al bambino, pieno d'amore, calore e rispetto. È in tali circostanze della vita che sboccia gradualmente la personalità di un bambino, per il quale un rapporto di fiducia, caloroso mano forte importante quanto l'acqua, il cibo, l'aria per il corpo. I genitori diventano prima persone del genere, poi educatori, adulti, dotati di un senso di responsabilità per il destino di ogni bambino, che comprendono il suo mondo interiore, sono in grado di condividere i suoi dolori e gioie, successi e ansie con il bambino, lo aiuteranno sempre , spiega tutto.

Affinché una personalità sia unica, è necessario insegnare al bambino a comprendere il proprio Sé, le altre persone, il mondo che lo circonda. Il problema della conoscenza di sé ha sempre infastidito una persona e oggi è il più importante e rilevante.

Il processo di autoconoscenza da parte di un bambino è piuttosto complesso e lungo. Conoscendo il mondo intorno, il bambino muove i primi passi verso la conoscenza di se stesso, e quindi nello sviluppo dell'autocoscienza.

L'autocoscienza è un processo mentale complesso, la cui essenza è la percezione da parte di una persona di numerose immagini di se stesso in varie situazioni di attività e comportamento, in tutte le forme di interazione con altre persone e nel combinare queste immagini in un'unica formazione olistica - una rappresentazione, e quindi nel concetto del proprio "io" come soggetto, diverso dagli altri soggetti.

L'autoconsapevolezza è il processo attraverso il quale una persona conosce se stessa e si relaziona con se stessa. La coscienza è caratterizzata dal suo prodotto ("io") ed è una forma di esperienza umana della propria personalità come valore e allo stesso tempo è un oggetto di autocoscienza.

"I" ha diversi aspetti: "I" fisico, "I" spirituale, "I" sociale. "I" - un'immagine è un sistema soggettivo di idee e concetti di una persona su se stesso, il suo aspetto, abilità e capacità, tratti caratteriali, qualità personali, abilità, abitudini e abilità, valori della visione del mondo, il suo posto nella società, la natura di rapporti con gli altri, ecc. .d. .

La formazione dell'autocoscienza è associata alle fasi di età dello sviluppo mentale umano. Convenzionalmente, nello sviluppo dell'autocoscienza di un bambino in età prescolare si possono distinguere le seguenti fasi: dalla nascita a un anno, da uno a tre anni, da tre anni a 7 anni.

Lo sviluppo dell'autocoscienza inizia nelle prime fasi dell'ontogenesi, con il bambino che si separa dal mondo degli oggetti e delle persone. I primi giochi del bambino - prima con parti del suo corpo (maniglie, gambe), e poi con oggetti del mondo esterno - confermano la presenza di una primaria differenziazione del suo ruolo attivo e passivo nell'attività motoria. È grazie alla manipolazione degli oggetti e nei rapporti con gli adulti che il bambino inizia gradualmente a realizzare il suo "io" fisico.

Una condizione essenziale per lo sviluppo dell'autocoscienza è l'emergere nel bambino della capacità di muoversi nello spazio. questo fatto dà inizio a nuove forme di relazione con gli adulti, che aprono nuove vie e fonti di conoscenza delle proprie capacità. Espande i confini della conoscenza di sé come soggetto indipendente.

Di particolare importanza nello sviluppo dell'autocoscienza è l'emergere e lo sviluppo della parola, a un livello qualitativamente nuovo, include il bambino nella sfera delle relazioni con adulti e altri bambini.

L'ulteriore sviluppo dell'autocoscienza dei bambini è associato all'assegnazione dei motivi delle azioni compiute, alla loro regolazione nel tempo. Le motivazioni sono espresse principalmente nei desideri del bambino. La consapevolezza del desiderio, riferendolo a se stessi, la consapevolezza dell'azione come mezzo per realizzare questo desiderio è associata alla formulazione da parte del bambino dell'obiettivo della sua azione, alla capacità di mantenere questo obiettivo e realizzarlo praticamente.

Il terzo anno di vita è un periodo di intenso sviluppo mentale. Il bambino entra in un periodo in cui il bisogno di affermare e conquistare la propria indipendenza porta a tutta una serie di conflitti.

Il più delle volte, il bambino non mira a niente di male: vuole solo sperimentare la propria indipendenza e i suoi limiti. Questo è il periodo in cui nel mondo mentale dell'individuo vengono poste norme e complessi morali, che in futuro possono trasformarsi in tratti di personalità stabili. In questa fase, la natura del rapporto tra il bambino ei genitori è di importanza decisiva. Poiché il bambino non ha ancora un'adeguata conoscenza di sé e un atteggiamento verso se stesso, accetta spontaneamente l'atteggiamento dei suoi genitori.

Lo sviluppo dell'autocoscienza dopo tre anni va nella direzione di una crescente autoaffermazione della personalità del bambino, c'è un ulteriore accumulo di esperienza cognitiva, affettiva e volitiva, che si riflette nella differenziazione delle autovalutazioni e nella crescita di la loro adeguatezza.

Quindi, il problema della conoscenza da parte del bambino del proprio "io" è stato e rimane uno dei più importanti e rilevanti, soprattutto durante il periodo di rinnovamento dell'educazione prescolare basata sul pedocentrismo.

1.2 Sviluppo della consapevolezza di sé in tenera età.

Una persona si chiama bambino che sa autodeterminarsi responsabilmente, ovviamente entro i limiti dell'età. La responsabilità testimonia la capacità del bambino di navigare nei suoi diritti (libertà di fare ciò che vuole) e doveri (regole che limitano la sua libertà, definiscono i confini di comportamenti socialmente accettabili e accettabili, lo introducono a ciò che è "possibile", "impossibile" , "necessario") . Quando l'insegnante è sicuro che il bambino specifico sappia fondamentalmente ciò che vuole e allo stesso tempo si orienta nelle regole del comportamento opportuno, può presumere che lo sviluppo della personalità stia procedendo normalmente. L'ansia può essere causata, da un lato, dalla mancanza dei propri desideri nel bambino, dalla completa dipendenza del suo comportamento e delle sue attività Dinky dalla volontà e dalla scelta degli adulti, dall'altro, ignorando qualsiasi regola e norma, sforzandosi di raggiungere suo ad ogni costo.

autodeterminazione significa, di propria iniziativa e secondo le proprie capacità e interessi, scegliere il tipo di attività, la natura del comportamento, l'oggetto della simpatia, l'occupazione, prendere decisioni indipendenti. Vale la pena vedere come Bambino piccolo si comporta in una situazione di incertezza, mancanza di informazioni, mancanza di conoscenza ed esperienza. Se si mobilita, cerca di superare le difficoltà, mostra perseveranza e ingegnosità, si rivolge a un adulto per chiedere aiuto solo se necessario, ci sono motivi di soddisfazione: il bambino fa passi fiduciosi verso la sua crescita personale. Se è perso, insicuro di sé, cattivo, pianifica, si irrita, insiste affinché un adulto invece di lui affronti una situazione difficile o lo aiuti a fare una scelta, c'è motivo di credere che il suo crescita personale sta già andando in un modo indesiderabile, richiederà la seria attenzione di genitori e insegnanti.

Succede che un bambino di due o tre anni si comporti in modo diverso nelle diverse situazioni della vita. In questo caso, è importante scoprire perché, in alcuni casi, regola consapevolmente il suo comportamento, si concentra su regole morali, cerca di guadagnarsi l'approvazione di un adulto, e in altri - "si spezza come una catena": non lo fa rispondere ai divieti, NON risponde alla misericordia e alla persuasione. , conduce in modo bellicoso, aggressivo, spudoratamente.

Gli adulti in questi casi sono spesso persi, nervosi, ricorrono a punizione fisica. E questo, come sai, rafforza solo effetto negativo, "accende il fuoco".

Per scegliere la giusta strategia di comportamento in situazioni difficili, gli adulti devono comprendere le ragioni principali delle manifestazioni negative del comportamento di un bambino in tenera età. I principali sono:

| una crisi dell'età, la cui essenza risiede nella consapevolezza da parte del bambino delle proprie accresciute capacità, l'emergere del desiderio di equipararsi agli adulti, di liberarsi dall'estrema tutela, una dimostrazione di adulti vicini (nessun altro!) Della loro indipendenza da essi, l'emergere del negativismo e della testardaggine come meccanismi di protezione dell'io, modi di approvazione e affermazione di sé

* negligenza da parte degli adulti del fatto che il bambino sia cresciuto, privato, abbia imparato molto ed è già in grado di fare qualcosa da solo; trattandolo come un bambino: iperprotezione, controllo, insegnamenti, rimproveri, restrizioni; la rigida regolamentazione della vita, del comportamento, delle attività, delle decisioni prese da lui provoca la sua protesta.

Il periodo di crisi di un bambino raro passa notevolmente, quindi dovresti essere paziente (ci sono ancora molti periodi di crisi in arrivo!), riconsiderare il tuo atteggiamento nei confronti di ma-lyat, rifiutarti di percepirlo come una stupida creatura, apportare modifiche al tuo rapporto con lui. Se vuoi che il bambino sia indipendente, dovresti dargli l'opportunità di esercitare autonomia e indipendenza, permettergli di commettere i propri errori e cercare modi per correggerli. All'inizio con l'aiuto e il supporto di k-tall e, nel tempo, senza di loro.

Ho delle domande: “È davvero importante prendersi cura dello sviluppo personale di un bambino nella prima infanzia? Che è successo " crescita personale"? Non è sufficiente che il bambino sia solo sano, abile, intelligente?

Proviamo a ragionare insieme.

Crescita personale - processo attivo formazione, in cui il bambino si assume ogni possibile responsabilità per le sue azioni, attività, comportamenti. Si sforza di raggiungere obiettivi accessibili, cerca di risolvere da sola i compiti elementari della vita, ha alcuni ideali "infantili" per i quali si batte. Il bambino fa i piani di vita più semplici, cerca di realizzarli.

Un bambino non nasce una personalità, lo diventa. E non solo grazie all'educazione e all'educazione degli adulti, ma anche grazie al proprio lavoro su se stessi.

Se i genitori o gli educatori assecondano i tentativi del bambino, trasferisci loro la responsabilità di prendere decisioni, nel tempo potrebbe sviluppare l'abitudine di vivere la sua vita, agendo secondo la sua natura e il suo scopo. E di conseguenza - l'emergere di nevrosi, insoddisfazione di se stessi, conflitti esterni ed interni, deterioramento dei gemiti con gli altri, rifiuto di una posizione di vita attiva, sostituzione della vita reale con una apparente, artificiale. E questo è estremamente pericoloso.

Ecco perché oggi, mentre il bambino è piccolo, vale la pena prendersi cura del suo sviluppo della personalità a tutti gli effetti, corrispondente a ogni fase dell'età. Per concretizzare e approfondire la conoscenza degli insegnanti sui bambini piccoli, guidiamo uno schema di riferimento cambiamenti legati all'età che si verificano nello sviluppo personale dei bambini durante i primi tre anni di vita. Aiuterà a chiarire non solo i principali parametri importanti per la crescita personale del bambino, ma anche gli indicatori di ciascuno.

Manifestazioni della personalità a seconda dell'età del bambino

Primo anno di vita

per 30-50 minuti può occuparsi da solo. Di propria volontà si rifiuta di rimanere sulle mani. Diventa sempre più insistente e curioso, esamina, esplora lo spazio che lo circonda. Si sforza di raggiungere un obiettivo; piange quando le cose non funzionano.

Di propria iniziativa segue i movimenti e le azioni degli adulti nativi. Inizia a mangiare in modo indipendente, indossa parti separate di vestiti. Esegue azioni elementari con oggetti insieme a un adulto.

Osserva le reazioni dei tuoi genitori al tuo comportamento. Vidgo si pente del proprio nome. Si rallegra della sua immagine nello specchio.

Distingue tra i concetti "possibile" "-" impossibile "," buono "-" cattivo" Comunica volentieri con persone piacevoli, evita la comunicazione con persone spiacevoli.

secondo anno di vita

Si riconosce allo specchio. Si rallegra per il raggiungimento di risultati positivi. Riproduce le azioni degli adulti nei giochi.

Esegue requisiti diversi(il server porta, mostra, rimpianti, ro-beat con la mano "arrivederci", ecc.). Guarda da vicino gli estranei, mostra interesse per i coetanei, li osserva per tre anni. Inizia a usare il linguaggio nella comunicazione.

Adempimento di semplici regole igieniche (cercare di non sporcarsi, usare una sciarpa) e morali (guida amichevole, condivisione con gli altri, ecc.). Risponde con gioia agli appelli carezzevoli. Sa cosa aspettarsi da mamma e papà in questo o quel caso.

Su sua richiesta, sceglie un oggetto da seguire. Conosce il suo genere Tutte le preferenze e gli affetti diventano espressivi. Quando parla di se stesso, si fa chiamare per nome.

terzo anno di vita

L'obbedienza diventa cosciente. Fiducioso nelle tue capacità. Cerca di contenere manifestazioni aggressive.

Indicativo - basato su regole morali e norme socialmente approvate - noi. Fornisce attività di ricerca. Fa una domanda.

Sa che le persone differiscono tra loro per altezza, peso, statura per età. Ha un'idea del comportamento di Che-chin e delle donne. Parlando di se stesso, usa il soprannome del mutuatario "I".

Distingue "io", "tu", "noi", "mio", "tuo", "nostro". Difende l'indipendenza ("Io stesso!"). Dimostra le sue abilità agli altri. Sperimentare il successo - fallimento. NON parlato con un cattivo pensiero di te stesso.

Raggiunge la conoscenza dei tuoi risultati. Può essere persuasa a rinunciare a qualcosa. Si concentra su

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Caratteristiche di autocoscienza e autostima dei bambini in età prescolare

L'autocoscienza - la comprensione di cosa sia un bambino, quali qualità possiede, come lo trattano gli altri e cosa causa questo atteggiamento - è considerata la neoplasia centrale dell'intero periodo dell'infanzia prescolare. L'autocoscienza si manifesta più chiaramente nell'autostima, cioè nel modo in cui un bambino valuta i suoi successi e fallimenti, le sue qualità e capacità. L'autostima appare nella seconda metà del periodo sulla base dell'autostima puramente emotiva iniziale ("Sono bravo") e una valutazione razionale del comportamento di qualcun altro.

Un'altra linea di sviluppo dell'autocoscienza è la consapevolezza delle proprie esperienze.

Questo periodo è caratterizzato dall'identificazione di genere:

Il bambino è consapevole di se stesso come ragazzo o ragazza;

C'è una consapevolezza degli stereotipi di comportamento secondo il tipo maschile o femminile.

La consapevolezza di sé inizia nel tempo.

La crisi di 7 anni è il periodo della nascita dell '"io" sociale del bambino

Il bambino arriva a rendersi conto del suo posto nel mondo delle relazioni sociali.

Scopre il significato di una nuova posizione sociale: la posizione di uno scolaretto.

Un cambiamento nell'autocoscienza porta a una rivalutazione dei valori.

C'è una generalizzazione delle esperienze.

La struttura del comportamento cambia: appare una base di orientamento semantico dell'atto.

1. Sviluppandosi, il bambino apprende nuovi tratti psicologici e forme di comportamento, grazie ai quali diventa membro della società umana. Il bambino acquisisce quel mondo interiore relativamente stabile, che dà motivo per la prima volta di chiamare il bambino una personalità, sebbene, ovviamente, una personalità non ancora completamente formata, capace di ulteriore sviluppo e miglioramento.

2. Nel processo del suo sviluppo mentale, il bambino padroneggia le forme di comportamento caratteristiche di una persona tra le altre persone. Questo movimento di ontogenesi è connesso allo sviluppo di una posizione interna.

3. La neoformazione centrale della personalità di questo periodo è la subordinazione dei motivi e lo sviluppo dell'autocoscienza.

4. In età prescolare inizia a prendere forma un sistema motivazionale individuale. Nel periodo dell'infanzia prescolare, inizia a formarsi la motivazione personale, si sviluppano motivazioni associate alle norme morali.

5. Nell'infanzia prescolare, la personalità del bambino assegna collegamenti nella struttura dell'autocoscienza: la formazione di un'immagine corporea, l'identificazione con un nome, lo sviluppo dell'autostima, l'identificazione di genere, la consapevolezza delle proprie esperienze, la consapevolezza di se stessi in volta.

6. La crisi dei sette anni è il periodo della nascita dell'io sociale del bambino.

Nello sviluppo mentale di una persona, lo sviluppo e la formazione delle abilità giocano ruolo essenziale. Il valore della personalità di una persona si misura in misura maggiore da cosa, come e per cosa può fare.

È noto che la valutazione e l'autostima dei bambini si formano solo quando il bambino comunica con altre persone. Già le prime manifestazioni attive coscienti del bambino ricevono valutazioni dagli adulti circostanti sotto forma di censura o incoraggiamento.

In futuro, quando esegue qualsiasi azione, il bambino di tanto in tanto sente: "questo è buono", "questo è cattivo", "questo non può essere fatto". vita mentale il bambino si sviluppa sotto l'influenza delle valutazioni degli altri; ogni nuova esperienza, nuova conoscenza, abilità acquisita da un bambino viene valutata da altri. E presto il bambino stesso inizia a cercare una valutazione delle sue azioni, il rafforzamento della correttezza o inesattezza della realtà che conosce.

Bambini cresciuti asilo, hanno un livello abbastanza alto di apprezzamento e autostima. Questo è comprensibile: le loro attività, le loro abilità, le loro azioni sono dirette e organizzate da un insegnante che valuta obiettivamente le attività dei bambini, confronta le loro azioni e abilità, mostrando esempi degli esempi migliori e peggiori, educando così i bambini a confrontarsi con gli altri , valutare.

Naturalmente, la valutazione da parte dell'insegnante delle qualità e delle abilità dei bambini gioca un ruolo importante nella formazione delle valutazioni e dell'autostima dei bambini. Tuttavia, è impossibile non tenere conto di altri fattori: la valutazione del bambino da parte dei suoi parenti e dei suoi coetanei.

Le particolarità della valutazione o dell'autovalutazione dei bambini risiedono nel fatto che nella valutazione dei loro compagni e di se stessi, i bambini in età prescolare non distinguono alcun tratto caratteristico individuale. La loro valutazione è di carattere generale, indifferenziato: “cattivo”, “buono”, “intelligente”, “stupido”.

Molti bambini in età prescolare media, e talvolta più anziana, usano questi concetti in modo inadeguato, poiché non sono ancora stati formati. I bambini usano i concetti "buono", "intelligente", "obbediente" come identici, così come i concetti "cattivo", "stupido" investono il contenuto del concetto "cattivo".

Tuttavia, la maggior parte dei bambini di cinque-sette anni utilizza correttamente questi confronti e, laddove possono fare affidamento su materiale visivo concreto nella loro valutazione, i bambini utilizzano questi concetti in modo adeguato.

Quando si studia il ragionamento valutativo dei bambini, è necessario tenere conto di queste caratteristiche dell'uso di concetti valutativi da parte dei bambini, poiché la formazione di concetti morali svolge un ruolo essenziale nell'educazione della personalità di un bambino.

Una caratteristica delle valutazioni e delle autovalutazioni dei bambini è la loro natura emotiva. È facile per i bambini valutarsi positivamente ed è difficile valutarsi negativamente. Ricorrono a trucchi innocenti per non mostrare i loro difetti, qualità negative.

La maggior parte dei bambini si valuta positivamente in modo indiretto. Domande poste direttamente: “Come sei? Buono, intelligente, cattivo? Perchè la pensi così?" - i bambini di solito rispondono così: "Non lo so ... obbedisco anche io". “Non sempre mi concedo…”. "E so contare fino a 10." “Forse bene, non so…”

Naturalmente, la valutazione delle capacità di un bambino dipende anche dallo stadio di formazione in cui si trova. Se l'abilità è più o meno formata, la sua valutazione sarà più corretta, più adeguata. Questo vale per la capacità di correre, saltare, svolgere compiti in servizio, disegnare, ecc.

Rimanendo un bambino piccolo, non perde la sua emotività nella valutazione, che, come già accennato, si manifesta in un'esagerata valutazione positiva di se stesso. Quindi non fare per essere l'ultimo.

Allo stesso tempo, il bambino in età prescolare più anziano conosce abbastanza obiettivamente le sue capacità, abilità, ha una certa autocritica. Takova caratteristiche generali normale sviluppo dell'autostima. Ma sfortunatamente non si applica a tutti i bambini.

È ampiamente noto che ci sono varie variazioni individuali nello sviluppo dell'autostima. Ci sono bambini con alta e bassa autostima. E in questi casi si comporteranno in modo leggermente diverso.

Un bambino con una bassa autostima non porterà mai il suo disegno ai primi posti. Molto probabilmente lo avvicinerà a quest'ultimo. Oppure non vogliono affatto competere.

Mentre un bambino con un'alta autostima, al contrario, dimostrerà a tutti che il suo disegno è il migliore. E se non sono d'accordo con lui, per molto tempo può essere offeso, capriccioso e mostrare la sua insoddisfazione per tale ingiustizia nei suoi confronti in tutti i modi.

Pertanto, per la formazione dell'autostima, è importante l'attività in cui è incluso il bambino e la valutazione dei suoi risultati da parte di adulti e coetanei, perché. i criteri di autovalutazione dipendono direttamente dall'adulto e dal sistema accettato di lavoro educativo.

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1) varie attività;

2) comunicazione con adulti e coetanei;

3) confrontare i risultati delle loro attività con altri;

4) propria esperienza pratica.

Appare l'autostima, che dipende dalla valutazione di un adulto (più accurato è l'impatto della valutazione, più accurata è l'idea del bambino dei risultati delle sue attività). È più difficile per un bambino valutare se stesso rispetto a un pari.

Un ruolo sempre più significativo è svolto dalla comunicazione con un pari (un adulto è uno standard inaccessibile), in cui si forma la capacità di valutare un'altra persona. I bambini di 4-5 anni sono i più suscettibili alla valutazione di un adulto; la valutazione critica compare all'età di 5-7 anni; a 6-7 anni - una corretta comprensione delle qualità morali.

Nell'età prescolare media, si verifica una svolta nell'atteggiamento del bambino non solo verso i suoi coetanei, ma anche verso se stesso (nell'io del bambino spiccano qualità, abilità, abilità, ma solo rispetto agli altri - coetanei).

L'autostima è molto emotiva, il bambino si valuta facilmente positivamente. L'autostima è gonfiata.

Il motivo dell'inadeguata autostima è che è molto difficile per un bambino separare le proprie capacità dalla propria personalità nel suo insieme (ammettere di aver fatto qualcosa di peggio dei suoi coetanei significa ammettere che è peggio in generale). Vantarsi è caratteristico come un modo per mostrare la propria superiorità.

All'età di 6-7 anni, l'atteggiamento verso se stessi cambia di nuovo in modo significativo. Il bambino inizia a realizzare non solo le sue azioni e qualità specifiche, ma anche i suoi desideri, esperienze, motivazioni (voglio, amo, aspiro).

· L'io del bambino si apre agli altri, alle loro gioie e ai loro problemi. L'altro bambino diventa non solo un mezzo di autoaffermazione, un oggetto di confronto con se stessi, ma anche una persona preziosa in sé (aiuta volentieri, si immedesima).

Il bambino valuta più spesso quelle qualità, caratteristiche del comportamento che sono più spesso valutate da un adulto. Non importa come lo fa - con una parola, un gesto, un'espressione facciale, un sorriso. Innanzitutto, i bambini sono consapevoli di quelle qualità e comportamenti dei loro coetanei che sono più spesso valutati dagli altri e dai quali, quindi, dipende in misura maggiore la loro posizione nel gruppo.

I criteri per l'autovalutazione dipendono dall'adulto. Se un adulto è indifferente, non presta attenzione al bambino, allora la sua immagine di sé diventa prevalentemente negativa, con bassa autostima. Di conseguenza, si intensifica reazione difensiva(pianto, urla, rabbia, ritardo nelle abilità mentali e sociali, difetti nella formazione dei sentimenti).

Un adulto deve:

Aiutare il bambino a comprendere le sue caratteristiche non solo nelle attività, ma anche nel comportamento, nell'atteggiamento verso gli altri;

Aiuta a formare un'autostima adeguata e alta.

Gli "adulti severi" prestano molta attenzione alla cattiva condotta dei bambini, alla loro incapacità, ignoranza, a ciò che il bambino non può ottenere. Non notano gli aspetti positivi del comportamento e dell'attività, lo danno per scontato. In questo caso, i bambini ricevono sistematicamente, sebbene meritati, ma solo voti negativi. Ciò porta al fatto che i bambini estremamente sensibili alla valutazione di un adulto hanno una bassa autostima. La loro attività, la curiosità è internamente limitata dalla paura di una mancanza. Una valutazione negativa inibisce l'iniziativa e l'indipendenza, mantiene il bambino in costante tensione.

Gli "adulti entusiasti" incoraggiano principalmente il successo, lati positivi evidenziare anche i più piccoli risultati. I bambini diventano insensibili alle valutazioni negative, e quindi acritici verso se stessi, insoddisfatti della loro posizione in un gruppo di pari o tra estranei. Il desiderio di cambiare la loro situazione porta all'inganno, con il quale i bambini cercano di guadagnare un atteggiamento positivo. La severa reazione di un adulto aggrava ulteriormente la situazione.

Gli "adulti indifferenti" danno valutazioni casuali non sistematiche che privano i bambini di linee guida ferme nelle attività e nel comportamento. Sono indisciplinati. Gli adulti prestano poca attenzione ai successi e ai fallimenti, raramente esprimono il loro atteggiamento nei loro confronti.

Gli "adulti onesti" notano ugualmente successi e fallimenti e li valutano di conseguenza. I bambini differenziano facilmente ciò che è approvato e ciò che è condannato. Sono sicuri di sé, il che crea condizioni favorevoli per lo sviluppo di un'adeguata autostima.

Lo sviluppo dell'autostima dei bambini a seconda delle caratteristiche dell'educazione

(secondo MI Lisina)

Bambini con adeguata autostima	Bambini con alta autostima	Bambini con bassa autostima
I genitori dedicano molto tempo al bambino	I genitori dedicano molto tempo al loro bambino	I genitori trascorrono pochissimo tempo con i propri figli
Valutato positivamente, ma non superiore alla maggior parte dei coetanei	Valutato molto bene, più sviluppato della maggior parte dei coetanei	Voto inferiore rispetto alla maggior parte dei coetanei
Spesso ricompensato (non con regali)	Molto spesso incoraggiato (compresi i regali)	Non incoraggiare
Punizione sotto forma di rifiuto di comunicare	Raramente punito	Spesso punito, rimproverato
Valutare adeguatamente i dati fisici e mentali	I dati mentali sono molto apprezzati; lode davanti agli altri	Basso tasso di
Prevedi buoni progressi a scuola	Aspettati un grande successo a scuola	Non aspettarti il ​​successo a scuola e nella vita

Vengono gettate le basi delle idee sulla mascolinità e sulla femminilità.

i bambini in età prescolare più grandi iniziano a comprendere i motivi delle proprie azioni e di quelle degli altri.

interessarsi ad alcuni processi mentali.

c'è una consapevolezza di sé nel tempo (con l'accumulo e la consapevolezza della propria esperienza); il bambino chiede di dire quanto era piccolo. Secondo D.B. Elkonin, sorge la forma iniziale di autocoscienza da parte del bambino ("coscienza personale"), che provoca nuovo livello consapevolezza del proprio posto nel sistema di relazioni con un adulto: il bambino capisce di essere ancora piccolo.

In età prescolare, è spesso possibile osservare le forme problematiche emergenti delle relazioni interpersonali nei bambini, la cui causa è: aumento del conflitto; timidezza; diffidenza; aggressività. Le ragioni di cui sopra si basano sulla fissazione delle proprie qualità oggettive, la predominanza di un atteggiamento valutativo verso se stessi e gli altri. Nella relazione del bambino con i coetanei si possono distinguere le seguenti posizioni:

posizione egoistica: il bambino è indifferente agli altri bambini, solo gli oggetti (giocattoli) sono interessanti; il bambino ammette la maleducazione, l'aggressività è caratteristica;

posizione competitiva - per essere amati e apprezzati, devi essere obbediente, buono, non offendere gli altri; un pari funge da mezzo di autoaffermazione ed è valutato in base ai propri meriti;

posizione umana - atteggiamento nei confronti di un pari come persona di valore; Il bambino trae gioia e piacere dall'aiutare.

Lo sviluppo dell'autocoscienza del bambino

Età	Caratteristiche dell'autocoscienza	Esempio
3 anni	Si separa da un adulto. Di se stesso, le sue qualità ancora non lo sanno	"Costruirò una casa fino alle stelle"
4 anni	Ascolta le opinioni degli altri. Valuta se stesso in base alle valutazioni degli anziani. Si sforza di agire secondo il proprio genere	"Sto bene - questo è quello che ha detto mia madre"
4-5 anni	Ascolta le opinioni degli altri. Valuta gli altri in base alle valutazioni degli anziani e al loro atteggiamento nei confronti delle valutazioni	"I buoni fanno sempre la cosa giusta, i cattivi fanno sempre il male"
5-6 anni	La valutazione diventa una misura delle norme di comportamento. Valuta sulla base di norme di comportamento accettate. Apprezza gli altri meglio di se stesso	“Sasha e io siamo amici. Lui è bravo. Ma ora Sasha ha sbagliato"
7 anni	Cerca di valutare se stesso in modo più corretto e obiettivo	"Io stesso non sono un buon amico, chiacchiero in classe, non riesco proprio a trattenermi"

L'età prescolare è un periodo speciale, unico nel suo significato nella vita di una persona. Questo è il momento della conoscenza attiva del mondo circostante, del significato delle relazioni umane, dell'autocoscienza nel sistema del mondo oggettivo e sociale, dello sviluppo delle capacità cognitive.

A.N.Leontiev considerava l'età prescolare come il momento dell'effettiva formazione della futura personalità. Questo periodo è considerato il più sensibile alla sfera delle relazioni umane. L'orientamento sociale dell'intera personalità del bambino diventa decisivo nel suo sviluppo mentale.

Consideriamo il processo di maturazione sociale dei bambini in età prescolare (come definito da D.I. Feldstein) come un fenomeno complesso, che nel suo contenuto è un'unità e allo stesso tempo una contraddizione costantemente riprodotta di due lati: socializzazione e individualizzazione. Se la socializzazione implica l'appropriazione del sociale da parte del bambino, l'ingresso nel mondo sociale come sua parte immediata, allora l'individualizzazione implica l'isolamento del proprio "io" dal sociale e la manifestazione del proprio "sé", un'attività realizzata in modo ottimale e socialmente significativa.

Lo stesso processo di socializzazione-individualizzazione si realizza in modi diversi a diversi livelli di età, dove c'è una predominanza successivamente alternata della socializzazione o dell'individualizzazione. Inoltre, il contenuto di questi processi passa ogni volta a una nuova fase qualitativa, che ha un carico essenziale diverso.

Lo sviluppo sociale dei bambini in età prescolare è caratterizzato dall'emergere di un tipo speciale di idee che riflettono il grado di isolamento e consapevolezza delle norme e regole morali che guidano le persone che vivono nella società. Nel processo di sviluppo personale, il bambino sviluppa neoplasie mentali come la capacità di forme sociali di imitazione, identificazione, confronto, preferenza, ecc. Inizia lo sviluppo dell'autocoscienza nelle sue forme originali.

Va notato che nell'arsenale degli operatori pedagogici dell'istituto di istruzione prescolare esiste una scelta sufficiente di programmi e materiale metodologico per il lavoro pratico con i bambini nel padroneggiare il mondo sociale, formando interazioni con coetanei e adulti. Ma allo stesso tempo c'è bisogno di materiale volto a individualizzare lo sviluppo personale dei bambini, a risolvere il problema dello sviluppo dell'autocoscienza.

La formazione dell'autocoscienza nella prima infanzia è stata studiata da B.G. Ananiev (1948), L.S. Vygotskij (1984), D.V. Olshansky (1986), S.L. Rubinstein (1989), V.S. Mukhina (1985), N.N. Avdeeva, M.G. Yelashina, S.Yu. Meshcheryakova (2000). I ricercatori sono unanimi nel ritenere che in tenera età un bambino si scopra come una persona separata attraverso sensazioni corporee, la formazione di una "immagine" del corpo, un'immagine visiva del suo riflesso nello specchio, e anche attraverso l'esperienza di la sua volontà.

Avendo avuto origine in tenera età, l'autocoscienza si forma alla fine dell'età prescolare a causa di un intenso sviluppo intellettuale e personale. È la neoplasia centrale dell'età prescolare.

L'autocoscienza in età prescolare è studiata da II Chesnokova (1977), E.O. Smirnov e V.G. Utrobina (1996), MM Bachtin, V.S. Mukhina (1999), E.A. Biryukevich (2001).

L'età prescolare non è solo il periodo della "prima nascita della personalità" (A.N. Leontiev, 1983), ma anche il periodo di formazione della "prima immagine del Sé" come educazione affettivo-cognitiva (M.I. Lisina).

IN scienza psicologicaÈ generalmente accettato che l'autocoscienza sia una complessa formazione intrapsichica che ha una certa struttura, funzioni e genesi. Nel processo di sviluppo mentale, il bambino si appropria dell'insieme di connessioni stabili nel campo degli orientamenti di valore che si è sviluppato nella storia dell'umanità, fornendogli una personalità, integrità e identità uniche per se stesso. Stiamo parlando dello sviluppo della struttura dell'autocoscienza dell'individuo, che implica la conservazione dei significati e dei significati di base per una persona. L'autocoscienza dell'individuo è una tale unità, che trova la sua espressione nei seguenti cinque collegamenti:

Identificazione di sé con il proprio nome e corpo.

1. Richieste di riconoscimento.
2. Identificazione di genere.
3. Tempo psicologico della personalità.
4. Lo spazio sociale dell'individuo.

Ricerca di V.V. Lebedinsky sui disturbi emotivi nell'infanzia, A.S. Spivakovskaya sulla prevenzione della nevrosi nei bambini, E.B. Kovaleva sulle caratteristiche psicologiche dei bambini in età prescolare più grandi con maggiore ansia ha mostrato che la sfera dell'autocoscienza è la parte più vulnerabile della psiche. La ragione della disarmonia nello sviluppo dell'autocoscienza è la privazione di uno o più legami strutturali dell'autocoscienza. Inoltre, nell'età prescolare più avanzata, i legami di autocoscienza come la consapevolezza del nome, la pretesa di riconoscimento e la consapevolezza dei diritti e dei doveri sono i più significativi e privati. Ciò è spiegato dal fatto che la formazione della conoscenza di se stessi e dell'atteggiamento verso se stessi avviene, di regola, spontaneamente senza sforzi particolari da parte degli adulti. Lo svantaggio principale di questa emergenza della conoscenza di sé è che è casuale, incompleta e frammentaria e talvolta errata. La non differenziazione delle idee dei bambini su se stessi riflette lo stato della nostra società, in cui i valori personali non sono stati una priorità per molto tempo Nella Russia moderna, i genitori trovano una chiara contraddizione tra il desiderio di vedere i propri figli come gentili , comprensivi, umani e le attività con cui li affascinano. In famiglia viene apprezzato un bambino intelligente, che sa leggere, scrivere, contare, ecc. Lo sviluppo della sfera cognitiva del bambino spesso va oltre la sua personalità. Il mondo interiore spontaneamente sviluppato del bambino rimane al di fuori del campo visivo degli adulti, che è una fonte di esperienze e una componente importante dell'identità psicologica di una persona.

L'esperienza che emerge spontaneamente dalla vita individuale ha bisogno di essere organizzata e compresa. La distorsione delle idee su se stessi, sulle proprie capacità, sulle altre persone e sul mondo porta a difficoltà nello sviluppo psico-emotivo.

Svantaggi, deviazioni, deformazioni nello sviluppo dell'autocoscienza si manifestano nell'instabilità, incoerenza della personalità, nello squilibrio delle sue proprietà mentali, qualità, stati che impediscono la socializzazione e l'individualizzazione della personalità.

Pertanto, la disarmonia dello sviluppo può manifestarsi in varie manifestazioni, con negligenza - in varie formazioni qualitative.

In generale, i bambini in età prescolare con un'immagine disturbata dell'io non sanno interagire armoniosamente con se stessi e, di conseguenza, non sanno interagire con la società, con il mondo esterno. A livello di manifestazioni comportamentali esterne, molto spesso questo si manifesta come mancanza di capacità comunicative, timidezza, tranquillità, conforto, autismo, ad es. ipoattività. A un livello personale profondo, l'insicurezza si trasforma in una mancanza di fiducia nella loro rilevanza nella società. Un tale conflitto tra l'individuo e il sociale può anche manifestarsi come iperattività sotto forma di disobbedienza e aggressività. Entrambi - iperattività e ipoattività - sono forme di meccanismi di difesa spesso inadeguati dei bambini socialmente insicuri. I bambini con un'autostima inadeguata tendono a trovare ostacoli insormontabili in quasi tutti i casi, reagendo ad essi con comportamenti inappropriati. Un alto livello di ansia interna non consente loro di adattarsi prima al gruppo dei bambini, poi alla vita scolastica, e lo stesso problema passa all'età adulta.

Il più forte fattore inibitorio è che tali bambini non possono sentirsi positivamente su se stessi come sono realmente - sia buoni che cattivi. Senza saper amare se stesso, una persona non può amare un'altra. Pertanto, è così importante già durante l'infanzia, quando vengono poste le basi di una futura personalità, insegnare a un bambino ad amare ciò che ha, ad essere grato per il fatto che sia proprio così. Avendo accettato se stesso, è più facile per un bambino accettare gli altri e amarli per quello che sono.

Abbiamo individuato la formazione di una personalità autosufficiente, socialmente attiva e adattata come il compito principale dell'influenza psicologica e pedagogica sui bambini in età prescolare senior.

Scegliendo metodi diagnostici per studiare il livello di autocoscienza, siamo stati guidati da segni diagnosticamente significativi della sua violazione. Questi segni sono:

• disturbi dell'immagine di sé, espressi in un basso livello di autostima cognitiva ed emotiva;
• basso status sociale, manifestato nel rifiuto dei coetanei, la mancanza di un senso di inclusione nel mondo delle persone;
• difficoltà e fallimento nelle attività (gioco, apprendimento, ecc.).

In accordo con questi segni, sono stati selezionati i seguenti metodi diagnostici:

1. "Studiare le caratteristiche di I - il concetto di bambino" nella modifica di I.P. Shakhova;
2. "Studiare il livello di autocoscienza" Uruntaeva G.A.;
3. Gioco sperimentale "Secret" adattato da T. A. Repina.
4. Sulla base dei risultati del sondaggio, è stata fatta una conclusione sul basso livello della componente cognitiva dell'autocoscienza.

I collegamenti più privati ​​dell'autocoscienza, che sono stati notati da meno del 50% dei bambini, sono stati:

• appartenente a un essere biologico, genere - 21% dei bambini;
• età - 7%;
• nome - 43%;
• stato sociale - 14%;
• caratteristiche fisiche – 21 %;
• caratteristiche psicologiche individuali - dal 7 al 29%;

la pretesa di riconoscimento e consapevolezza di diritti e doveri - 19%.

Le caratteristiche della componente emotiva dell'autocoscienza sono state espresse come segue:

• la prevalenza di bassa autostima;
• vicinanza sociale con i genitori;
• una combinazione di posizioni di superiorità e subordinazione nei rapporti con i propri cari;
• la predominanza del riconoscimento della propria somiglianza con gli altri;
• il predominio della dubbia identificazione con il sesso;
• avere concetti di sé complessi.

Questi risultati hanno inoltre confermato la necessità di un approccio integrato al problema della formazione dell'autocoscienza nei bambini in età prescolare.

Una delle opzioni per lavorare con i bambini in questa direzione era lo sviluppo di un programma di corsi di correzione e di sviluppo condotto da un insegnante-psicologo di un istituto di istruzione prescolare. Abbiamo compilato una versione di tale programma chiamata "Eccomi!". In questo programma, l'oggetto principale dell'influenza dello psicologo è l'autocoscienza, che rappresenta l'unità dei processi cognitivi (conoscenza di sé, riflesso delle proprie caratteristiche oggettive, se stessi come oggetto) e affettivi (atteggiamento di sé, riflesso di un atteggiamento soggettivo).

Lo scopo del programma è correggere e prevenire l'informità della neoplasia centrale dell'età prescolare: l'autocoscienza attraverso l'organizzazione di idee e concetti spontaneamente formati su se stessi che hanno luogo nell'esperienza individuale del bambino.

Obiettivi del programma:

1. Formare la componente cognitiva dell'autocoscienza attraverso l'assegnazione della totalità dei suoi principali legami strutturali.
2. Sviluppare una componente affettiva di autocoscienza, espressa in un atteggiamento positivo verso se stessi, fiducia in se stessi e una generale autostima positiva.
3. Ottimizzare relazioni interpersonali attraverso la consapevolezza della propria posizione tra gli altri e la formazione della posizione “io sono insieme agli altri”.

La costruzione strutturale del programma e gli argomenti delle lezioni corrispondono al complesso dei legami strutturali dell'autocoscienza. Come mezzi e metodi per lavorare con i bambini, vengono utilizzati la comunicazione di gioco, le tecnologie riflessive, il metodo della prospettiva personale, i metodi basati sull'uso di processi creativi creativi.

Questo modello di studio e correzione delle deviazioni nello sviluppo dell'autocoscienza dei bambini in età prescolare più grandi in condizioni appositamente create - nelle condizioni delle classi correttive e di sviluppo - si è giustificato.

Nel processo di lavoro correttivo ed evolutivo con i bambini, nella stragrande maggioranza dei casi si è rivelato più facile correggere le carenze della componente cognitiva dell'autocoscienza e molto più difficile correggere la componente affettiva. Ma poiché l'immagine di se stessi è parte integrante della natura, quando si arricchisce di nuove conoscenze, sorgono un nuovo atteggiamento verso se stessi e una trasformazione qualitativa dell'intera immagine nel suo insieme. Pertanto, in connessione con l'aumento della competenza nei bambini, è migliorata la loro accettazione da parte loro, così come la loro accettazione da parte di altre persone.

Indipendentemente dal rapporto tra i problemi identificati di autocoscienza, è auspicabile attuare il programma nel suo insieme, poiché l'omissione di eventuali collegamenti strutturali di autocoscienza porterà a una violazione dell'integrità dell'immagine, frammentazione della percezione .

La realizzazione di un sistema per la diagnosi e la correzione dell'autocoscienza può fornire una vera assistenza psicologica e pedagogica ai bambini in età prescolare in un periodo delicato di sviluppo.

La vera infanzia è un movimento in avanti, è un processo continuo di crescita. Il bambino vuole essere un adulto e gli adulti dovrebbero aiutarlo a realizzare il suo potenziale.

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introduzione

Il problema dell'autocoscienza è uno dei più difficili in psicologia. Il modo più efficace per studiarlo è studiare la genesi dell'autocoscienza, che si forma principalmente sotto l'influenza di due fattori principali: l'attività pratica del bambino e le sue relazioni con altre persone.

In età prescolare, l'emergere dell'autocoscienza è considerato il risultato più importante nello sviluppo della personalità. Pertanto, la determinazione delle condizioni psicologiche per la formazione dell'autocoscienza e l'identificazione delle principali cause di deviazioni indesiderate nel suo sviluppo diventa particolarmente rilevante per la corretta costruzione delle basi della futura personalità del bambino. Il problema dell'autocoscienza è ampiamente discusso nel quadro della ricerca psicologica nazionale ed estera. Lo studio della struttura dell'autocoscienza, delle dinamiche del suo sviluppo è di grande interesse, sia in termini teorici che pratici, poiché ci consente di avvicinarci alla comprensione dei meccanismi di formazione della personalità nell'ontogenesi. Il problema dell'autocoscienza (io-ego, io-immagine, io-concetto) è molto rilevante in questo momento. Ciò è dovuto alla necessità di determinare il grado di importanza del bambino nelle condizioni moderne, la sua capacità di trasformare se stesso e il mondo che lo circonda.

L'autostima non appare da sola, dal nulla. Consiste nelle osservazioni degli adulti, clima familiare, relazioni tra genitori, i loro giudizi sui tratti caratteriali e sulle azioni del bambino. Gli adulti influenzano la formazione della personalità del bambino, la formazione della sua autostima e la definizione del suo "io" personale.

1. Il concetto di "autocoscienza" e la sua struttura

L'autocoscienza è una certa forma di un fenomeno reale: la coscienza. L'autocoscienza implica la selezione e la scomunica da parte di una persona di se stessa, il suo Sé da tutto ciò che la circonda. L'autocoscienza è la consapevolezza di una persona delle sue azioni, sentimenti, pensieri, motivi di comportamento, interessi, la sua posizione nella società. Nella formazione dell'autocoscienza, le sensazioni di una persona del proprio corpo, movimenti e azioni giocano un ruolo significativo.

L'autocoscienza è la coscienza rivolta a se stessa: è la coscienza che fa della coscienza il suo oggetto, il suo oggetto. Com'è possibile dal punto di vista della teoria materialistica della conoscenza - questo è il principale questione filosofica problemi di autocoscienza. La questione è chiarire le specificità di questa forma di coscienza e cognizione. Questa specificità è determinata dal fatto che nell'atto di autocoscienza, la coscienza umana, essendo una forma soggettiva della realtà, si scinde essa stessa in soggetto e oggetto, in coscienza che conosce (soggetto) e coscienza che conosce ( oggetto). Questa biforcazione, per quanto strana possa sembrare al pensiero ordinario, è un fatto ovvio e costantemente osservato.

Il problema dell'autocoscienza fu posto per primo da L.S. Vygotskij. Comprendeva l'autocoscienza come una forma di coscienza geneticamente superiore, come uno stadio nello sviluppo della coscienza, preparato dallo sviluppo della parola, dai movimenti volontari e dalla crescita dell'indipendenza. UN. Leontiev, considerando l'autocoscienza, credeva che nella consapevolezza di se stesso di una persona come persona, fosse necessario distinguere tra conoscenza di se stesso e consapevolezza di se stesso. A.G. Spirkin comprende l'autocoscienza come la consapevolezza e la valutazione di una persona delle sue azioni, dei loro risultati, pensieri, sentimenti, carattere morale e interessi, ideali e motivazioni del comportamento, una valutazione olistica di se stesso e del suo posto nella vita. io. Chesnokova ritiene che sia importante nello studio del problema dell'autocoscienza chiarire la relazione tra coscienza e autocoscienza. È convinta che si tratti di fenomeni dello stesso ordine, la cui separazione è possibile solo in astrazione, perché nella vita reale di un individuo sono uno: nei processi di coscienza, l'autocoscienza è presente sotto forma di consapevolezza della relazione di un atto di coscienza con il mio S. La differenza tra questi fenomeni sta nel fatto che se la coscienza si concentra sull'intero mondo oggettivo, allora l'oggetto dell'autocoscienza è la personalità stessa. Nell'autocoscienza, agisce sia come soggetto che come oggetto di conoscenza. Chesnokova dà la seguente definizione di autocoscienza: “L'autocoscienza è un processo mentale complesso, la cui essenza è la percezione da parte di una persona di numerose immagini di se stesso in varie situazioni di attività e comportamento, in tutte le forme di interazione con altri persone e nel combinare queste immagini in un'unica formazione olistica - in una rappresentazione, e quindi nel concetto del proprio io come soggetto distinto dagli altri soggetti; la formazione di un'immagine perfetta, profonda e adeguata del Sé”.

Nella scienza psicologica ci sono opinioni diverse sui componenti che compongono la struttura dell'autocoscienza. Il concetto di V.S. Muchina. Il meccanismo centrale di strutturazione dell'autocoscienza è l'identificazione. Nell'ontogenesi di una personalità, la padronanza dell'identificazione come capacità di attribuire agli altri le proprie caratteristiche, inclinazioni, sentimenti e caratteristiche, inclinazioni, sentimenti altrui e viverli come propri, porta alla formazione di meccanismi di comportamento sociale, allo stabilire relazioni con un'altra persona su principi emotivi positivi. L'assegnazione della struttura dell'autocoscienza viene effettuata attraverso il meccanismo dell'identificazione con un nome, con modelli speciali che sviluppano richieste di riconoscimento, con il genere, con l'immagine dell'io nel passato, presente e futuro, con quei valori sociali che assicurano l'esistenza dell'individuo nello spazio sociale. La seconda nascita di una personalità è associata alla formazione di una visione del mondo, alla costruzione di un sistema coerente di significati personali. Qui, il meccanismo di identificazione opera a livello emotivo e cognitivo. Una personalità sviluppata si concentra sull'ideologia, sulla visione del mondo e si predice nel futuro, formandosi immagine perfetta della sua posizione di vita, si identifica emotivamente e razionalmente con lui e si sforza di conformarsi a questa immagine.

V.V. Stolin comprende l'identità come autocoscienza dell'individuo, che ha una struttura sfaccettata, che include l'identificazione da parte dell'individuo della sua integrità sociale, unicità e significato del suo essere, la formazione e il cambiamento di idee sul suo futuro, passato e presente . Considerando una persona come un soggetto di attività, mostrando la sua attività a diversi livelli, crede che proprio come nel processo della vita di un organismo si forma uno schema corporeo, così un individuo forma un'immagine di se stesso adeguata al suo sociale e attivo esistenza (fenomenologico I). "Il processo di sviluppo del soggetto stesso, considerato dal punto di vista dell'emergere del suo Sé fenomenico, che ha funzioni importanti nell'attività del soggetto, è il processo di sviluppo della sua autocoscienza". Correlando i processi di autocoscienza con i livelli di attività di una persona come organismo, individuo e personalità, distingue tre livelli di autocoscienza:

I - "... autoselezione e presa in considerazione di sé (negli atti motori)"; autoconsapevolezza identità bambino in età prescolare rispetto di sé

II - autocoscienza dell'individuo, ad es. accettazione del punto di vista dell'altro su se stessi, identificazione con i genitori, con i ruoli, formazione dell'autocontrollo;

III - autocoscienza dell'individuo, come identificazione del proprio valore sociale e del significato dell'essere, formazione di idee sul proprio passato, presente e futuro.

Sulla base di un tale modello multilivello di autocoscienza, riflettendo sull'idea di A.N. Leontiev sul significato personale, V.V. Stolin arriva all'idea dell'esistenza di un'unità di autocoscienza - il "significato del Sé", che è parzialmente identico all'autostima e svolge una funzione adattativa in relazione all'attività del soggetto. V.V. Stolin ritiene che il “significato del Sé” si generi come attitudine al movente o al fine delle qualità del soggetto rilevanti per il loro raggiungimento e prenda forma nell'autocoscienza nei significati (strutture cognitive) e nelle esperienze emotive. Di conseguenza, l'autocoscienza come persona si basa sulla soluzione delle contraddizioni interne generate dalla realtà, che determina la natura dialogica dell'autocoscienza di una persona. Nel processo di numerosi dialoghi interni, si forma una "immagine del Sé", come V.V. Stolin: "L'immagine del Sé è un prodotto dell'autocoscienza".

Le opinioni di V.V. Stolin è vicino a I.S. Cona. Nelle opinioni di I.S. L'identità Kona (sé) è uno degli aspetti del problema di "I" - "Ego" (soggettività) e "immagine di I". "Ego" come meccanismo di regolazione implica la continuità dell'attività mentale e la disponibilità di informazioni su se stessi. L '"I-image" è, per così dire, completata e allo stesso tempo la corregge. Il problema dell'io umano corre come un filo rosso in tutta la sua opera. È. Cohn osserva: “La totalità dei processi mentali attraverso i quali un individuo realizza se stesso come soggetto di attività è chiamata autocoscienza, e le sue idee su se stesso si formano in una certa 'immagine dell'io'. Secondo I.S. Kohn, "l'immagine del Sé" è il sistema di installazione della personalità, compreso l'atteggiamento verso se stessi; consapevolezza e autovalutazione delle proprie proprietà e qualità individuali; caratteristiche fisiche (percezione e descrizione del proprio corpo e aspetto). Pertanto, l '"immagine dell'io" è un insieme di idee dell'individuo su se stesso.

MI. Lisina, esplorando la natura della comunicazione, giunge alla conclusione sulla formazione dell'immagine di sé nella comunicazione. Questa è un'immagine affettivo-cognitiva, che include l'atteggiamento verso se stessi (autostima) e l'immagine di sé. Secondo M.I. Lisina, le caratteristiche dell'immagine di sé sono secondarie, soggettive e connesse con l'attività dell'individuo che la genera, la selettività del riflesso dell'originale in essa, il dinamismo e la variabilità dell'immagine, la complessa architettura della struttura , la complessa connessione con i processi di consapevolezza. MI. Lisina ritiene che l'idea di sé abbia origine nella percezione, quindi l'immagine della percezione viene elaborata nella memoria, arricchita di pensiero visivo e schemi anche puramente speculativi. La struttura dell'immagine di sé è costituita dal nucleo, che contiene la conoscenza di se stessi come soggetto e personalità, l'autostima generale e la periferia, dove si accumulano nuove conoscenze su se stessi, fatti specifici e conoscenza privata. La periferia è rifratta attraverso il prisma del nucleo e ricoperta di componenti affettive. L'immagine di sé è dinamica e in continua evoluzione. Non muta nei dettagli, ma si trasforma qualitativamente nella sua totalità. MI. Lisina individua due fonti principali per la costruzione dell'immagine del Sé:

I - esperienza dell'attività umana individuale;

II - l'esperienza di comunicare con altre persone.

Pertanto, possiamo dire che in psicologia, proprio in senso generale Una peculiare triade si è sviluppata in relazione alla comprensione dell'identità: coscienza - autocoscienza - immagine dell'io. L'identità può essere considerata come l'equivalente dell'autocoscienza, dove l'autocoscienza è intesa come un insieme di processi mentali, la loro associazione, attraverso la quale una persona prende coscienza di sé. Come risultato della consapevolezza, una persona riceve idee su se stessa e un sistema integrale di tutte le idee è l'immagine dell'io della personalità. L'immagine di sé è un prodotto dell'autocoscienza, comprese le componenti cognitive, emotive e comportamentali.

2. Lo sviluppo dell'immagine dell '"io" nei bambini in età prescolare

Attualmente, uno degli obiettivi prioritari dell'educazione prescolare è la formazione di una personalità olistica e armoniosa di un bambino in età prescolare. La soluzione di questo problema è produttiva nelle condizioni di un processo pedagogico olistico, finalizzato non solo allo sviluppo intellettuale, morale, estetico, fisico, ma anche alla conoscenza del proprio potenziale spirituale del bambino, della sua essenza personale.

Finora la pedagogia non ha prestato sufficiente attenzione al processo di formazione dell'immagine dell'io del bambino. Sulla base della ricerca di M.V. Korepanova, per immagine di "io" intendiamo la totalità delle idee in via di sviluppo del bambino su se stesso, associate alla propria autostima e che determinano la scelta dei modi di interagire con la società.

Quando si studiano le caratteristiche della formazione dell'immagine dell '"io", è necessario tenere conto della sensibilità del periodo dell'infanzia prescolare, della sua influenza sulla natura dell'interazione del bambino con i coetanei.

I moderni materiali di ricerca mostrano che le idee del bambino su se stesso e il suo atteggiamento verso se stesso non sono innate, ma sorgono nel corso della comunicazione. La formazione dell'immagine dell '"io" del bambino dipende interamente dalle informazioni che gli fornisce il suo ambiente immediato: il mondo degli adulti e il mondo dei coetanei.

In età prescolare, le idee del bambino su se stesso si formano in relazione alle immagini di altri bambini. C'è uno stretto intreccio tra l'esperienza dell'attività individuale e l'esperienza della comunicazione. Il bambino guarda gli altri bambini con curiosità, confronta gelosamente i loro successi con i suoi, discute con interesse i suoi affari e quelli dei suoi compagni con i suoi anziani. A poco a poco, l'importanza della comunicazione con i partner nel gioco aumenta così tanto da rendere possibile individuare il processo di comunicazione tra un bambino e i coetanei come uno dei fattori principali nella formazione della personalità e dell'autocoscienza, specialmente nel primi sette anni di vita di un bambino. I contatti con i coetanei arricchiscono notevolmente l'esperienza di autoconoscenza del bambino, approfondiscono il suo atteggiamento nei confronti di se stesso come soggetto di attività. Pertanto, ci siamo rivolti allo studio dell'essenza e dei modelli di questo processo. A tale scopo è stato sviluppato un modello del processo di formazione graduale dell'immagine dell '"io" dei bambini in età prescolare nella comunicazione con i coetanei.

La prima fase è stata dedicata alla conoscenza di sé attraverso giochi congiunti e classi con i coetanei, espresse nella presenza e nella natura delle idee su se stessi e sugli altri. È importante che un bambino capisca quanto è simile a coloro che lo circondano, come si manifesta questa somiglianza e se è bello essere come i bambini che lo circondano.

La seconda fase è finalizzata alla formazione di un'adeguata percezione di sé nel bambino attraverso il superamento delle contraddizioni tra presentazione positiva di sé e valutazione da parte dei suoi coetanei. Crediamo che un'immagine di sé olistica possa formarsi solo se il bambino impara ad ascoltare i propri sentimenti, a parlare dei propri sentimenti ed esperienze. È ancora difficile per un bambino in età prescolare comprendere la stretta connessione tra gli stati che sperimenta: il dolore suscita in lui sentimenti negativi e fare ciò che ama migliora il suo umore. I giochi e gli esercizi di formazione aiutano a conoscere il mondo interiore dei sentimenti e degli stati, imparano ad analizzarli e gestirli. La capacità di riflettere sui propri sentimenti incoraggia il bambino a tenere conto dei desideri degli altri ea subordinare il proprio comportamento alle regole generalmente accettate.

La terza fase è stata dedicata al processo incentrato sull'assegnazione del proprio "io" da parte dei bambini in età prescolare, sull'opporsi agli altri per determinare un posto degno in una varietà di relazioni sociali. Il lavoro dell'istituzione educativa prescolare in questa fase è fornire ai bambini in età prescolare un nuovo livello di autocoscienza, che si esprime in una vera comprensione olistica di se stessi, accettandosi come una persona unica e unica.

Pertanto, la consapevolezza da parte del bambino del suo "io" è un momento decisivo nello sviluppo olistico della personalità di un bambino in età prescolare. Sembra necessario includere nel contenuto dell'educazione prescolare l'esperienza dell'autoconoscenza dei bambini in età prescolare, che contribuirà allo sviluppo dell'indipendenza nei bambini, della fiducia in se stessi e dei risultati delle loro attività nello spazio di gioco della comunità dei bambini.

3. Caratteristiche dell'autostima dell'età prescolare. Il ruolo degli adulti nel plasmare l'autostima di un bambino

In età prescolare, la valutazione e l'autostima sono di natura emotiva. Degli adulti circostanti, la valutazione positiva più brillante viene ricevuta da coloro per i quali il bambino prova amore, fiducia, affetto. I bambini in età prescolare più grandi valutano più spesso il mondo interiore degli adulti circostanti, danno loro una valutazione più profonda e differenziata rispetto ai bambini di età prescolare media e più giovane.

Un confronto dell'autostima di un bambino in età prescolare in diversi tipi di attività mostra un grado disuguale della sua obiettività ("rivalutazione", " valutazione adeguata”, “sottovalutazione”). La correttezza dell'autovalutazione dei bambini è in gran parte determinata dalle specificità dell'attività, dalla visibilità dei suoi risultati, dalla conoscenza delle proprie capacità ed esperienza nella loro valutazione, dal grado di assimilazione dei veri criteri di valutazione in quest'area, dal livello di rivendicazioni del bambino in questa o quell'attività. Quindi è più facile per i bambini dare un'adeguata autovalutazione del disegno che ha realizzato su un argomento specifico, piuttosto che valutare correttamente la loro posizione nel sistema delle relazioni personali.

Durante l'infanzia prescolare, viene mantenuta un'autostima positiva generale, basata sull'amore disinteressato e sulla cura degli adulti vicini. Contribuisce al fatto che i bambini in età prescolare tendono a gonfiare le loro idee sulle loro capacità. L'espansione dei tipi di attività che il bambino padroneggia porta alla formazione di un'autovalutazione concreta chiara e sicura, che esprime il suo atteggiamento nei confronti del successo di una particolare azione.

È caratteristico che a questa età il bambino separi la propria autostima dalla valutazione di se stesso da parte degli altri. La conoscenza da parte del bambino in età prescolare dei limiti dei suoi poteri avviene non solo sulla base della comunicazione con gli adulti, ma anche sulla propria esperienza pratica; i bambini con idee sopravvalutate o sottovalutate su se stessi sono più sensibili alle influenze valutative degli adulti, facilmente suscettibili alle loro influenza.

All'età di tre o sette anni, la comunicazione con i coetanei gioca un ruolo significativo nel processo di autocoscienza di un bambino in età prescolare. Un adulto è uno standard irraggiungibile e puoi confrontarti con i coetanei da pari a pari. Quando si scambiano influenze valutative, nasce un certo atteggiamento nei confronti degli altri bambini e allo stesso tempo si sviluppa la capacità di vedersi attraverso i loro occhi. La capacità di un bambino di analizzare i risultati delle proprie attività dipende direttamente dalla sua capacità di analizzare i risultati di altri bambini. Quindi, nella comunicazione con i coetanei, si sviluppa la capacità di valutare un'altra persona, che stimola lo sviluppo di una relativa autostima. Esprime l'atteggiamento del bambino verso se stesso rispetto ad altre persone.

Come bambini in età prescolare più giovani, le valutazioni tra pari meno significative sono per loro. All'età di tre o quattro anni, le valutazioni reciproche dei bambini sono più soggettive, più spesso soggette all'influenza degli atteggiamenti emotivi reciproci. A questa età, il bambino sopravvaluta la sua capacità di ottenere risultati, sa poco delle qualità personali e delle capacità cognitive, spesso mescola risultati specifici con un'elevata valutazione personale. Data l'esperienza di comunicazione sviluppata all'età di cinque anni, il bambino non solo conosce le sue capacità, ma ha un'idea delle sue capacità cognitive, qualità personali, aspetto, risponde adeguatamente al successo e al fallimento. All'età di sei o sette anni, un bambino in età prescolare ha una buona idea delle sue capacità fisiche, le valuta correttamente, ha un'idea delle qualità personali e delle capacità mentali. I bambini piccoli sono quasi incapaci di generalizzare le azioni dei loro compagni in situazioni diverse, non differenziano le qualità vicine nel contenuto. Nella prima età prescolare, le valutazioni positive e negative dei pari sono distribuite uniformemente. I bambini in età prescolare senior sono dominati da valutazioni positive. I bambini di età compresa tra 4,5 e 5,5 anni sono i più suscettibili alle valutazioni tra pari. Altamente alto livello raggiunge la capacità di confrontarsi con i compagni nei bambini dai cinque ai sette anni. Per i bambini in età prescolare più grandi, una ricca esperienza di attività individuale aiuta a valutare criticamente le influenze dei coetanei.

Con l'età, l'autostima diventa sempre più corretta, riflettendo più pienamente le capacità del bambino. Inizialmente, si verifica nelle attività produttive e nei giochi con regole, dove puoi vedere chiaramente e confrontare il tuo risultato con il risultato di altri bambini. Avendo un vero supporto: un disegno, un progetto, è più facile per i bambini in età prescolare darsi una valutazione corretta.

A poco a poco, la capacità di motivare l'autostima aumenta nei bambini in età prescolare e cambia anche il contenuto delle motivazioni. Lo studio di T. A. Repina ha mostrato che i bambini dai tre ai quattro anni tendono più spesso a giustificare il loro atteggiamento di valore verso se stessi con attrattiva estetica, piuttosto che etica ("Mi piaccio perché sono bella").

I bambini di quattro-cinque anni associano l'autostima principalmente non alla propria esperienza, ma agli atteggiamenti valutativi degli altri "Sono bravo, perché l'insegnante mi loda". A questa età c'è il desiderio di cambiare qualcosa in se stessi, sebbene non si estenda alle caratteristiche del carattere morale.

A 5-7 anni giustificano le caratteristiche positive di se stessi, dal punto di vista della presenza di eventuali qualità morali. Ma anche a sei o sette anni, non tutti i bambini possono motivare l'autostima. Nel settimo anno di vita di un bambino è prevista la differenziazione di due aspetti dell'autocoscienza: la conoscenza di se stessi e l'atteggiamento verso se stessi. Quindi, con l'autovalutazione: "A volte buono, a volte cattivo", si osserva un atteggiamento emotivamente positivo verso se stessi ("mi piace"), o con una valutazione generale positiva: "Buono" - un atteggiamento sobrio ("Mi piaccio un piccolo"). All'età prescolare più anziana, insieme al fatto che la maggior parte dei bambini è soddisfatta di se stessa, aumenta il desiderio di cambiare qualcosa in se stessi, di diventare diversi.

All'età di sette anni, un bambino subisce un'importante trasformazione in termini di autostima. Va dal generale al differenziato. Il bambino trae conclusioni sui suoi risultati: nota che sta andando meglio con qualcosa e peggio con qualcosa. Prima dei cinque anni, i bambini di solito sopravvalutano le proprie capacità. E a 6,5 ​​anni raramente si lodano, anche se rimane la tendenza a vantarsi. Allo stesso tempo, il numero di stime ragionevoli è in aumento. All'età di 7 anni, la maggior parte dei bambini si valuta correttamente ed è consapevole delle proprie capacità e del successo in varie attività.

Oltre a comprendere le loro qualità, i bambini in età prescolare più grandi cercano di comprendere i motivi delle proprie azioni e di quelle degli altri. Cominciano a spiegare proprio comportamento, affidandosi alle conoscenze e alle idee raccolte da un adulto e alla propria esperienza. Entro la fine dell'età prescolare, l'autostima del bambino, i suoi giudizi di valore sugli altri diventano gradualmente più completi, profondi, dettagliati e dettagliati.

Questi cambiamenti sono spiegati in larga misura dall'emergere dell'interesse dei bambini in età prescolare più anziani per il mondo interiore delle persone, il loro passaggio alla comunicazione personale, l'assimilazione di criteri significativi per l'attività valutativa e lo sviluppo del pensiero e della parola. L'autostima del bambino in età prescolare riflette i suoi sentimenti di orgoglio e vergogna in via di sviluppo.

Lo sviluppo dell'autocoscienza è in stretta connessione con la formazione della sfera cognitiva e motivazionale del bambino. Sulla base del loro sviluppo, alla fine del periodo prescolare, appare un'importante nuova formazione: il bambino è in grado in una forma speciale di essere consapevole di se stesso e della posizione che attualmente occupa, cioè il bambino ha “consapevolezza di il suo “io” sociale e l'emergere su questa base della posizione interna. Questo cambiamento nello sviluppo dell'autostima è importante nella prontezza psicologica di un bambino in età prescolare a studiare a scuola, nel passaggio al livello di età successivo. In aumento verso la fine del periodo prescolare e di autonomia, criticità di valutazione e autostima dei bambini.

Nell'infanzia prescolare inizia a prendere forma un altro importante indicatore dello sviluppo dell'autocoscienza: la consapevolezza di se stessi nel tempo. Il bambino inizialmente vive solo nel presente. Con l'accumulazione e la consapevolezza della sua esperienza, gli diventa disponibile una comprensione del suo passato. Un bambino in età prescolare più grande chiede agli adulti di raccontare com'era piccolo, e lui stesso ricorda con piacere alcuni episodi del recente passato. È caratteristico che, del tutto ignaro dei cambiamenti che avvengono nel corso del tempo, il bambino capisca di essere stato diverso da quello che è adesso: era piccolo, ma ora è cresciuto. È anche interessato al passato dei propri cari. Il bambino in età prescolare sviluppa la capacità di realizzare e il bambino vuole andare a scuola, imparare qualche professione, crescere per acquisire determinati vantaggi. Consapevolezza delle proprie capacità e qualità, immaginarsi nel tempo, scoprire da soli le proprie esperienze: tutto ciò costituisce la forma iniziale della consapevolezza di se stesso da parte di un bambino, l'emergere della coscienza personale. Appare verso la fine dell'età scolare, provocando un nuovo livello di consapevolezza del proprio posto nel sistema di relazioni con un adulto (cioè ora il bambino capisce di non essere ancora grande, ma piccolo).

Una componente importante dell'autocoscienza è la consapevolezza della propria appartenenza al sesso maschile o femminile, cioè all'identità di genere. La conoscenza primaria a riguardo di solito si sviluppa di un anno e mezzo. A due anni, il bambino, sebbene conosca il suo genere, non può giustificare la sua appartenenza a lui. All'età di tre o quattro anni, i bambini distinguono chiaramente il sesso di coloro che li circondano e ne sono consapevoli, ma spesso lo associano non solo a determinate proprietà somatiche e comportamentali, ma anche a segni esterni casuali, come acconciatura, vestiti e ammettere la possibilità di cambiare sesso.

Durante l'età prescolare, i processi di socializzazione sessuale e di differenziazione sessuale sono intensi. Consistono nell'assimilazione di orientamenti verso i valori del proprio genere, nell'assimilazione di aspirazioni sociali, atteggiamenti e stereotipi di comportamento. Ora il bambino in età prescolare presta attenzione alle differenze tra uomini e donne, non solo nell'aspetto, nell'abbigliamento, ma anche nel modo di comportarsi. Si stanno gettando le basi delle idee sulla mascolinità e sulla femminilità. Le differenze di genere tra ragazzi e ragazze stanno crescendo nelle preferenze per attività, attività e giochi e comunicazione. Entro la fine dell'età prescolare, il bambino realizza l'irreversibilità del suo genere e costruisce il suo comportamento in accordo con esso.

La dimensione ultima dell'io, la forma di esistenza dell'autostima globale è l'autostima dell'individuo. L'autostima è un tratto stabile della personalità e mantenerlo a un certo livello è un'importante preoccupazione personale. Il rispetto di sé di una persona è determinato dal rapporto tra i suoi risultati effettivi e ciò che una persona afferma, quali obiettivi si prefigge. L'autostima è uno dei sentimenti sociali di una persona, che è associato allo sviluppo di tale qualità personale come fiducia in se stessi e svolge un ruolo significativo nel plasmare la personalità del bambino.

In età prescolare, la valutazione e l'autostima sono di natura emotiva. Degli adulti circostanti, la valutazione positiva più brillante viene ricevuta da coloro per i quali il bambino prova amore, fiducia, affetto. I bambini in età prescolare più grandi valutano più spesso il mondo interiore degli adulti circostanti, danno loro una valutazione più profonda.

La valutazione di se stesso da parte di un bambino in età prescolare dipende in gran parte dalla valutazione di un adulto. Le sottovalutazioni hanno l'impatto più negativo. E quelli sopravvalutati distorcono le idee dei bambini sulle loro capacità nella direzione di esagerare i risultati. Ma allo stesso tempo svolgono un ruolo positivo nell'organizzazione delle attività, mobilitando la forza del bambino.

Più accurata è l'influenza valutativa dell'adulto, più accurata è l'idea del bambino dei risultati delle sue azioni. L'idea formata delle proprie azioni aiuta il bambino in età prescolare a essere critico nei confronti delle valutazioni degli adulti e in una certa misura a resisterle. Come bambino più piccolo, più acritico percepisce l'opinione degli adulti su se stesso. I bambini in età prescolare senior rifrangono le valutazioni degli adulti attraverso il prisma di quegli atteggiamenti e conclusioni che la loro esperienza suggerisce loro. Un bambino può persino, in una certa misura, resistere alle influenze valutative distorte degli adulti se sa analizzare autonomamente i risultati delle sue azioni.

È l'adulto che stimola la nascita e la formazione dell'attività valutativa del bambino, quando: esprime il suo atteggiamento verso l'ambiente e l'approccio valutativo; organizza le attività del bambino, assicurando l'accumulo di esperienza nelle singole attività, impostando un compito, mostrando i modi per risolverlo e valutando le prestazioni; presenta campioni di attività e quindi fornisce al bambino criteri per la correttezza della sua attuazione; organizza attività congiunte con i coetanei che aiutano il bambino a vedere una persona della stessa età, tenere conto dei suoi desideri, tenere conto dei suoi interessi e anche trasferire modelli di attività e comportamento degli adulti in situazioni di comunicazione con i coetanei (M.I. Lisina, D.B. Godovikova, ecc.).

L'attività di valutazione richiede che un adulto sia in grado di esprimere benevolenza negli appelli ai bambini, di argomentare le proprie esigenze e valutazioni al fine di mostrare la necessità delle prime, di utilizzare le valutazioni in modo flessibile, senza stereotipi, di mitigare una valutazione negativa, combinandola con un anticipatoria positiva. Quando queste condizioni sono soddisfatte, le valutazioni positive rafforzano le forme di comportamento approvate, espandono l'iniziativa del bambino. E quelli negativi: ristrutturare l'attività e il comportamento, orientarsi per ottenere il risultato desiderato. Una valutazione positiva come espressione di approvazione da parte degli altri in assenza di una negativa perde il suo potere educativo, poiché il bambino non sente il valore del primo. Solo una combinazione equilibrata di valutazioni positive e negative crea condizioni favorevoli per la formazione di azioni valutative e autovalutative di un bambino in età prescolare.

L'età prescolare è caratterizzata dal fatto che a questa età i bambini attribuiscono grande importanza alle valutazioni date loro dagli adulti. Il bambino non si aspetta una tale valutazione, ma la cerca attivamente lui stesso, si sforza di ricevere lodi, si sforza molto di meritarsela. Inoltre, in età prescolare, i bambini attribuiscono alle proprie qualità un'autostima positiva o negativa. Pertanto, sotto l'influenza dei genitori, il bambino accumula conoscenze e idee su se stesso, sviluppa l'uno o l'altro tipo di autostima. Una condizione favorevole per lo sviluppo di un'autostima positiva può essere considerata il coinvolgimento emotivo dei genitori nella vita del bambino, relazioni di sostegno e fiducia, nonché relazioni che non interferiscono con lo sviluppo della sua indipendenza e l'arricchimento dell'esperienza individuale .

Conclusione

Il problema dell'autocoscienza è uno dei più difficili in psicologia. Il modo più efficace per studiarlo è studiare la genesi dell'autocoscienza, che si forma principalmente sotto l'influenza di due fattori principali: l'attività pratica del bambino e le sue relazioni con altre persone. L'età prescolare è considerata stato iniziale formazione della personalità. Un posto speciale nel periodo dell'infanzia è occupato dall'età prescolare senior. Un bambino a questa età inizia a realizzare e generalizzare le sue esperienze, si forma una posizione sociale interna, un'autostima più stabile e un corrispondente atteggiamento nei confronti del successo e del fallimento nelle attività. C'è un ulteriore sviluppo della componente dell'autocoscienza: l'autostima. Sorge sulla base della conoscenza e dei pensieri su se stessi.

Entro la fine dell'età prescolare, l'autostima del bambino, i suoi giudizi di valore sugli altri diventano gradualmente più completi, profondi, dettagliati e dettagliati.

Caratteristiche dello sviluppo dell'autostima in età prescolare: sono la conservazione di un'autostima positiva generale; l'emergere di un atteggiamento critico nei confronti dell'autovalutazione da parte di adulti e coetanei; c'è la consapevolezza delle proprie capacità fisiche, abilità, qualità morali, esperienze e alcuni processi mentali; - entro la fine dell'età prescolare si sviluppa l'autocritica; capacità di motivare l'autostima.

Quindi, la formazione dell'autocoscienza, senza la quale la formazione della personalità è impossibile, è un processo complesso e lungo che caratterizza lo sviluppo mentale nel suo insieme. Procede sotto l'influenza diretta di altri, principalmente adulti che stanno allevando un bambino. Fondamentale nella genesi dell'autostima nelle prime fasi della formazione della personalità (la fine del primo, l'inizio del periodo prescolare) è la comunicazione del bambino con gli adulti.

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Analisi teorica dell'autostima di un bambino in età prescolare come soggetto di autocoscienza in psicologia. Ricerca e determinazione dei livelli di autostima dei bambini in età prescolare senior. Il contenuto della metodologia psicologica per identificare le caratteristiche dell'autostima dei bambini in età prescolare.

tesina, aggiunta il 18/03/2011


Il problema e i prerequisiti sociali per l'emergere dell'autocoscienza, i livelli del suo sviluppo. Determinanti esterne della coscienza. Il concetto di "I-concetto". Il valore della riflessione e del dialogo interiore per la formazione della consapevolezza di sé. Il rapporto tra autostima e autostima.

tesina, aggiunta il 03/04/2010


Il concetto di autocoscienza dell'individuo. Caratteristiche distintive dello sviluppo dell'autostima degli orfani. Lavorare sullo studio dell'autocoscienza degli alunni del collegio: caratteristiche della tecnologia. La componente emotiva dell'autocoscienza dei bambini privati ​​delle cure parentali.

tesina, aggiunta il 22/07/2013


Condizioni storiche e caratteristiche della formazione delle tradizioni russe. Il problema dell'autocoscienza e dei metodi del suo sviluppo nei bambini in età prescolare senior. Definizione della relazione dei russi tradizioni popolari con l'autocoscienza nazionale dei bambini in età prescolare più grandi.