Diagnosi della sfera emotivo-volitiva di un bambino in età prescolare.
1"Rappresentazione grafica della certezza e dell'incertezza". In questo test, al bambino in età prescolare è stato chiesto di disegnare se stesso con le matite.
Scopo della prova- previsione del vissuto e della risposta affettiva in situazioni significative e conflittuali, identificazione degli aspetti inconsci della personalità.
2 Metodi per identificare la presenza di paure (Zakharov A.I..). Quando si esegue questo test, al bambino vengono lette situazioni specifiche in cui può provare una sensazione di paura.
Scopo della prova- identificare le paure del bambino, così come le paure sulla probabilità di un particolare evento.
3. Test dell'ansia - terapia delle fiabe Louise Duce.
Scopo della prova: diagnostica delle reazioni emotive del bambino ad alcune situazioni di vita a lui familiari.
Durante lo svolgimento di un test per identificare la presenza di paure (secondo Zakharova A.I.), si è tenuta una conversazione, che è stata presentata come condizione per sbarazzarsi delle paure giocando e disegnandole.
Abbiamo avuto una conversazione piacevole e dettagliata, elencando le paure e aspettando risposte "sì" - "no" o "ho paura" - "non ho paura". Abbiamo ripetuto la domanda se il bambino avesse paura o meno, solo di tanto in tanto. Pertanto, hanno evitato il suggerimento di paure, il loro suggerimento involontario.
Con la negazione stereotipata di tutte le paure, è stato chiesto loro di dare risposte dettagliate come "non ho paura del buio" o "ho paura del buio", e non "no" o "sì". Quando facevamo domande, ci sedevamo accanto, e non davanti al bambino, senza dimenticare di rallegrarlo periodicamente e lodarlo per aver detto tutto così com'è.
autocoscienza- l'idea di una persona del suo rapporto con l'ambiente, il concetto del suo "io", atteggiamenti verso se stesso.
In psicologia, l'autocoscienza è intesa come un fenomeno mentale, la consapevolezza di se stessa da parte di una persona come soggetto di attività, a seguito della quale le idee di una persona su se stessa si formano in una "immagine-io" mentale.
Il bambino non è immediatamente consapevole di se stesso come me;
durante i primi anni, lui stesso si chiama abbastanza spesso per nome - come lo chiamano quelli intorno a lui;
esiste dapprima per se stesso piuttosto come oggetto per gli altri che come soggetto indipendente rispetto ad essi.
L'autocoscienza non è un dato iniziale insito nell'uomo, ma un prodotto dello sviluppo.
Tuttavia, il germe della coscienza dell'identità appare già nel bambino, quando inizia a distinguere tra sensazioni causate da oggetti esterni e sensazioni causate dal proprio corpo, la coscienza dell'"io" - da circa tre anni, quando il bambino inizia usare correttamente i pronomi personali.
La consapevolezza delle proprie qualità mentali e l'autostima acquistano la massima importanza nell'adolescenza e nella giovinezza. Ma poiché tutte queste componenti sono interconnesse, l'arricchimento di una di esse modifica inevitabilmente l'intero sistema.
L'apertura dell '"io" avviene all'età di 1 anno.
Entro il 2° o 3° anno, una persona inizia a separare il risultato delle sue azioni dalle azioni degli altri ed è chiaramente consapevole di se stesso come agente.
All'età di 7 anni si forma la capacità di valutare se stessi (autostima).
La formazione dell'autocoscienza è influenzata da: valutazioni degli altri e dello status nel gruppo dei pari. Il rapporto tra "io-reale" e "io-ideale". Valutazione dei risultati delle loro attività.
Secondo Lupo Salomonovich Merlino l'autocoscienza è un complesso sistema psicologico che include quattro componenti :
1) Coscienza del proprio "io";
2) Coscienza della propria identità;
3) Consapevolezza delle qualità mentali personali;
4) Il sistema di autovalutazione sociale e morale.
Tutti questi elementi sono collegati tra loro, ma non si formano contemporaneamente.
L'autocoscienza dovrebbe essere intesa come il processo di realizzazione della propria personalità, del proprio "io", come essere fisico, spirituale e sociale.
L'autocoscienza è conoscenza e allo stesso tempo atteggiamento verso se stessi come una certa persona.
Tutti gli aspetti della personalità (fisico, spirituale, sociale) sono nella più stretta unità, si influenzano a vicenda. Il processo di comprensione di questi aspetti della personalità è un singolo processo complesso. La consapevolezza di se stessi come essere fisico è anche un atteggiamento verso se stessi come un certo organismo vivente con certe qualità fisiche.
Quando parliamo di autocoscienza come essere spirituale, allora vengono in primo piano la conoscenza e l'atteggiamento verso se stessi, come persona che conosce, sperimenta e agisce. Infine, la consapevolezza di sé come essere sociale risiede nella consapevolezza del proprio ruolo sociale, del proprio posto nella squadra.
L'emergere e lo sviluppo dell'autocoscienza di un bambino durante i primi 7 anni di vita è indissolubilmente legato allo sviluppo delle relazioni interpersonali con gli altri.
L'autocoscienza come fonte costante di vari desideri e azioni, separata dalle altre persone, si verifica entro la fine del terzo anno di vita sotto l'influenza della crescente indipendenza pratica del bambino.
Il bambino inizia a padroneggiare l'esecuzione di varie azioni oggettive senza l'aiuto dei genitori, apprende le abilità più semplici del self-service. Padroneggia la postura eretta, la parola, l'attività di manipolazione degli oggetti. Ha sentimenti speciali, che in psicologia sono chiamati sentimenti di orgoglio: un senso di orgoglio e un senso di vergogna (le manifestazioni primarie della componente di valore emotivo dell'autocoscienza). Al termine di questo periodo, il bambino comincia ad affermarsi come persona per la prima volta. Comincia a capire che questa o quell'azione viene eseguita da lui. Esteriormente, questa comprensione si esprime nel fatto che il bambino inizia a parlare di se stesso non in terza, ma in prima persona: "Io stesso", "Lo farò", "Voglio", "Dammi", "Prendi Io con te". Nel trattare con gli adulti, impara a separarsi dalle altre persone.
Salendo età scolastica, il bambino è consapevole solo del fatto stesso che esiste, pur non sapendo veramente nulla di se stesso e delle sue qualità. Cercare di essere come un bambino adulto non tiene conto delle loro reali capacità.
Presto il bambino inizia a confrontarsi con gli adulti. Vuole essere come gli adulti, vuole compiere le stesse azioni, godere della stessa indipendenza e autonomia. E non più tardi (un giorno), ma ora, qui e immediatamente. Ecco perché sviluppa un desiderio per l'espressione della volontà: lotta per l'indipendenza, per opporre i suoi desideri ai desideri degli adulti. È così che si verifica una crisi precoce. Gli adulti durante questo periodo sperimentano notevoli difficoltà nei rapporti con il bambino, affrontano la sua testardaggine, il negativismo.
Il bambino in età prescolare più giovane non ha ancora un'opinione ragionevole e corretta di se stesso, che semplicemente attribuisce a se stesso tutte le qualità positive approvate dagli adulti, spesso senza nemmeno sapere cosa siano. Quando a un bambino che affermava di essere pulito è stato chiesto cosa significasse, ha risposto: "Non ho paura". Altri bambini, anch'essi orgogliosi della loro pulizia, hanno risposto a questa domanda: "Non lo so".
Per imparare a valutare correttamente se stesso, il bambino deve prima imparare a valutare le altre persone, che può guardare dall'esterno. E questo non accade subito. Durante questo periodo, valutando i coetanei, il bambino ripete semplicemente le opinioni espresse su di loro dagli adulti. La stessa cosa accade con l'autostima (“sto bene perché lo dice mia madre”).
L'identificazione di genere, l'identificazione di se stessi con rappresentanti del proprio sesso, si sviluppa da qualche parte all'età di tre anni, nel processo in cui un bambino impara a realizzarsi come futuro uomo o una donna. "Sono un ragazzo" o "Sono una ragazza" diventa la conoscenza e la convinzione del bambino. Qui, la consapevolezza del proprio "io" include certamente nella norma e la consapevolezza del proprio genere. I sentimenti del proprio genere stanno normalmente già diventando stabili in un bambino in età prescolare più giovane e media.
In accordo con la percezione di se stesso come un ragazzo o una ragazza, il bambino inizia a scegliere i ruoli di gioco per se stesso. Allo stesso tempo, i bambini sono spesso raggruppati in giochi basati sul genere.
Nei primi e medi anni della scuola materna si rivela una benevola predilezione per i bambini dello stesso sesso, che determina lo sviluppo dell'autocoscienza.
A 3-4 anni i bambini non solo distinguono il genere delle persone che li circondano, ma sanno anche abbastanza bene che, a seconda del genere, a una persona vengono imposti requisiti diversi: le ragazze di solito giocano con le bambole e si vestono come le donne, mentre i ragazzi giocano con le macchine o, per esempio , vigili del fuoco.
A 4 - 5 anni , l'autovalutazione del bambino delle altre persone, delle loro azioni e qualità dipende inizialmente dal suo atteggiamento nei confronti di queste persone. Ciò si manifesta, in particolare, nella valutazione delle azioni dei personaggi nelle storie e nelle fiabe. Qualsiasi atto di un eroe buono e positivo viene valutato come buono, cattivo - come cattivo. Ma gradualmente la valutazione delle azioni e delle qualità dei personaggi viene separata atteggiamento generale per loro, comincia a essere costruito sulla comprensione della situazione e sul significato che queste azioni e qualità hanno. Dopo aver ascoltato la fiaba "Teremok", il bambino risponde alle domande: "L'orso ha fatto bene o male?" - "Male". "Perché ha fatto cose cattive?" - "Perché ha rovinato la torre." - "Ti piace l'orso o no?" - "Piace. Adoro gli orsi".
Man mano che imparano, le norme e le regole di comportamento diventano gli standard che il bambino utilizza per valutare le altre persone. Ma applicare queste misurazioni a se stessi è molto più difficile. Le esperienze che catturano il bambino, lo spingono a determinate azioni, gli oscurano il vero significato delle azioni commesse, non consentono loro di essere valutate in modo imparziale. Tale valutazione diventa possibile solo sulla base del confronto delle proprie azioni, qualità con le capacità, le azioni, le qualità di altre persone.
Alla domanda su chi canta le migliori canzoni del gruppo, Marina dice: “Galya e io. Bene, Lena canta. E io e Galya torniamo un po '. Io sono un po' brava e Galya è un po' brava.
Dall'età prescolare senior (entro 6-7 anni) l'atteggiamento verso se stessi cambia di nuovo in modo significativo. A questa età i bambini iniziano a realizzare non solo le loro azioni e qualità specifiche, ma anche i loro desideri, esperienze, motivazioni, che, a differenza delle caratteristiche oggettive, non sono oggetto di valutazione e confronto, ma uniscono e consolidano la personalità del bambino come un tutto (voglio, amo, aspiro, ecc.) tutto ciò si riflette nel rafforzamento della componente soggettiva dell'autocoscienza e nei cambiamenti nel rapporto di un bambino di 6-7 anni con le altre persone. Il sé del bambino non è più così crudelmente fissato sui propri meriti e sulla valutazione delle proprie qualità oggettive, ma è aperto alle altre persone, alle loro gioie e ai loro problemi. L'autocoscienza del bambino va oltre le sue caratteristiche oggettuali ed è aperta alle esperienze degli altri. L'altro figlio diventa non solo un essere opposto, non solo un mezzo di autoaffermazione e un oggetto di confronto con se stesso, ma anche una persona di valore, oggetto di comunicazione e circolazione del proprio io integrale. coetanei, entrare in empatia con loro e non percepire i successi degli altri come la loro sconfitta .
Nonostante le evidenti differenze nelle manifestazioni comportamentali, tutte le forme problematiche delle relazioni interpersonali si basano su un'unica base psicologica. In termini generali, potrebbe essere definita come una fissazione sulle proprie qualità oggettive o la predominanza di un atteggiamento valutativo e oggettivo verso se stessi e gli altri. Tale fissazione dà origine a una valutazione costante di se stessi, all'autoaffermazione.
Così, l'autocoscienza e l'atteggiamento verso gli altri sono indissolubilmente legati e si condizionano a vicenda; in tutte le fasi sviluppo dell'età l'atteggiamento verso gli altri riflette le caratteristiche della formazione dell'autocoscienza del bambino e della sua personalità nel suo insieme.
La consapevolezza del proprio comportamento e l'inizio dell'autocoscienza personale è una delle principali neoplasie dell'età prescolare. Un bambino in età prescolare più grande inizia a capire cosa può e non può fare, conosce il suo posto limitato nel sistema di relazioni con altre persone, è consapevole non solo delle sue azioni, ma anche delle sue esperienze interiori: desideri, preferenze, stati d'animo, ecc. .
autocoscienza- la comprensione di cos'è un bambino, quali qualità possiede, come lo trattano gli altri e cosa causa questo atteggiamento - è considerata la neoplasia centrale dell'intero periodo dell'infanzia prescolare. L'autocoscienza si manifesta più chiaramente nell'autostima, cioè nel modo in cui un bambino valuta i suoi successi e fallimenti, le sue qualità e capacità.
L'autostima appare nella seconda metà del periodo sulla base dell'autostima puramente emotiva iniziale ("Sono bravo") e una valutazione razionale del comportamento di qualcun altro.
Un'altra linea di sviluppo dell'autocoscienza - consapevolezza delle proprie esperienze.
Questo periodo è caratterizzato dall'identificazione di genere:
Il bambino è consapevole di se stesso come ragazzo o ragazza;
C'è una consapevolezza degli stereotipi di comportamento secondo il tipo maschile o femminile.
§ 3. Sviluppo dell'autocoscienza in età prescolare
In un bambino in età prescolare, il contenuto dell'immagine di sé include un riflesso delle sue proprietà, qualità e capacità. I dati sulle loro capacità si accumulano gradualmente a causa dell'esperienza di varie attività, della comunicazione con adulti e coetanei. Le idee del bambino su se stesso sono integrate da un atteggiamento appropriato verso se stesso. La formazione dell'immagine di sé avviene sulla base dello stabilire collegamenti tra l'esperienza individuale del bambino e le informazioni che riceve nel processo di comunicazione. Stabilendo contatti con le persone, confrontandosi con loro, confrontando i risultati delle sue attività con i risultati di altri bambini, il bambino riceve nuove conoscenze non solo su un'altra persona, ma anche su se stesso.
Il bambino in età prescolare sviluppa la componente più complessa dell'autocoscienza: l'autostima. Sorge sulla base della conoscenza e dei pensieri su se stessi.
La valutazione di se stesso da parte di un bambino in età prescolare dipende in gran parte da come lo valuta un adulto. Le sottovalutazioni hanno l'impatto più negativo. E quelli sopravvalutati distorcono le idee dei bambini sulle loro capacità nella direzione di esagerare i risultati. Ma allo stesso tempo svolgono un ruolo positivo nell'organizzazione delle attività, mobilitando la forza del bambino.
Più accurata è l'influenza valutativa dell'adulto, più accurata è l'idea del bambino dei risultati delle sue azioni. E d'altra parte, l'idea formata delle proprie azioni aiuta il bambino in età prescolare a essere critico nei confronti delle valutazioni degli adulti e in una certa misura a resisterle. Come bambino più piccolo, più acritico percepisce l'opinione degli adulti su se stesso. I bambini in età prescolare senior rifrangono le valutazioni degli adulti attraverso il prisma di quegli atteggiamenti e conclusioni che la loro esperienza suggerisce loro. Un bambino può persino, in una certa misura, resistere alle influenze valutative distorte degli adulti se sa analizzare autonomamente i risultati delle sue azioni. È caratteristico che a questa età il bambino si separi dalla valutazione di un altro. La conoscenza da parte del bambino in età prescolare dei limiti dei suoi poteri avviene non solo sulla base della comunicazione con gli adulti, ma anche sulla propria esperienza pratica. I bambini con un'immagine di sé sovrastimata o sottovalutata sono più sensibili alle influenze valutative degli adulti, facilmente suscettibili alla loro influenza.
A differenza dei periodi precedenti della vita di un bambino, all'età di 3-7 anni, la comunicazione con i coetanei inizia a svolgere un ruolo sempre più importante nel processo di autocoscienza di un bambino in età prescolare. Un adulto è uno standard irraggiungibile e puoi facilmente confrontarti con i coetanei. Durante lo scambio di influenze valutative nasce un certo atteggiamento nei confronti degli altri bambini e allo stesso tempo si sviluppa la capacità di vedersi attraverso i loro occhi. La capacità di un bambino di analizzare i risultati delle proprie attività dipende direttamente dalla sua capacità di analizzare i risultati di altri bambini. Quindi, nella comunicazione con i coetanei, si sviluppa la capacità di valutare un'altra persona, che stimola l'emergere dell'autostima.
Più giovani sono i bambini in età prescolare, meno significative sono per loro le valutazioni tra pari. All'età di 3-4 anni, le valutazioni reciproche dei bambini sono più soggettive, più spesso influenzate dagli atteggiamenti emotivi reciproci. I bambini piccoli sono quasi incapaci di generalizzare le azioni dei compagni diverse situazioni, non differenziare le qualità che sono vicine nel contenuto (T.A. Repina). Nella prima età prescolare, le valutazioni positive e negative dei pari sono distribuite uniformemente. Nei bambini in età prescolare più grandi predominano quelli positivi. I bambini di età compresa tra 4,5 e 5,5 anni sono i più suscettibili alle valutazioni tra pari. Un livello molto alto è raggiunto dalla capacità di confrontarsi con i compagni nei bambini di 5-7 anni. Per i bambini in età prescolare più grandi, una ricca esperienza di attività individuale aiuta a valutare criticamente le influenze dei coetanei.
Un posto importante nella valutazione dei coetanei di qualsiasi età è occupato dalle loro qualità, abilità e capacità imprenditoriali che assicurano il successo delle attività congiunte, nonché qualità morali. Nel gruppo dell'asilo esiste un sistema di valori che determina la valutazione reciproca dei bambini. A poco a poco, la gamma di manifestazioni morali che il bambino associa al concetto di "buono" in relazione a un pari ea se stesso si sta espandendo. A 4-5 anni è piccolo (non picchiare nessuno, ascolta l'insegnante, la madre). A 5-6 anni diventa più grande, anche se le qualità ancora nominate riguardano solo le relazioni all'asilo e in famiglia (proteggi i bambini, non urlare, non indulgere, fai attenzione, non pentirti quando dai qualcosa, aiuta la mamma, condividere giocattoli). A 6-7 anni, i bambini in età prescolare sono più consapevoli delle norme morali e si relazionano con persone di un ambiente più ampio (non litigare, obbedire, essere amico di tutti, accettare nel gioco, trattare tutti, aiutare i più piccoli, non chiamare nomi, non mentire, non offendere nessuno, lasciare il posto agli anziani ). All'età di 6-7 anni, la maggior parte dei bambini comprende correttamente le qualità morali in base alle quali vengono giudicati i propri coetanei: diligenza, accuratezza, capacità di giocare insieme, giustizia, ecc.
È molto più difficile per un bambino in età prescolare valutare se stesso rispetto a un pari. Un bambino è più esigente nei confronti di un pari e lo valuta in modo più obiettivo. L'autostima di un bambino in età prescolare è molto emotiva. Si valuta facilmente positivamente. L'autostima negativa si osserva, secondo T.A. Repina, solo in un piccolo numero di bambini del settimo anno di vita.
Il motivo di una valutazione inadeguata è che è molto difficile per un bambino in età prescolare, soprattutto il più giovane, separare le proprie capacità dalla propria personalità nel suo insieme. Per lui ammettere di aver fatto qualcosa o di fare qualcosa di peggio degli altri bambini significa ammettere di essere generalmente peggiore dei suoi coetanei. Pertanto, anche un bambino in età prescolare più grande, rendendosi conto di aver fatto o fatto qualcosa di sbagliato, spesso non è in grado di ammetterlo. Capisce che vantarsi è brutto, ma il desiderio di essere buono, di distinguersi dagli altri bambini è così forte che il bambino ricorre spesso a trucchi per mostrare indirettamente la sua superiorità.
Maxim D. (5 anni e 9 mesi) è un ballerino. Alle continue domande di un adulto: "Chi ha eseguito meglio i movimenti oggi?" risponde: "Certo che lo sono". Una risposta del genere non soddisfa l'adulto, che pazientemente spiega al ragazzo che ripetere "io sono il migliore" è brutto. Quando ancora una volta un adulto chiede dopo la lezione: "Chi ha ballato meglio oggi?", Maxim risponde: "Anton". E poi aggiunge frettolosamente: "Sono io per pudore..."
Spesso i bambini in età prescolare più grandi evitano di rispondere a una domanda come "Chi è il migliore del tuo gruppo?", Rispondendo: "Non lo so ... sono anche in servizio bene (non combatto, sono gentile, ecc.) ”. Allo stesso tempo, i bambini più piccoli non esitano a dire: "Sto meglio".
Spesso i bambini sono orgogliosi delle qualità che non possiedono, parlano di risultati fittizi. Questo accade per diversi motivi. R.Kh.Shakurov ha mostrato che un bambino, attribuendosi determinate qualità, non sempre comprende il significato della parola corrispondente, ma ne realizza solo il significato valutativo: è bello essere così. Da qui la discrepanza tra la sua autostima e la realtà. Inoltre, un bambino in età prescolare non può comprendere appieno la sua vita mentale e realizzare le sue qualità o proprietà. Pertanto, i bambini sono spesso orgogliosi delle qualità che possiedono in piccola parte. Valutando se stesso, il bambino cerca un'autostima positiva, vuole dimostrare di rappresentare qualcosa di prezioso per gli altri. E se adulti e coetanei non si accorgono delle sue qualità positive, allora si dota di quelle fittizie.
Con l'età, l'autostima diventa sempre più corretta, riflettendo più pienamente le capacità del bambino. Inizialmente, si verifica nelle attività produttive e nei giochi con regole, dove puoi vedere chiaramente e confrontare il tuo risultato con il risultato di altri bambini. Avendo un vero supporto: un disegno, un progetto, è più facile per i bambini in età prescolare darsi una valutazione corretta.
All'età di 3-4 anni, il bambino sopravvaluta la sua capacità di ottenere risultati, sa poco delle qualità personali e delle capacità cognitive, spesso mescola risultati specifici con un'elevata valutazione personale. Data l'esperienza di comunicazione sviluppata, un bambino di 5 anni non solo conosce le sue capacità, ma ha un'idea delle capacità cognitive, qualità personali ah, l'aspetto, risponde adeguatamente al successo e al fallimento. All'età di 6-7 anni, un bambino in età prescolare ha una buona idea delle sue capacità fisiche, le valuta correttamente, ha un'idea delle qualità personali e delle capacità mentali.
La posizione egoistica è che il bambino è indifferente agli altri bambini e i suoi interessi sono focalizzati sugli oggetti. Pertanto, tali bambini spesso consentono maleducazione e aggressività nei confronti di un amico. Di solito i bambini in età prescolare con questo atteggiamento non sanno nulla dei loro coetanei e non ricordano nemmeno sempre i loro nomi. Ma i giocattoli che gli altri portano, il bambino se ne accorge sempre. Tale posizione è dannosa non solo per i coetanei, ma anche per il bambino stesso. Ai suoi compagni non piace, non vogliono giocare con lui o essere suoi amici. Questo lo rende ancora più aggressivo.
La posizione competitiva è che il bambino capisca che per essere amato, rispettato e apprezzato bisogna essere obbedienti, buoni, non offendere nessuno. Un bambino del genere è amato e lodato dagli educatori. Cerca il riconoscimento in un gruppo di pari. Ma gli interessano solo come mezzo di autoaffermazione. Il bambino segue con tensione i successi degli altri e si rallegra dei loro fallimenti. Valuta in modo inadeguato il suo pari, in termini di propri meriti. Naturalmente, una tale posizione agisce in una certa misura come un tratto di comportamento legato all'età nella comunicazione con i coetanei, ma non dovrebbe rimanere il principale fino alla fine dell'età prescolare.
Un bambino con una posizione umana tratta un amico come una persona preziosa. Ha un atteggiamento positivo nei confronti dei suoi compagni, è molto sensibile allo stato interno degli altri, conosce bene gli interessi, gli stati d'animo e i desideri degli altri. Volentieri, di propria iniziativa, condivide ciò che ha, aiuta gli altri, non contando sulle lodi, ma perché lui stesso ne trae gioia e soddisfazione.
A poco a poco, la capacità di motivare l'autostima aumenta nei bambini in età prescolare e cambia anche il contenuto delle motivazioni. Lo studio di T.A. Repina mostra che i bambini di 4-5 anni associano l'autostima principalmente non alla propria esperienza, ma agli atteggiamenti valutativi degli altri: "Sono bravo perché l'insegnante mi loda". A 5-7 anni, i bambini in età prescolare giustificano le caratteristiche positive di se stessi in termini di presenza di qualsiasi qualità morali. Ma anche a 6-7 anni non tutti i bambini possono motivare l'autostima.
All'età di 7 anni, un bambino subisce un'importante trasformazione in termini di autostima. Va dal generale al differenziato. Il bambino trae conclusioni sui suoi risultati in tipi diversi attività. Si accorge che affronta qualcosa di meglio e qualcosa di peggio.
Facciamo un esempio.
Adulto: Maxim, chi nel tuo gruppo mangia più velocemente?
Maxim D. (6 anni): Io, ovviamente!
Adulto: E chi pensa che sia il più veloce della classe?
Maxim (faccia concentrata, parlando a bassa voce): Misha, è sempre il primo ad alzare la mano.
Prima dei 5 anni, i bambini di solito sopravvalutano le proprie capacità. E a 5-6,5 anni raramente si lodano, anche se rimane la tendenza a vantarsi. Allo stesso tempo, il numero di stime ragionevoli è in aumento. All'età di 7 anni, la maggior parte dei bambini si valuta correttamente e si realizza in varie attività.
Nel settimo anno di vita, un bambino inizia a differenziare due aspetti dell'autocoscienza: la conoscenza di sé e l'atteggiamento verso se stessi.
Quindi, con l'autovalutazione: "A volte buono, a volte cattivo", si osserva un atteggiamento emotivamente positivo verso se stessi ("Mi piace"), o con una valutazione complessivamente positiva di "Buono", un atteggiamento di valore emotivo contenuto ("I mi piaccio un po'”) si osserva. Nei bambini di 4 anni, c'è più spesso la tendenza a giustificare l'atteggiamento emotivo e di valore verso se stessi con attrattiva estetica, piuttosto che etica ("Mi piaccio perché sono bella"). All'età di 4-5 anni c'è il desiderio di cambiare qualcosa in se stessi, anche se non si estende alle caratteristiche del carattere morale. All'età prescolare più anziana, insieme al fatto che la maggior parte dei bambini è soddisfatta di se stessa, aumenta il desiderio di cambiare qualcosa in se stessi, di diventare diversi.
Facciamo un esempio.
Maxim D. (6 anni) è un bambino molto attivo. Affinché possa soddisfare il requisito di un adulto, deve essere rimproverato. "Maxim, sei così cattivo", osserva spesso un adulto. Sentendo ancora una volta parlare della sua disobbedienza, Maxim dice tristemente: “Ebbene, perché, perché sono così!? Non voglio essere così!"
Oltre a comprendere le proprie qualità, i bambini in età prescolare più grandi cercano di comprendere i motivi delle proprie azioni e di quelle degli altri. Cominciano a spiegare il proprio comportamento, basandosi sulla conoscenza e sulle idee raccolte da un adulto e sulla propria esperienza.
Quindi, Maxim D. (6 anni) sostiene: “Io, mamma, ho paura di te, quindi sto ingannando ... (sorride). È uno scherzo... Tutto ciò che è segreto verrà scoperto un giorno. Il mistero viene sempre fuori...
Nello spiegare le azioni di altre persone, un bambino in età prescolare procede spesso dai propri interessi e valori, cioè dalla propria posizione rispetto all'ambiente.
Facciamo un esempio.
Maxim D. (b anni) ha scelto un designer nel negozio. Il ragazzo voleva acquistare un'auto progettata per bambini di 9-10 anni. Il venditore lo ha dissuaso, spiegando che era ancora piccolo per un giocattolo del genere, e si è offerto di prendere un altro costruttore. Il ragazzo ha mantenuto la sua posizione. Ma i tentativi di costruire lui stesso la macchina scelta non hanno avuto successo. "Che difficoltà!" - disse Massimo. A cui l'adulto ha risposto: "Te l'ha detto il venditore: scegline un altro". Maxim: "So perché l'ha detto ... Anche a lei piaceva questa macchina."
A poco a poco, il bambino in età prescolare inizia a realizzare non solo le sue qualità morali, ma anche esperienze, condizione emotiva.
Facciamo degli esempi.
Quando sua madre ha costretto Andryusha V. (4 anni e 11 mesi) a finire la sua zuppa, il ragazzo ha detto: "Mamma, mi hai fatto arrabbiare così tanto!"
Maxim S. (6 anni 2 mesi) e Maxim D. (6 anni) sono amici. Lunedì Maxim D. non è stato portato all'asilo. Durante una passeggiata, Maxim S. ha fatto il giro del parco giochi e si è sdraiato sulla neve. "Maxim, perché menti?" chiese l'insegnante. E il ragazzo ha risposto: “Sono così annoiato. Non c'è Maxim, non c'è nessuno con cui giocare.
Anche il bambino in età prescolare più grande è interessato ad alcuni dei processi mentali che avvengono in lui.
Ad esempio, i bambini fanno domande: "Da dove vengono i pensieri?" (Dasha N., 5 anni 3 mesi), "Perché penso a parole e non parlo?" (Maxim D., 5 anni e mesi). I bambini trovano una spiegazione nell'affermazione: "I pensieri entrano nelle loro teste, si arrampicano nelle loro teste" (Dasha N.), "Guardi qualcosa e ci sono sempre più pensieri ... sempre di più" (Maxim D .).
Naturalmente, tali spiegazioni sono lontane dalla verità, troppo specifiche e vaghe. È importante, tuttavia, che il bambino si renda conto non solo fuori da azioni e risultati, ma anche stati e processi interni.
Nell'infanzia prescolare inizia a prendere forma un altro importante indicatore dello sviluppo dell'autocoscienza: la consapevolezza di se stessi nel tempo. Il bambino inizialmente vive solo nel presente. Con l'accumulazione e la consapevolezza della sua esperienza, gli diventa disponibile una comprensione del suo passato. Un bambino in età prescolare più grande chiede agli adulti di raccontare com'era piccolo, e lui stesso ricorda con piacere alcuni episodi del recente passato. È caratteristico che, del tutto ignaro dei cambiamenti che avvengono in lui nel tempo, il bambino capisca che prima non era lo stesso di adesso: era piccolo, ma ora è cresciuto. È anche interessato al passato dei propri cari.
Facciamo un esempio.
Maxim D. (6 anni): Perché sono così forte?
Adulto: Probabilmente perché in futuro diventerai un atleta.
Maxim: Il futuro, il passato... E cos'è il futuro, il passato?
Adulto: Il passato è quello che era una volta. E il futuro è quello che sarà.
Maxim: Ah... comprensibile. Il passato è quando ero piccola, sdraiata su un petalo...
Il bambino in età prescolare sviluppa la capacità di realizzare il futuro. Il bambino vuole andare a scuola, imparare qualche mestiere, crescere per acquisire certi vantaggi.
Consapevolezza delle proprie capacità e qualità, immaginarsi nel tempo, scoprire da soli le proprie esperienze: tutto ciò costituisce la forma iniziale della consapevolezza di se stesso da parte di un bambino, l'emergere della "coscienza personale" (D.B. Elkonin). Appare verso la fine dell'età prescolare, causando nuovo livello consapevolezza del proprio posto nel sistema di relazioni con un adulto (cioè ora il bambino capisce di non essere ancora grande, ma piccolo).
Entro la fine della prima infanzia, il bambino impara il suo Genere. Durante l'intera età prescolare, i processi di socializzazione sessuale e differenziazione sessuale sono in corso intensamente. Consistono nell'assimilazione di un orientamento verso i valori del proprio genere, nell'assimilazione di aspirazioni sociali, atteggiamenti, stereotipi di comportamento sessuale. Ora il bambino in età prescolare presta attenzione non solo alle differenze tra uomini e donne nell'aspetto, nell'abbigliamento, ma anche nel modo di comportarsi. Si stanno gettando le basi delle idee sulla mascolinità e sulla femminilità. Le differenze di genere tra ragazzi e ragazze stanno crescendo nelle preferenze per attività, attività e giochi e comunicazione. Entro la fine dell'età prescolare, il bambino realizza l'irreversibilità del suo genere e costruisce il suo comportamento in accordo con esso.
Caratteristiche dello sviluppo dell'autocoscienza in età prescolare:
C'è un atteggiamento critico nei confronti della valutazione di un adulto e di un pari;
La valutazione tra pari aiuta il bambino a valutare se stesso;
Il bambino in età prescolare è consapevole delle sue capacità fisiche, abilità, qualità morali, esperienze e alcuni processi mentali;
Entro la fine dell'età prescolare si sviluppa una corretta autostima differenziata, autocritica;
Si sviluppa la capacità di motivare l'autostima;
C'è una consapevolezza di se stessi nel tempo, coscienza personale.
Rosa Druzhina
Lo sviluppo della consapevolezza di sé in età prescolare
Introduzione…. 3
1. Primo stadio plasmare la personalità del bambino. 4
2. Lo sviluppo dell'autocoscienza del bambino .... 10
Conclusione…17
Elenco della letteratura usata….18
introduzione
IN I bambini in età prescolare sviluppano la consapevolezza di sé. Questo processo consiste nel fatto che il bambino inizia ad analizzare se stesso, le sue azioni e le loro conseguenze, pensa all'atteggiamento degli altri intorno a lui e alle ragioni di tale atteggiamento, i motivi delle sue azioni diventano più consapevoli. Prerequisiti per la formazione autocoscienza apparire presto età quando il bambino inizia a separarsi dalle persone che lo circondano. Ma durante l'ingresso in età prescolare il bambino è consapevole solo del fatto stesso della sua esistenza e non ha idea delle sue qualità individuali personali che lo distinguono dagli altri. All'età di tre o quattro anni, i bambini generalmente attribuiscono a se stessi tali qualità che ricevono una valutazione positiva dagli adulti, spesso il bambino non riesce a capire quali siano esattamente queste qualità.
In anziano età prescolare i bambini possono già guardarsi oggettivamente dall'esterno e tenere conto dell'atteggiamento degli altri nei confronti delle loro azioni. Grazie a ciò, il bambino apprende le norme di comportamento nella società e modelli di ruolo positivi, che contribuiscono all'ulteriore sviluppo. sviluppo della sua personalità. Durante lo stesso periodo bambini in età prescolare iniziare a usare consapevolmente l'atteggiamento degli altri nei confronti delle loro azioni. Ad esempio, i bambini sanno già bene che la testardaggine è considerata una violazione delle norme di comportamento, ma la usano per comunicare con persone compiacenti, cercando l'adempimento del loro desiderio. Spesso, per tali scopi, un bambino può speculare con il suo fascino, che provoca tenerezza negli adulti.
1. La fase iniziale della formazione della personalità di un bambino di 3-7 anni.
Sviluppo La personalità del bambino comprende due lati. Uno di questi è che il bambino inizia gradualmente a comprendere il mondo che lo circonda e realizza il suo posto in esso; questo dà origine a nuovi tipi di motivi comportamentali, sotto l'influenza dei quali il bambino compie determinate azioni. L'altra parte - sviluppo del sentimento e della volontà. Garantiscono l'efficacia di questi motivi, la stabilità del comportamento, la sua certa indipendenza dai cambiamenti delle circostanze esterne.
Il bambino è psicologicamente separato dagli adulti vicini con cui era precedentemente indissolubilmente legato, opposto a loro in tutto. L'io del bambino si allontana dagli adulti e diventa il soggetto delle sue esperienze. C'è una sensazione "Io stesso", "Voglio", "Io posso". È caratteristico che sia durante questo periodo che molti bambini iniziano a usare il pronome "IO"(prima di allora hanno parlato di se stessi nel terzo faccia: "Sasha sta giocando", "Kate tè"). D. B. Elkonin definisce la nuova formazione della crisi di tre anni come azione e coscienza personale "Io stesso". Ma l'io proprio del bambino può distinguersi e realizzarsi solo respingendo e opponendosi a un altro io, diverso dal suo. La separazione e l'allontanamento di sé dall'adulto porta al fatto che il bambino inizia a vedere e percepire l'adulto in modo diverso. Prima di un bambino interessato principalmente agli oggetti, lui stesso era direttamente assorbito dalle sue azioni oggettive e, per così dire, coincideva con esse. Tutti i suoi affetti e le sue azioni risiedevano precisamente in questa sfera. Le azioni oggettive riguardavano la figura dell'adulto e il sé stesso del bambino. Con la separazione di sé dalla propria azione e dall'adulto, c'è una nuova scoperta di sé e dell'adulto. Gli adulti con il loro rapporto con il bambino compaiono per la prima volta nel mondo interiore della vita del bambino. Da un mondo limitato dagli oggetti, il bambino si sposta nel mondo degli adulti, dove il suo io prende un nuovo posto. Separatosi dall'adulto, entra in una nuova relazione con lui.
Il modo principale in cui gli adulti influenzano sviluppo personalità dei bambini - l'organizzazione dell'assimilazione delle norme morali. Queste norme vengono acquisite dal bambino sotto l'influenza di modelli e regole di comportamento. I modelli di comportamento per i bambini sono, prima di tutto, gli adulti stessi: le loro azioni, relazioni. Il bambino è incline a imitarli, adottare i loro modi, prendere in prestito la loro valutazione di persone, eventi, cose. Tuttavia, la questione non è limitata ai propri cari. Bambino età prescolare conosce la vita degli adulti in molti modi: guardando il loro lavoro, ascoltando storie, poesie, fiabe. Come modello per lui, il comportamento di quelle persone che provocano l'amore, il rispetto e l'approvazione degli altri agiscono. Gli adulti insegnano al bambino le regole di comportamento e queste regole diventano più complicate nel tempo. infanzia prescolare. Inoltre, sono gli adulti che organizzano il comportamento quotidiano dei bambini e forniscono esercizio in azioni positive. Presentando richieste ai bambini e valutando le loro azioni, gli adulti fanno rispettare le regole ai bambini. A poco a poco, i bambini stessi iniziano a valutare le proprie azioni, sulla base di idee su quale comportamento gli altri si aspettano da loro.
La subordinazione dei motivi è la nuova formazione più importante in sviluppo della personalità di un bambino in età prescolare. La gerarchia emergente dei motivi dà una certa direzione a tutti i comportamenti. Come sviluppo diventa possibile valutare non solo le singole azioni del bambino, ma anche il suo comportamento nel suo insieme come buono e cattivo. Se i motivi sociali e l'osservanza delle norme morali diventano i motivi principali del comportamento, nella maggior parte dei casi il bambino agirà sotto la loro influenza, senza soccombere a motivi opposti, spingendolo, ad esempio, a offendere un altro oa mentire. Al contrario, il predominio delle motivazioni del bambino che lo costringono a ricevere piacere personale, a dimostrare la sua superiorità reale o immaginaria sugli altri, può portare a gravi violazioni delle regole di comportamento. Ciò richiederà misure educative speciali volte a ristrutturare le basi della personalità in via di sviluppo sfavorevole. Naturalmente, dopo che è sorta la subordinazione dei motivi, il bambino non è necessariamente guidato dagli stessi motivi in tutti i casi. Questo non accade neanche negli adulti. Nel comportamento di qualsiasi persona si trovano molti motivi diversi. Ma la subordinazione porta al fatto che questi vari motivi perdono la loro uguaglianza, si allineano in un sistema.
Come dimostra la pratica, per la formazione autonomia nel comportamento(e poi nella discussione) il bambino deve imparare a distinguere in ogni caso il più importante, essenziale e per capire cosa è più importante. Ma questo non viene immediatamente dato ai bambini. Anche se bambino in età prescolare può essere guidato da vari a lui noti motivi: doveri, istruzioni della madre, il proprio desiderio o sentimento per un amico, non ha ancora la consueta subordinazione di tutti i motivi, la loro gerarchia. Pertanto, cinque bambino di sei anni spesso entra in situazioni di conflitto. E in loro il più delle volte obbedisce all'impulso che è emotivamente il più forte e luminoso.
Esempio: Olja (cinque anni sette mesi) addormenta la bambola spogliandola. La mamma chiama Olya a cena per la seconda volta, ma la ragazza continua a mettere la bambola. La mamma è arrabbiata per la disobbedienza. Ma Olya, a sua volta, è arrabbiata con sua madre. Non può lasciarla figlia: Dopotutto, è spogliata, come posso andarmene. Ora lo coprirò con una coperta e poi me ne andrò.
Vitya (sei anni quattro mesi) scopre che suo fratello maggiore, Borya di seconda elementare, ha ricevuto un diavolo per una lezione non appresa.
Vitya: Oh, come mamma arrabbiata! Sarai punito? Sì?
Boria: Eccone un altro, ma non dirò a mia madre del diavolo, lei non lo saprà.
Vitya: E puoi imbrogliare? Non è buono!
Boria: Bene, è meglio turbare? Non capisci niente? Come farà mia madre a sapere quando ho già corretto il diavolo, e lei non si arrabbierà, ma ora, ovviamente, si arrabbierà e volerà dentro di me. Meglio non parlare. Devi prenderti cura di tua madre.
Vitya è perplessa. Ha avuto una lezione su come aggirare il duro situazioni di vita. Ma è diventato ancora più difficile per lui decidere cosa fosse più importante.
Gli studi di K. M. Gurevich, N. M. Matyushina lo hanno dimostrato durante periodo prescolare subordinazione dei motivi, avvengono grandi cambiamenti. Un bambino di due, tre anni non ha alcun conflitto interno. Un bersaglio attraente provoca immediatamente azioni corrispondenti da parte sua. Il desiderio di ottenere ciò che ti piace è l'unico motivo delle azioni del bambino bambino in età prescolare. Ma l'introduzione del divieto introduce già complicazioni significative nelle sue azioni. Ora la necessità di obbedire alla regola entra in conflitto con il proprio desiderio. In ogni caso, devi decidere cosa è più importante. Qui nasce l'inizio della disobbedienza, quando, obbedendo ai suoi impulsi personali, il bambino ignora le richieste degli adulti.
In anziano età prescolare quando il rapporto dei bambini con gli altri diventa più complicato, quando sempre più spesso loro stessi devono determinare il proprio atteggiamento nei confronti di qualcosa, valutare le proprie azioni e regole vincolanti diventano più grandi, lo scontro di vari motivi diventa più frequente e più acuto. È particolarmente difficile per i bambini scegliere tra motivi personalmente significativi e socialmente significativi.
Personalmente significativi includono non solo vari desideri egoistici, che esprimono il bisogno del bambino di qualcosa di dolce, attraente, nell'ottenere una sorta di giocattolo, cioè motivi di guadagno personale. A personalmente significativo e sperimentato dall'autostima del bambino, dalla paura del ridicolo, dall'abbandono da parte dei coetanei per nascondere la loro incapacità, mancanza di preparazione, errore mancato, i bambini a volte ingannano, infrangono deliberatamente le regole.
D'altra parte, un bambino può rifiutare un gioco attraente a favore di un'attività più importante, anche se forse più noiosa, approvata da un adulto. Se anziano bambino in età prescolare fallito in una questione importante per lui, allora questo non può essere compensato dal piacere ricevuto da "altra riga" (come succede nei bambini). Da una delle parti sviluppo motivi del comportamento in età prescolareè quello di aumentare la loro consapevolezza. Il bambino inizia a realizzare sempre più chiaramente le forze motrici e le conseguenze delle sue azioni. Ciò diventa possibile grazie al fatto che il bambino in età prescolare sviluppa la consapevolezza di sé - una comprensione di cos'è, quali qualità possiede, come gli altri si relazionano con lui e cosa causa questo atteggiamento. Ovviamente la consapevolezza di sé si manifesta nell'autostima, cioè, nel modo in cui il bambino valuta i suoi successi e fallimenti, le sue qualità e capacità.
Ad esempio, il bambino non ha affrontato il compito proposto ed è rimasto molto turbato per questo. Ma gli è stato detto che stava ancora bene e, come tutti gli altri bambini di maggior successo, ha ricevuto un piccolo premio: una deliziosa caramella. Egli, tuttavia, prese questa caramella senza alcun piacere e si rifiutò risolutamente di mangiarla, e il suo dolore non diminuì minimamente. Per sfortuna, una caramella immeritata si è rivelata per lui "amaro".
Pertanto, all'inizio del periodo scolastico dell'infanzia, il bambino non solo diventa oggetto di attività, ma si realizza anche come soggetto. L'ho formato autocoscienza, capacità di autovalutazione delle proprie azioni, azioni, esperienze.
2. Sviluppo della consapevolezza di sé.
Sotto autocoscienza comprendere il processo di presa di coscienza della propria personalità, della propria "IO SONO" come essere fisico, spirituale e sociale. autocoscienza- questa è conoscenza e allo stesso tempo atteggiamento verso se stessi come una certa persona. Tutti gli aspetti della personalità (fisico, spirituale, sociale) sono strettamente correlati e si influenzano a vicenda. Il processo di comprensione di questi aspetti della personalità è un singolo processo complesso. La consapevolezza di se stessi come essere fisico è anche un atteggiamento verso se stessi come un certo organismo vivente con certe qualità fisiche. Quando parliamo di autocoscienza come essere spirituale, allora vengono in primo piano la conoscenza e l'atteggiamento verso se stessi, come persona che conosce, sperimenta e agisce. Infine, la consapevolezza di sé come essere sociale risiede nella consapevolezza del proprio ruolo sociale, del proprio posto nella squadra.
Emergenza e sviluppo della consapevolezza di sé bambino durante i primi 7 anni di vita sono indissolubilmente legati a sviluppo rapporti interpersonali con gli altri. Proviamo a tracciare le fasi principali di questo sviluppo.
bambino in anticipo atteggiamento dell'età verso se stessi prende in prestito dagli adulti. Pertanto, si definisce in terza persona (Dima tea, "Dai a Dasha una piramide) e spesso parla a se stesso di estranei: convince, rimprovera, ringrazia. La fusione con altre persone che il bambino sperimenta si manifesta spesso nelle sue dichiarazioni. Il ragazzo i cui genitori dicono: "Sasha, andremo a trovarti, chiede: “Mi prendiamo? Qui "noi" usato per riferirsi a tutta la famiglia, incluso il bambino stesso: tutti noi - e tu, e tu e io.
La consapevolezza di se stessi come fonte costante di vari desideri e azioni, separata dalle altre persone, avviene entro la fine del terzo anno di vita sotto l'influenza aumentare l'indipendenza pratica del bambino. Il bambino inizia a padroneggiare l'esecuzione di varie azioni oggettive senza l'aiuto dei genitori, apprende le abilità più semplici Fai da te. Padroneggia la postura eretta, la parola, l'attività di manipolazione degli oggetti. Ha sentimenti speciali, che in psicologia sono chiamati sentimenti. orgoglio: senso di orgoglio e senso di vergogna (manifestazioni primarie della componente affettivo-valoriale autocoscienza). Questo periodo si conclude con un evento davvero epocale, il bambino comincia ad affermarsi come persona per la prima volta. Comincia a capire che questa o quell'azione viene eseguita da lui. Esternamente, questa comprensione si esprime nel fatto che il bambino inizia a parlare di se stesso non nel terzo, ma nel primo faccia: "Io stesso", "Lo farò", "Voglio", "Mi dia", "Portami con te". Nel trattare con gli adulti, impara a separarsi dalle altre persone.
Entrando in età prescolare, il bambino è consapevole solo del fatto stesso che esiste, pur non sapendo veramente nulla di se stesso e delle sue qualità. Sforzati di essere presto come un bambino adulto età non tiene conto delle loro reali capacità. Ciò si rivela abbastanza chiaramente nella crisi di quegli anni.
Presto il bambino inizia a confrontarsi con gli adulti. Vuole essere come gli adulti, vuole compiere le stesse azioni, godere della stessa indipendenza e indipendenza. E non più tardi (un giorno, ma ora, qui e immediatamente. Ecco perché ha il desiderio di farlo volere: a cui aspira indipendenza, per opporre i loro desideri ai desideri degli adulti. È così che la crisi dei primi età. Gli adulti durante questo periodo sperimentano notevoli difficoltà nei rapporti con il bambino, affrontano la sua testardaggine, il negativismo.
Andryusha (2.10.) Gli piace dire parole inappropriate. Quando sei arrabbiato con tua nonna stuzzica: "nonna".
Denis (2.11.) Negativo. Chiedi: "Porta questa tazza in cucina, piccola".
Bene! Quindi, Kirill lo prenderà.
Denis corre dietro al fratello in cucina, prende una tazza, torna in camera, rimette la tazza al suo posto originale, la riprende e la porta in cucina.
Non esiste ancora un'opinione giustificata e corretta su se stesso e sul giovane bambino in età prescolare che semplicemente attribuisce a se stesso tutte le qualità positive approvate dagli adulti, spesso senza nemmeno sapere cosa siano. Quando a un bambino che affermava di essere pulito è stato chiesto cosa significasse, lui ha risposto: "Non ho paura". Altri bambini, anch'essi orgogliosi della loro pulizia, a questa domanda risposto: "Non so".
Per imparare a valutare correttamente se stesso, il bambino deve prima imparare a valutare le altre persone, che può guardare dall'esterno. E questo non accade subito. Durante questo periodo, valutando i coetanei, il bambino ripete semplicemente le opinioni espresse su di loro dagli adulti. Anche la stessa cosa accade con l'autostima("Sto bene perché lo dice mia madre").
Identificazione di genere, identificazione con membri dello stesso sesso, si sviluppa intorno ai tre anni, nel processo in cui un bambino impara a realizzarsi come futuro uomo o donna. "Sono un ragazzo" o "Sono una ragazza" diventare la conoscenza e la convinzione del bambino. Qui consapevolezza di "IO SONO" include certamente nella norma e nella consapevolezza del proprio genere. I sentimenti del proprio genere stanno normalmente già diventando stabili in un bambino di età inferiore e media età prescolare.
Secondo la percezione più da ragazzo o ragazza, il bambino inizia a scegliere i ruoli di gioco per se stesso. Allo stesso tempo, i bambini sono spesso raggruppati in giochi basati sul genere.
In junior e medio età prescolare si rivela una benevola predilezione per i bambini dello stesso sesso, che determina sviluppo della consapevolezza di sé.
A 3-4 anni i bambini non solo distinguono il genere delle persone che li circondano, ma sanno anche abbastanza bene che, a seconda del genere, diversi requisiti: le ragazze di solito giocano con le bambole e si vestono come le donne, mentre i ragazzi giocano con le macchine o, ad esempio, i vigili del fuoco.
A 4-5 anni, indipendente la valutazione del bambino delle altre persone, delle loro azioni e qualità dipende inizialmente dal suo atteggiamento nei confronti di queste persone. Ciò si manifesta, in particolare, nella valutazione delle azioni dei personaggi nelle storie e nelle fiabe. Qualsiasi atto di un eroe buono e positivo viene valutato come buono, cattivo - come cattivo. Ma gradualmente, la valutazione delle azioni e delle qualità dei personaggi viene separata dall'atteggiamento generale nei loro confronti e inizia a essere costruita sulla comprensione della situazione e sul significato che queste azioni e qualità hanno. Dopo aver ascoltato una fiaba "Teremok" il bambino risponde domande: "L'orso era buono o cattivo?" - "Male". "Perché ha fatto cose cattive?" - "Perché rovinato la torre» . - "Ti piace l'orso o no?" - "Piace. Amo gli orsi".
Man mano che imparano, le norme e le regole di comportamento diventano gli standard che il bambino utilizza per valutare le altre persone. Ma per applicare queste misure a lui stesso te stesso è molto più difficile. Le esperienze che catturano il bambino, lo spingono a determinate azioni, gli oscurano il vero significato delle azioni commesse, non consentono loro di essere valutate in modo imparziale. Tale valutazione diventa possibile solo sulla base del confronto delle proprie azioni, qualità con le capacità, le azioni, le qualità di altre persone.
Alla domanda su chi canta meglio le canzoni del gruppo, Marina Lui parla: “Galya e io. Bene, Lena canta. E io e Galya torniamo un po '. Io sono un po' brava e Galya è un po' brava.
Fede nella questione di chi è meglio in grado di essere in servizio, risposte: "Tutti i ragazzi sono in servizio bene, tutti sono i migliori".
All'anziano età prescolare(dai 6-7 anni) l'atteggiamento verso se stessi cambia di nuovo in modo significativo. A tale età i bambini iniziano a realizzare non solo le loro azioni e qualità specifiche, ma anche i loro desideri, esperienze, motivazioni, che, a differenza delle caratteristiche oggettive, non sono oggetto di valutazione e confronto, ma uniscono e consolidano la personalità del bambino nel suo insieme (Voglio, amo, aspiro, ecc.) tutto ciò si riflette nel rafforzamento della componente soggettiva autocoscienza e nei cambiamenti nel rapporto di un bambino di 6-7 anni con altre persone. Il sé del bambino non è più così crudelmente fissato sui propri meriti e sulla valutazione delle proprie qualità oggettive, ma è aperto alle altre persone, alle loro gioie e ai loro problemi. autocoscienza il bambino va oltre le sue caratteristiche oggettuali e si apre alle esperienze degli altri. L'altro figlio diventa non solo un essere opposto, non solo un mezzo autoaffermazione e oggetto di confronto con se stessi, ma anche personalità preziosa, oggetto di comunicazione e circolazione del proprio io integrale, per questo i bambini aiutano volentieri i loro coetanei, entrano in empatia con loro e non percepiscono i successi degli altri come la loro sconfitta.
Questa è la logica generale della normalità sviluppo dell'età relazioni interpersonali del bambino con altre persone. Tuttavia, non è sempre implementato in sviluppo di bambini specifici. È risaputo che ci sono varie opzioni individuali in sviluppo la personalità dei bambini e il loro rapporto con i coetanei. Di particolare interesse sono le forme problematiche delle relazioni interpersonali (aumento del conflitto, timidezza, insicurezza, aggressività). Un'analisi speciale delle caratteristiche psicologiche di tale problematica bambini in età prescolare(ricerca di A. G. Ruzskaya, L. N. Galiguzova, E. O. Smirnova, 2001) ha mostrato che tutti questi bambini non differiscono dai loro coetanei in termini di sviluppo dell'intelligenza, arbitrarietà o attività di gioco. Ragioni psicologiche le loro difficoltà risiedono altrove.
Nonostante le evidenti differenze nelle manifestazioni comportamentali, tutte le forme problematiche delle relazioni interpersonali si basano su un'unica base psicologica. In termini generali, potrebbe essere definita come una fissazione sulle proprie qualità oggettive o la predominanza di un atteggiamento valutativo e oggettivo verso se stessi e gli altri. Questa fissazione genera una valutazione costante di se stessi, auto affermazione. Dimostrazione dei loro meriti, ecc.
Così, bambini aggressivi avere un forte desiderio di auto affermazione, protezione del proprio Sé, prova della propria forza e superiorità; altri diventano un mezzo per loro autoaffermazione e soggetto a costante autoconfronto. Caratteristica distintiva conflitto bambini in età prescolareè un intenso bisogno di riconoscimento e rispetto da parte dei pari, per mantenere e rafforzare un positivo autostima. Al centro della timidezza dei bambini c'è la fissazione su se stessi, il dubbio costante sul valore della propria personalità. L'ansia per se stessi e la paura di giudicare gli altri oscurano il contenuto delle attività congiunte e della comunicazione. Come si può vedere, al centro di più varie violazioni le relazioni interpersonali si trovano caratteristiche autocoscienza del bambino.
È significativo che in conflitto, estremamente attivo, aggressivo bambini in età prescolare e nei bambini timidi, rivelato caratteristiche comuni autostima. In generale, una valutazione positiva dei Serya si discosta nettamente dalla loro valutazione di se stessi attraverso gli occhi degli altri. Avere un generale alto autostima e considerandosi il migliore, il bambino dubita dell'atteggiamento positivo degli altri, soprattutto di quelli sconosciuti. Nel caso della timidezza, questa discrepanza si esprime in incertezza, chiusura in se stessi, ansia e paura di nuove situazioni; nel caso dell'aggressività - nella dimostratività e nel costante desiderio di dimostrare i propri vantaggi, di affermare se stessi, tuttavia entrambe le opzioni si basano su un'unica base mentale: la fissazione su se stessi autostima e immagine di sé. "IO SONO" il bambino, per così dire, si fonde, coincide con la propria immagine e si sforza di mantenerla. Si guarda costantemente attraverso gli occhi di un altro, come se si trovasse in un sistema di specchi. Alcuni bambini cercano di nascondersi da questo sguardo, di chiudersi in se stessi. Altri, al contrario, si ammirano, dimostrano i loro meriti. Ma in entrambi i casi, questi specchi ti permettono di vedere solo te stesso, chiudendo il mondo intorno a te e alle altre persone, nelle quali vedono solo un atteggiamento verso se stessi, ma non se stessi.
Così, autocoscienza e l'atteggiamento verso gli altri sono indissolubilmente legati e si condizionano a vicenda; in tutte le fasi sviluppo dell'età l'atteggiamento verso gli altri riflette le caratteristiche della formazione autocoscienza il bambino e la sua personalità nel suo insieme.
Conclusione
autocoscienza- questo è un tratto della personalità che dipende dalle caratteristiche individuali del bambino e, principalmente, dalle condizioni della sua vita, educazione ed educazione. In manifestazione consapevolezza di sé nei bambini in età prescolare ci sono qualità completamente opposte. I bambini educati correttamente si rendono conto che non è bene dire una bugia, che devono essere educati, modesti, ammettere sinceramente i loro misfatti e errori: così ispirare genitori e insegnanti. Ma ci sono bambini che non sono adeguatamente cresciuti in famiglia. Genitori e parenti li trasformano in oggetto di culto. Tutte le loro richieste vengono subito soddisfatte, vengono lodati, coccolati. Questi bambini diventano capricciosi, egoisti, sfacciato e ruvido, non vogliono obbedire alle regole, perché in famiglia sono stati instillati con il torto autocoscienza: ridondante presunzione, abbandono di altre persone - adulti e bambini.
Elenco della letteratura usata
1. Venger L.A., Mukhina V.S. Psicologia. - M., 2013.
2. Lyublinskaya A. A. Psicologia infantile. - M., 2011.
3. Kravchenko A. I. Psicologia e pedagogia: Esercitazione. – M.: RIOR, 2010.
4. Smirnova E. O. Psicologia infantile. - M., 2010.
5. Sorokoumova E.A. Psicologia legata all'età. - San Pietroburgo: Pietro, 2013.
6. Uruntaeva G. A. Psicologia bambino in età prescolare. Lettore. - M., 2012.
Protesta - ribellione, quando tutto nel comportamento del bambino inizia ad avere un carattere di protesta;
Un sintomo del deprezzamento di un adulto, il suo discredito;
Il desiderio di dispotismo è il desiderio di esercitare il potere dispotico nei confronti degli altri;
Gelosia verso i più piccoli e i più grandi, se in famiglia ci sono ancora figli;
Reazioni di natura nevrotica o psicopatica (paure, sonno agitato, enuresi notturna, grave difficoltà nel parlare, ecc.).
Caratteristiche dello sviluppo dell'autocoscienza in tenera età:
Il bambino comincia a separare le azioni dall'oggetto e se stesso dalle sue azioni;
La vera indipendenza si sviluppa gradualmente, come evidenziato dalla manifestazione della definizione degli obiettivi e della determinazione;
C'è orgoglio per i propri risultati: una neoplasia personale della prima infanzia.
§ 3. Sviluppo dell'autocoscienza in età prescolare
In un bambino in età prescolare, il contenuto dell'immagine di sé include un riflesso delle sue proprietà, qualità e capacità. I dati sulle loro capacità si accumulano gradualmente a causa dell'esperienza di varie attività, della comunicazione con adulti e coetanei. Le idee del bambino su se stesso sono integrate da un atteggiamento appropriato verso se stesso. La formazione dell'immagine di sé avviene sulla base dello stabilire collegamenti tra l'esperienza individuale del bambino e le informazioni che riceve nel processo di comunicazione. Stabilendo contatti con le persone, confrontandosi con loro, confrontando i risultati delle sue attività con i risultati di altri bambini, il bambino riceve nuove conoscenze non solo su un'altra persona, ma anche su se stesso.
Il bambino in età prescolare sviluppa la componente più complessa dell'autocoscienza: l'autostima. Sorge sulla base della conoscenza e dei pensieri su se stessi.
La valutazione di se stesso da parte di un bambino in età prescolare dipende in gran parte da come lo valuta un adulto. Le sottovalutazioni hanno l'impatto più negativo. E quelli sopravvalutati distorcono le idee dei bambini sulle loro capacità nella direzione di esagerare i risultati. Ma allo stesso tempo svolgono un ruolo positivo nell'organizzazione delle attività, mobilitando la forza del bambino.
introduzione
1 Scelta dei metodi di ricerca
Conclusione
Bibliografia
introduzione
Il problema dell'autocoscienza è uno dei più difficili in psicologia. Il modo più efficace per studiarlo è studiare la genesi dell'autocoscienza, che si forma principalmente sotto l'influenza di due fattori principali: l'attività pratica del bambino e le sue relazioni con altre persone.
In età prescolare, l'emergere dell'autocoscienza è considerato il risultato più importante nello sviluppo della personalità. Pertanto, la determinazione delle condizioni psicologiche per la formazione dell'autocoscienza e l'identificazione delle principali cause di deviazioni indesiderate nel suo sviluppo diventa particolarmente rilevante per la corretta costruzione delle basi della futura personalità del bambino.
È generalmente riconosciuto che l'autocoscienza è una formazione mentale molto complessa, costituita da un numero di unità strutturali. Tuttavia, riguardo alle componenti che compongono la struttura dell'autocoscienza, le opinioni dei diversi ricercatori non sempre coincidono.
I. I. Chesnokova offre una comprensione dell'autocoscienza come unità di tre componenti: conoscenza di sé, atteggiamento emotivo e di valore verso se stessi e autoregolazione del comportamento della personalità.
V.S. Merlin ha individuato quattro componenti principali nella struttura dell'autocoscienza, che propone di considerare come fasi del suo sviluppo: coscienza dell'identità, coscienza dell'io, pensiero astratto, autostima sociale e morale.
L. D. Oleinik parla di sei aspetti di questa struttura: benessere, conoscenza di sé, autostima, autocritica, autocontrollo e autoregolamentazione.
La struttura psicologica dell'autocoscienza è presentata in modo diverso nell'approccio di I.S. Kohn, che distingue tre componenti dell '"io" dal punto di vista della loro subordinazione gerarchica: "io" attivo, agente, "io sono un concetto". Queste funzioni sono svolte da meccanismi interni di autoconoscenza e autostima.
Un'altra versione della struttura dell'autocoscienza è stata proposta da Mukhina. Secondo Mukhina, la struttura dell'autocoscienza di una persona rappresenta l'unità dei seguenti cinque legami: un nome proprio, una pretesa di riconoscimento, l'identificazione di genere, il tempo psicologico di una persona e lo spazio sociale di una persona.
Pertanto, diversi componenti della struttura dell'autocoscienza sono stati studiati sperimentalmente in modo diverso. La questione dell'autostima viene in primo piano. Le domande sulla conoscenza di sé, nonostante la loro rilevanza, sono rimaste, per così dire, estranee al flusso principale della ricerca psicologica.
La maggior parte dei lavori dedicati allo studio dell'autostima la analizza come una formazione già consolidata. Questi lavori riguardano principalmente l'età scolare e considerano, da un lato, le funzioni dell'autostima diversi stadi questa età e, d'altra parte, il ruolo di vari fattori nel suo sviluppo e miglioramento. Le più caratteristiche in questa direzione sono le opere di L. I. Bozhovich, A. V. Zakharova e T. Yu Andryushchenko, A. I. Lipkina, E. I. Savonko, P. M. Yakobson.
io. Chesnokova osserva che l'autostima è una formazione speciale nella struttura dell'autocoscienza, che svolge la funzione di valutare le capacità di un individuo e confrontarle con i requisiti della situazione di comportamento, sulla base della quale viene effettuata la sua regolazione fuori.
I ricercatori stranieri di solito definiscono l'autovalutazione come una delle tre componenti del concetto di sé. L'autostima è considerata come una valutazione affettiva delle idee dell'individuo su se stesso, che possono avere intensità diverse, poiché caratteristiche specifiche dell'immagine dell '"io" provocano emozioni più o meno forti e potenziali reazioni comportamentali.
Pertanto, l'analisi della ricerca psicologica dedicata allo studio della personalità consente di individuare tre opzioni per interpretare l'autostima e la sua rappresentazione nell'autocoscienza dell'individuo.
Un'analisi del problema dello sviluppo dell'autocoscienza nei bambini in età prescolare indica che in tempi recenti lo studio dell'atteggiamento emotivo dei bambini moderni verso se stessi non è stato oggetto di ricerca. Pertanto, il problema del nostro studio è testare sperimentalmente i cambiamenti negli atteggiamenti dei bambini verso se stessi nell'attuale situazione sociale.
Oggetto di studio: il processo di sviluppo dell'autocoscienza dei bambini in età prescolare.
Materia di studio: atteggiamento emotivo bambino in età prescolare a se stesso come componente della consapevolezza di sé.
Lo scopo dello studio: identificare le caratteristiche dell'atteggiamento emotivo dei bambini in età prescolare moderni verso se stessi.
Ipotesi di ricerca: l'autostima di un bambino in età prescolare è caratterizzata da:
integrità (il bambino non distingue tra se stesso come soggetto di attività e se stesso come persona);
mancanza di obiettività e validità;
bassa riflessività e differenziazione debolmente espressa;
la presenza di un livello di sinistro sopravvalutato.
Gli obiettivi della ricerca:
Determinare l'essenza teorica e la struttura dell'autocoscienza dell'individuo.
Espandere il concetto di autostima come componente strutturale dell'autocoscienza dei bambini in età prescolare.
Rivelare sperimentalmente le caratteristiche dell'atteggiamento emotivo dei moderni bambini in età prescolare verso se stessi.
Metodi di ricerca:
)teorico: analisi teorica della ricerca psicologica sul problema dello sviluppo dell'autocoscienza e dell'autostima dell'individuo.
)empirico: metodi diagnostici: "Cosa sono io?" (R.N. Nemova), "Cosa sei?" (O.A. Belobrykina); colloquio diagnostico.
Capitolo 1. Aspetti teorici dello studio dell'autocoscienza della personalità
1 Essenza e struttura dell'autocoscienza
autocoscienza psicologica in età prescolare emotiva
Sono stati scritti molti articoli scientifici sulla definizione del concetto di persona, si sono tenuti molti convegni scientifici. Se proviamo a generalizzare la ricerca degli scienziati in questo campo, possiamo dare la seguente definizione, che è data in molti libri di testo di filosofia, psicologia e pedagogia: una persona è un essere vivente che ha coscienza, parola, crea e usa strumenti . Come puoi vedere, la coscienza viene prima di tutto.
Allo stesso tempo, si è rivelato più difficile definire il concetto di "coscienza" che definire il concetto di "uomo". Di solito, in dizionari speciali, la coscienza è interpretata come "il più alto livello di sviluppo della psiche, peculiare solo di una persona", ma tale definizione non riflette la piena diversità e specificità di questo concetto. Esistono anche definizioni più complesse e difficili da ricordare, in cui, tuttavia, si tenta di individuare le caratteristiche più essenziali della coscienza. Ad esempio, ne daremo solo uno, fornito dal filosofo e psicologo russo A. G. Spirkin. A suo avviso, “la coscienza è la funzione più alta del cervello, peculiare solo dell'uomo e associata alla parola, che consiste in una riflessione generalizzata, valutativa e mirata e trasformazione costruttiva e creativa della realtà, in una costruzione mentale preliminare di azioni e anticipazione dei loro risultati, nella ragionevole regolamentazione e nell'autocontrollo del comportamento umano".
Riassumendo quanto detto in precedenza circa la definizione del concetto di "coscienza", possiamo affermare quanto segue:
la coscienza è caratterizzata dalla capacità di una persona di distinguersi dalla realtà circostante, che non è disponibile per molti animali, in altre parole, per una persona, il mondo che la circonda inizia ad agire come una realtà oggettiva (cioè indipendente da lui), a seguito della quale nasce la capacità di distinguere secondo il tipo "io". - non io";
una persona generalmente riflette la realtà circostante e, usando la parola, fissa questo riflesso nella sua conoscenza, che può trasmettere di generazione in generazione;
le persone sono in grado di anticipare e pianificare il proprio comportamento, stabilire e raggiungere obiettivi di vita;
siamo parziali nei confronti del mondo, esprimendo la nostra parzialità in emozioni, sentimenti, esperienze, ecc.
Poiché la nostra coscienza funziona nel sistema "io-non io", al suo centro c'è l'io, che funge da iniziatore del comportamento e dell'attività, l'intero insieme di diverse relazioni. Ognuno di noi sa cos'è il proprio Sé, ma per donarlo definizione scientifica anche difficile. Per dirla abbastanza semplicemente, sono una persona vista dall'interno, la capacità di una persona di distinguersi dall'ambiente e agire come soggetto (iniziatore) della propria attività e comportamento.
Quindi, essere un essere umano significa avere coscienza, cioè avere la capacità di distinguersi dal mondo esterno circostante, di formare un certo atteggiamento nei confronti di questo mondo, di interagire con esso, di apportare cambiamenti mirati in esso. Se invece del "non io" del mondo esterno mettiamo l'"io", si forma il sistema "io-io" e otteniamo una realtà mentale completamente diversa, che si chiama autocoscienza. In altre parole, una persona, avendo coscienza, ha inevitabilmente autocoscienza, cioè la capacità di autoconoscenza, l'atteggiamento emotivo e di valore verso se stessi, la capacità di autocontrollo e autoregolazione [Maralov, 2004].
La struttura dell'autocoscienza di una persona è un insieme di connessioni stabili nella sfera degli orientamenti di valore e della visione del mondo di una persona, che assicurano la sua integrità e identità uniche a se stesso. La struttura dell'autocoscienza di una persona, assumendo la conservazione dei significati e dei significati di base durante i cambiamenti esterni e interni, è costruita all'interno del sistema che la genera: la comunità umana a cui appartiene questa persona.
La personalità è tradizionalmente considerata come un individuo umano, un prodotto della comunicazione e della cognizione, determinato dalle specifiche condizioni storiche della società. Allo stesso tempo, la personalità è individuale. Pertanto, una persona è generalmente definita come un essere individuale. relazioni pubbliche. Questa definizione comporta la seguente comprensione: 1) la personalità è il sociale in noi (l'essere delle relazioni sociali); 2) la personalità è l'individuo in noi (esistenza individuale delle relazioni sociali) [Mukhina, 1985].
Sulla base dell'analisi di diversi punti di vista sulla struttura della personalità e sulla sua autocoscienza, A.A. Nalchajian suggerisce la seguente struttura della personalità:
- "io", il centro della personalità;
I-concetto, o autocoscienza "I", che consiste in immagini I stabili;
I-image situazionali o operative;
Proprietà della personalità (tratti caratteriali, abilità, ecc.).
Tutto quanto sopra sono "sfere" della personalità, la loro intera struttura è centrata attorno all '"io".
"Io" intendiamo come il centro della personalità e la sua autocoscienza. L'"io" è l'istanza centrale organizzatrice, integratrice e regolatrice della psiche, il principale risultato dello sviluppo mentale ontogenetico dell'individuo. "Io" svolge le sue funzioni a livello conscio-subconscio e la sua struttura non sale essenzialmente al livello della coscienza. La designazione con la parola "io" crea l'illusione della piena consapevolezza di questa istanza centrale della personalità, infatti vive e svolge le sue funzioni inconsciamente, sia nello stato di veglia che di sonno. Essendo l'istanza centrale della personalità, "io" ha l'autocoscienza o il concetto di io (rappresentazione, un insieme di conoscenze su se stessi). Il concetto di sé è una struttura generale dell'autocoscienza appartenente all'io. Sul diagramma, circonda la sfera dell '"io" e consiste, a sua volta, in sottostrutture strettamente correlate o immagini I relativamente stabili. Queste immagini io stabili (che significano una persona matura la cui formazione dell'autocoscienza è sostanzialmente completata e soggetta solo a cambiamenti situazionali e superficiali) hanno ricevuto nella letteratura psicologica "io attuale", "io reale", "io ideale", ecc. . [Lisina, Silvestro, 1983].
La struttura psicologica dell'autocoscienza nell'approccio di IS Kon include tre componenti dell '"io" in termini di subordinazione gerarchica:
Attivo, agente "io" - regolatore - principio organizzativo dell'essere; corrisponde a meccanismi psicologici come l'autoregolazione e l'autocontrollo.
"I" riflessivo e categorico - l'idea di se stesso di un individuo, inquadrata nel cosiddetto "concetto I", consapevole e categorizzato. Queste funzioni sono svolte da meccanismi interni di autoconoscenza e autostima.
"I - sperimentato" non verbalizzato, non categorico e spesso inconscio; questa sottostruttura è rappresentata nella vita mentale dal processo di autopercezione [Kon, 1978].
V.S. Merlin ha individuato quattro componenti principali nella struttura dell'autocoscienza, che propone di considerare come fasi del suo sviluppo:
coscienza dell'identità, i cui inizi compaiono già all'età di 11 mesi, quando il bambino inizia a distinguere le sensazioni emanate dal proprio corpo dalle sensazioni causate da oggetti esterni;
coscienza dell'io come principio attivo, come soggetto di attività, che compare all'età di 2-3 anni, quando il bambino padroneggia i pronomi personali e compare la prima fase del negativismo infantile, espressa dalla formula “io stesso ...”;
consapevolezza delle proprie proprietà mentali, che deriva dalla generalizzazione dei dati dell'osservazione di sé e offre quindi un pensiero astratto sufficientemente sviluppato;
autostima sociale e morale, la cui capacità si forma nell'adolescenza e nella giovinezza sulla base dell'esperienza accumulata di comunicazione e attività.
Un'altra versione della struttura dell'autocoscienza è stata proposta da V.S. Mukhina. Secondo lei, la struttura dell'autocoscienza di una persona rappresenta l'unità dei seguenti cinque anelli:
Un nome proprio è il primo anello nella struttura dell'autocoscienza, un nome identificato con l'individualità corporea e spirituale di una persona. Il nome è un cristallo di personalità che forma e personalizza una persona durante la vita.
Il corpo è il corpo umano nelle sue forme e manifestazioni fisiche esterne. Nell'uomo, il fisico e lo spirituale sono indissolubilmente legati. Il corpo è portatore delle proprietà mentali e spirituali di una persona.
La richiesta di riconoscimento è la presentazione da parte di una persona dei suoi diritti al rispetto pubblico da parte delle persone.
L'identificazione di genere è l'unità dell'autocoscienza, dei motivi del comportamento, delle azioni nella vita quotidiana di una persona che si classifica come un certo genere e assume il ruolo di genere appropriato prescritto dalle tradizioni.
Tempo psicologico personalità - il quarto anello nella struttura dell'autocoscienza. Una persona nella sua autocoscienza pensa alla sua persona in tre tempi: nel passato individuale, nel presente e nel futuro. Allo stesso tempo, proviene dal passato, dal presente e dal futuro della sua etnia, dal suo stato e, infine, può essere incluso nel passato, nel presente e nel futuro dell'umanità. Il grado di inclusione in tutte le dimensioni del tempo determina i significati e i significati che una persona attribuisce alla sua esistenza sulla Terra, i doveri che si impone e segna anche il livello di sviluppo della personalità stessa.
Lo spazio sociale dell'individuo è il quinto anello nella struttura dell'autocoscienza. Lo spazio sociale dell'individuo sono le condizioni per lo sviluppo e l'esistenza di una persona, che lo introducono psicologicamente nella sfera dei diritti e dei doveri [Mukhina, 1985].
L'autoconoscenza è il legame iniziale e la base per l'esistenza e la manifestazione dell'autocoscienza. Questo è un processo di autoosservazione, il controllo cosciente di una persona del suo comportamento e delle sue attività, trasformandolo in un oggetto di influenze educative in un vero soggetto di educazione.
Attraverso la conoscenza di sé, una persona arriva a una certa conoscenza di se stessa. Questa conoscenza è inclusa nel contenuto dell'autocoscienza come suo nucleo. L'autoconoscenza di una persona può realizzarsi solo attraverso la relazione questa persona ad altre persone, attraverso varie forme di connessione del suo "io" con l'"io" degli altri.
La conoscenza di sé come processo si manifesta nel suo movimento continuo da una conoscenza di se stessi a un'altra conoscenza, il suo raffinamento, approfondimento, espansione, ecc. La condizione principale che determina la continuità dei cambiamenti nella conoscenza di se stessi è il dinamismo della realtà attuale stessa e le interazioni con le altre persone. In connessione con la necessità di un adeguato adattamento di una persona in coloro che la circondano condizioni sociali deve sempre rivolgersi al suo "io", migliorare la conoscenza di se stesso, principalmente con l'obiettivo di una regolazione più differenziata del comportamento. La conoscenza di sé, come qualsiasi altra forma di conoscenza, non porta al risultato finale, una conoscenza assolutamente completa. Qualsiasi conoscenza di se stessa è un'unità di opposti: relativa e assoluta. Atteggiamento di valore emotivo verso se stessi - un tipo specifico esperienze emotive, che riflettono l'atteggiamento dell'individuo nei confronti di ciò che apprende, comprende, "scopre" su se stessa. Le esperienze sono una condizione necessaria per l'esistenza di un atteggiamento di valore emotivo di una persona verso se stesso, poiché è attraverso di esse che si realizza il significato di valore per la propria personalità. varie relazioni a se stessi, agiscono come una sorta di criterio di segnalazione positiva e negativa di forme di auto-relazione.
Cognizione proprie relazioni agli oggetti e ai fenomeni del mondo reale si svolge nel processo di consapevolezza delle esperienze. Qualsiasi nuova conoscenza diventa un contenuto stabile della coscienza solo se è combinata con l'atteggiamento corrispondente e se ne sperimenta il significato personale. Nel corso dello sviluppo della personalità, della coscienza e della sua capacità cognitiva, anche la sfera delle esperienze si espande, arricchendosi di nuovi contenuti.
L'autoregolazione del comportamento è una forma di regolazione del comportamento, che implica il momento dell'inclusione in esso dei risultati dell'autoconoscenza e dell'atteggiamento di valore emotivo verso se stessi, e che funge da prerequisito iniziale per il dispiegamento di un consapevole, propositivo attività di una persona per trasformare la sua sfera spirituale e fisica.
L'autoregolazione è strettamente correlata a componenti emotive dell'autocoscienza come l'autostima. Descrivendo l'autoregolamentazione, si possono distinguere due livelli. Il primo ha chiari limiti temporali per la sua attuazione; è caratterizzato da uno specifico atto comportamentale, che include le proprie valutazioni effetto raggiunto comportamenti che si concludono con una presa di coscienza più o meno chiara di tali valutazioni. Il secondo livello si estende nel tempo ed è associato alla pianificazione della personalità di cambiamenti mirati in sé, che realizzano costantemente un certo obiettivo educativo in relazione a se stessa [Chesnokova, 1977].
2 L'autostima come componente emotiva dell'autocoscienza di un bambino in età prescolare
Tradizionalmente in psicologia, W. James è considerato il fondatore dello sviluppo del problema dell'autostima umana. Il problema dell'autocoscienza aspetto importante qual è l'immagine del Sé, fu da lui posta nel 1892. Il fatto, già chiaro agli antichi pensatori, che una persona può conoscere non solo il mondo esterno circostante, ma anche se stesso, è stato presentato da W. James in chiari termini psicologici .
L'individuo che conosce se stesso è stato chiamato l'io-soggetto e quelle caratteristiche che può scoprire e conoscere in se stesso - l'io-oggetto. Ha individuato nel contenuto dell'oggetto-io l'io fisico - ciò che una persona può chiamare suo (qui è stata inclusa una gamma molto ampia di oggetti), l'io sociale - come una persona appare agli altri e l'io spirituale - ciò che costituisce l'essenza psicologica di una persona.
Nel suo concetto dell'idea di realizzazione dell'ideale I, si basa il concetto di autostima, che è definito come una relazione matematica - i reali risultati dell'individuo rispetto alle sue affermazioni. Chi raggiungerà nella realtà le caratteristiche che lo definiscono immagine perfetta Io, che devo avere un'alta autostima. Nella sua comprensione, è una formazione emotiva. L'autore vede nell'autostima solo la soddisfazione del soggetto con se stesso o, al contrario, l'insoddisfazione con se stesso. Se una persona avverte un divario tra queste caratteristiche e la realtà dei suoi risultati, è probabile che la sua autostima sia bassa. Per James, la nostra autostima dipende da ciò che vorremmo diventare; quale posizione vorresti occupare in questo mondo; questo serve come punto di riferimento nella nostra valutazione dei nostri successi o fallimenti [James, 1991]. AV Zakharova osserva che il nucleo dell'autostima sono i valori accettati dal soggetto, che determinano le specificità del suo funzionamento come meccanismo di autoregolazione e auto-miglioramento, e ha tentato di sviluppare un modello strutturale-dinamico di autostima. Quest'ultimo, a suo avviso, funziona in due forme principali: generale e privato (parziale). Le autovalutazioni private riflettono la valutazione del soggetto delle sue manifestazioni e qualità specifiche. L'autovalutazione generale è un sistema gerarchico di autovalutazioni private che interagiscono dinamicamente tra loro. In esso si distinguono due componenti: l'atteggiamento affettivo-valoriale di una persona verso se stesso e quello cognitivo, a quest'ultimo essendo assegnato il ruolo di primo piano, in quanto generalizza e sintetizza le autovalutazioni più significative per il soggetto. L'autostima generale e privata sono caratterizzate da una serie di indicatori presentati sotto forma di opposizioni: adeguata - inadeguata, alta - bassa, stabile - instabile, ecc. Zakharova distingue i seguenti tipi di autovalutazione: predittiva, effettiva e retrospettiva, le cui caratteristiche sono rispettivamente il livello delle affermazioni, le azioni di autocontrollo e la misura della criticità [Zakharova, 1979].
È. Kohn definisce l'autostima come "una componente dell'autocoscienza, che include, insieme alla conoscenza di se stessi, una valutazione di se stessi, delle proprie capacità, qualità morali e azioni" [Kon, 1978].
Secondo R. Burns, l'autostima riflette il grado in cui un individuo sviluppa un senso di autostima, un senso del proprio valore e un atteggiamento positivo nei confronti della propria personalità. Pertanto, l'autostima negativa comporta abnegazione, rifiuto di tutto ciò che entra nella sfera del Sé umano; riduce il livello delle aspirazioni di una persona, limitando le sue prospettive di vita [Burns, 1986].
L'autostima si riferisce alle formazioni centrali della personalità, il suo nucleo, determinando in larga misura l'adattamento sociale della personalità, ed è il regolatore del suo comportamento e delle sue attività. La formazione dell'autostima avviene nel processo di attività e interazione interpersonale [Rean, 2001].
S. Coopersmith definisce l'autostima come l'atteggiamento di un individuo verso se stesso, che si sviluppa gradualmente e acquisisce un carattere abituale: si manifesta sotto forma di approvazione o disapprovazione, il cui grado determina la convinzione dell'individuo nel proprio valore, significato . In altre parole, l'autostima è un giudizio personale sul proprio valore, che si esprime negli atteggiamenti caratteristici dell'individuo. Pertanto, l'autostima riflette il grado in cui un individuo sviluppa un senso di autostima, un senso del proprio valore e un atteggiamento positivo verso tutto ciò che rientra nell'ambito del suo "io" [Coopersmith, 1976].
Pertanto, l'autostima, essendo una specifica formazione individuale-personale, è uno stimolo diretto e regolatore del comportamento e dell'attività, che ha un complesso di funzioni, tra cui la più significativa è la funzione di regolare le relazioni tra una persona e la società quando si confrontano la propria identità. Formata nella prima infanzia, autostima a lungo rimane abbastanza plastico, il che consente di creare alcune condizioni per il suo cambiamento in caso di violazione di adeguatezza e positività. La formazione di un'adeguata autostima, cioè un atteggiamento realistico, stabile, non situazionale del soggetto verso se stesso, è direttamente correlata ai problemi dell'istruzione, della formazione e dello sviluppo.
La conoscenza del meccanismo, dell'essenza, della struttura e dei modelli di formazione dell'autostima è una condizione necessaria per gestire il processo di "realizzazione di sé" in una persona in crescita, attuando una costruzione sociale essenza umana in età diverse e soprattutto in quello più significativo, che determina l'intera vita successiva di un individuo in età prescolare. Un bambino in età prescolare diventa indipendente, più indipendente dagli adulti. Le sue relazioni con gli altri si espandono e diventano più complesse. Ciò rende possibile realizzarsi più pienamente e profondamente e apprezzarlo. Tutti vita mentale il bambino si sviluppa sotto l'influenza delle valutazioni degli altri; a testa nuova esperienza, nuove conoscenze, abilità acquisite dal bambino vengono valutate da altri. E presto il bambino stesso inizia a cercare una valutazione delle sue azioni, il rafforzamento della correttezza o inesattezza della realtà che conosce.
Un cambiamento significativo nello sviluppo della personalità di un bambino in età prescolare è il passaggio dalla valutazione del soggetto di un'altra persona alla valutazione delle sue proprietà personali e degli stati interni di se stesso.
Lo sviluppo dell'autocoscienza è in stretta connessione con la formazione della sfera cognitiva e motivazionale del bambino. Sulla base del loro sviluppo, alla fine del periodo prescolare, appare un'importante nuova formazione: il bambino è in grado in una forma speciale di essere consapevole di se stesso e della posizione che attualmente occupa, cioè il bambino ha “consapevolezza del suo “io” sociale e l'emergere di questa base di posizione interiore. Questo cambiamento nello sviluppo dell'autostima è importante nella prontezza psicologica di un bambino in età prescolare a studiare a scuola, nel passaggio al livello di età successivo. In aumento verso la fine del periodo prescolare e di autonomia, criticità di valutazione e autostima dei bambini.
Le osservazioni e il ragionamento valutativo dei bambini ci consentono di delineare alcune tendenze e caratteristiche nello sviluppo della valutazione e dell'autostima dei bambini. Mentono nel fatto che nel valutare i propri compagni e se stessi, i bambini in età prescolare non distinguono alcun tratto caratteristico individuale. La loro valutazione è di carattere generale, indifferenziato: “cattivo”, “buono”, “intelligente”, “stupido”. Molti bambini in età prescolare media, e talvolta più anziana, usano questi concetti in modo inadeguato, poiché non sono ancora stati formati. I bambini usano i concetti di "buono", "intelligente", "obbediente" come identici, così come inseriscono il contenuto del concetto di "cattivo" nei concetti di cattivo, "stupido". In età prescolare, la valutazione e l'autostima sono di natura emotiva.
Un confronto dell'autostima di un bambino in età prescolare in diversi tipi di attività mostra un grado disuguale della sua obiettività ("rivalutazione", " valutazione adeguata”, “sottovalutazione”). La correttezza dell'autovalutazione dei bambini è in gran parte determinata dalle specificità dell'attività, dalla visibilità dei suoi risultati, dalla conoscenza delle proprie capacità ed esperienza nella loro valutazione, dal grado di assimilazione dei veri criteri di valutazione in quest'area, dal livello di rivendicazioni del bambino in questa o quell'attività. Quindi è più facile per i bambini dare un'adeguata autovalutazione del disegno che ha realizzato su un argomento specifico, piuttosto che valutare correttamente la loro posizione nel sistema delle relazioni personali.
È stato stabilito che lo stato, la posizione del bambino nel gruppo influisce anche sull'autostima del bambino in età prescolare. Quindi, ad esempio, la tendenza a sopravvalutare è più spesso riscontrata da bambini "impopolari", la cui autorità nel gruppo è bassa; sottovalutazione - "popolare" il cui benessere emotivo è abbastanza buono.
Durante l'infanzia prescolare, viene mantenuta un'autostima positiva generale, basata sull'amore disinteressato e sulla cura degli adulti vicini. Contribuisce al fatto che i bambini in età prescolare tendono a gonfiare le loro idee sulle loro capacità. L'espansione dei tipi di attività che il bambino padroneggia porta alla formazione di un'autovalutazione concreta chiara e sicura, che esprime il suo atteggiamento nei confronti del successo di una particolare azione.
È caratteristico che a questa età il bambino separi la propria autostima dalla valutazione di se stesso da parte degli altri. La conoscenza da parte del bambino in età prescolare dei limiti dei suoi poteri avviene non solo sulla base della comunicazione con gli adulti, ma anche sulla propria esperienza pratica; i bambini con idee sopravvalutate o sottovalutate su se stessi sono più sensibili alle influenze valutative degli adulti, facilmente suscettibili alle loro influenza. All'età di tre o sette anni, la comunicazione con i coetanei gioca un ruolo significativo nel processo di autocoscienza di un bambino in età prescolare. Un adulto è uno standard irraggiungibile e puoi confrontarti con i coetanei da pari a pari. Quando si scambiano influenze valutative, nasce un certo atteggiamento nei confronti degli altri bambini e allo stesso tempo si sviluppa la capacità di vedersi attraverso i loro occhi. La capacità di un bambino di analizzare i risultati delle proprie attività dipende direttamente dalla sua capacità di analizzare i risultati di altri bambini. Quindi, nella comunicazione con i coetanei, si sviluppa la capacità di valutare un'altra persona, che stimola lo sviluppo di una relativa autostima. Esprime l'atteggiamento del bambino verso se stesso rispetto ad altre persone.
Più giovani sono i bambini in età prescolare, meno significative sono per loro le valutazioni tra pari. All'età di tre o quattro anni, le valutazioni reciproche dei bambini sono più soggettive, più spesso soggette all'influenza degli atteggiamenti emotivi reciproci. A questa età, il bambino sopravvaluta la sua capacità di ottenere risultati, sa poco delle qualità personali e delle capacità cognitive, spesso mescola risultati specifici con un'elevata valutazione personale. Data l'esperienza di comunicazione sviluppata all'età di cinque anni, il bambino non solo conosce le sue capacità, ma ha un'idea delle sue capacità cognitive, qualità personali, aspetto, risponde adeguatamente al successo e al fallimento.
All'età di sei o sette anni, un bambino in età prescolare ha una buona idea delle sue capacità fisiche, le valuta correttamente, ha un'idea delle qualità personali e delle capacità mentali. I bambini piccoli sono quasi incapaci di generalizzare le azioni dei loro compagni in situazioni diverse, non differenziano le qualità vicine nel contenuto.
Nella prima età prescolare, le valutazioni positive e negative dei pari sono distribuite uniformemente. I bambini in età prescolare senior sono dominati da valutazioni positive. I bambini di età compresa tra 4,5 e 5,5 anni sono i più suscettibili alle valutazioni tra pari. Un livello molto alto è raggiunto dalla capacità di confrontarsi con i compagni nei bambini dai cinque ai sette anni. Per i bambini in età prescolare più grandi, la ricca esperienza dell'attività individuale aiuta a valutare criticamente l'influenza dei coetanei [Kolominsky, Panko, 1988]. Con l'età, l'autostima diventa sempre più corretta, riflettendo più pienamente le capacità del bambino. Inizialmente, si verifica nelle attività produttive e nei giochi con regole, dove puoi vedere chiaramente e confrontare il tuo risultato con il risultato di altri bambini. Avendo un vero supporto: un disegno, un progetto, è più facile per i bambini in età prescolare darsi una valutazione corretta.
A poco a poco, la capacità di motivare l'autostima aumenta nei bambini in età prescolare e cambia anche il contenuto delle motivazioni. Lo studio di T. A. Repina ha mostrato che i bambini dai tre ai quattro anni tendono più spesso a giustificare il loro atteggiamento di valore verso se stessi con attrattiva estetica, piuttosto che etica ("Mi piaccio perché sono bella").
I bambini di quattro-cinque anni associano l'autostima principalmente non alla propria esperienza, ma agli atteggiamenti valutativi degli altri "Sono bravo, perché l'insegnante mi loda". A questa età c'è il desiderio di cambiare qualcosa in se stessi, sebbene non si estenda alle caratteristiche del carattere morale.
A 5-7 anni giustificano le caratteristiche positive di se stessi, in termini di presenza di eventuali qualità morali. Ma anche a sei o sette anni, non tutti i bambini possono motivare l'autostima. Nel settimo anno di vita di un bambino è prevista una differenziazione di due aspetti dell'autocoscienza: la conoscenza di se stessi e l'atteggiamento verso se stessi. Quindi, con l'autovalutazione: "A volte buono, a volte cattivo", si osserva un atteggiamento emotivamente positivo verso se stessi ("mi piace"), o con una valutazione generale positiva: "Buono" - un atteggiamento sobrio ("Mi piaccio un piccolo").
All'età prescolare più anziana, insieme al fatto che la maggior parte dei bambini è soddisfatta di se stessa, aumenta il desiderio di cambiare qualcosa in se stessi, di diventare diversi. All'età di sette anni, un bambino subisce un'importante trasformazione in termini di autostima. Va dal generale al differenziato. Il bambino trae conclusioni sui suoi risultati: nota che sta andando meglio con qualcosa e peggio con qualcosa. Prima dei cinque anni, i bambini di solito sopravvalutano le proprie capacità. E a 6,5 anni raramente si lodano, anche se rimane la tendenza a vantarsi. Allo stesso tempo, il numero di stime ragionevoli è in aumento. All'età di 7 anni, la maggior parte dei bambini si valuta correttamente ed è consapevole delle proprie capacità e dei propri successi in varie attività [Kolominsky, Panko, 1988].
Oltre a comprendere le loro qualità, i bambini in età prescolare più grandi cercano di comprendere i motivi delle proprie azioni e di quelle degli altri. Cominciano a spiegare il proprio comportamento, basandosi sulla conoscenza e sulle idee raccolte da un adulto, e propria esperienza.
Nello spiegare le azioni di altre persone, un bambino in età prescolare procede spesso dai propri interessi e valori, ad es. propria posizione. A poco a poco, il bambino in età prescolare inizia a realizzare non solo le sue qualità morali, ma anche esperienze, stato emotivo. Anche il bambino in età prescolare più grande è interessato ad alcuni dei processi mentali che avvengono in lui.
Nel gruppo dell'asilo esiste un sistema di orientamenti di valore che determina la valutazione reciproca dei bambini. La gamma di idee morali si sta gradualmente espandendo.
All'età di quattro o cinque anni, un intervallo tale che un bambino associa al concetto di "buono" in relazione a un pari ea se stesso è piccolo (non picchiare nessuno, ascolta l'insegnante, la madre).
A cinque o sei anni diventa più grande, anche se le qualità ancora citate riguardano solo le relazioni all'asilo e in famiglia (proteggi i bambini, non urlare, non indulgere, stai attento, non pentirti quando dai qualcosa, aiuta la mamma, condividere giocattoli).
A sei o sette anni, i bambini in età prescolare sono più consapevoli delle norme morali e si relazionano con persone di un ambiente più ampio (non litigare, obbedire, essere amico di tutti, accettare il gioco, trattare tutti, aiutare i più piccoli, non insultare, non ingannare, non offendere nessuno, lasciare il posto agli anziani) . Alla stessa età, la maggior parte dei bambini comprende correttamente le qualità morali in base alle quali vengono giudicati i propri coetanei: diligenza, accuratezza, capacità di giocare insieme, giustizia, ecc.
In tutte le fasce d'età, i bambini mostrano la capacità di valutare gli altri in modo più obiettivo di se stessi. Ma ci sono alcuni cambiamenti legati all'età. Raramente da un bambino in età prescolare più grande alla domanda "Chi è il tuo migliore"? sentiremo "Io sono il migliore", così caratteristico dei più piccoli. Ma questo non significa che l'autostima dei bambini sia ora bassa. I bambini sono già diventati "grandi" e sanno che vantarsi è brutto, non buono. Non è necessario dichiarare direttamente la tua superiorità. Nei gruppi più grandi, puoi vedere bambini che si valutano positivamente in modo indiretto. Alla domanda “Cosa sei: “buono o cattivo?” di solito rispondono così: "Non lo so ... obbedisco anche io", "So anche contare fino a 100", "Aiuto sempre gli ufficiali di turno", "Anche io non offendo mai i bambini, condivido i dolci ", eccetera.
Entro la fine dell'età prescolare, l'autostima del bambino, i suoi giudizi di valore sugli altri diventano gradualmente più completi, profondi, dettagliati e dettagliati.
Questi cambiamenti sono spiegati in larga misura dall'emergere (aumento) dell'interesse dei bambini in età prescolare più grandi per il mondo interiore delle persone, il loro passaggio alla comunicazione personale, l'assimilazione di criteri significativi per l'attività valutativa, lo sviluppo del pensiero e della parola.
L'autostima del bambino in età prescolare riflette i suoi sentimenti di orgoglio e vergogna in via di sviluppo [Kolominsky, Panko, 1988].
L'analisi degli studi psicologici sul problema dello sviluppo dell'autostima dell'individuo (T.A. Repina, E.E. Kravtsova, V.A. Gorbacheva, E.V. Subbotsky, M.I. Lisina, A.I. Silvestro, E.V. Kucherova ecc.), ci consente di identificare una serie di specifici modelli per l'età prescolare:
L'autostima di un bambino in età prescolare è un fenomeno instabile e situazionale.
La dinamica della formazione dell'autostima in età prescolare va in tre direzioni principali:
un) un aumento del numero di tratti della personalità e attività valutate dal bambino;
b) passaggio dall'autostima generale a quella privata, differenziata;
in) l'emergere di una valutazione di sé nel tempo, che si manifesta sia in un'introspezione elementare delle proprie azioni precedenti, sia nella previsione del proprio futuro.
3. Il meccanismo per la formazione dell'autostima nell'infanzia prescolare si svolge come segue:
un) attraverso tipologie specifiche di valutazioni a quelle generalizzate;
b) attraverso valutazioni di adulti significativi (genitori, nonni, insegnanti), quindi coetanei, allo sviluppo dell'autostima basata su informazioni sulla qualità del risultato nella risoluzione di problemi specifici.
L'autostima privata più adeguata in età prescolare, rispetto all'autostima realistica caratteristica di un adulto, è, di regola, riconosciuta come sopravvalutata.
L'autostima di un bambino in età prescolare è caratterizzata da: - integrità (il bambino non distingue tra se stesso come soggetto di attività e se stesso come persona); mancanza di obiettività e validità; bassa riflessività e differenziazione debolmente espressa; - la presenza di un livello di sinistrosità sopravvalutato.
Quindi, la formazione dell'autocoscienza, senza la quale la formazione della personalità è impossibile, è un processo complesso e lungo che caratterizza lo sviluppo mentale nel suo insieme. Procede sotto l'influenza diretta di altri, principalmente adulti che stanno allevando un bambino. Fondamentale nella genesi dell'autostima nelle prime fasi della formazione della personalità (la fine del primo, l'inizio del periodo prescolare) è la comunicazione del bambino con gli adulti. Più accurata è l'influenza valutativa dell'adulto, più accurata è l'idea del bambino dei risultati delle sue azioni. L'idea formata delle proprie azioni aiuta il bambino in età prescolare a essere critico nei confronti delle valutazioni degli adulti e in una certa misura a resisterle. Più piccolo è il bambino, più acritico percepisce l'opinione degli adulti su se stesso. I bambini in età prescolare senior rifrangono le valutazioni degli adulti attraverso il prisma di quegli atteggiamenti e conclusioni che la loro esperienza suggerisce loro. Un bambino può persino, in una certa misura, resistere alle influenze valutative distorte degli adulti se sa analizzare autonomamente i risultati delle sue azioni. È l'adulto che stimola l'emergere e lo sviluppo dell'attività valutativa del bambino quando:
esprime il suo atteggiamento nei confronti dell'ambiente e l'approccio valutativo;
organizza le attività del bambino, assicurando l'accumulo di esperienza nelle singole attività, impostando un compito, mostrando i modi per risolverlo e valutando le prestazioni;
presenta campioni di attività e quindi fornisce al bambino criteri per la correttezza della sua attuazione;
organizza attività congiunte con i coetanei che aiutano il bambino a vedere un pari come persona, a tenere conto dei suoi desideri, a tenere conto dei suoi interessi e anche a trasferire modelli di attività e comportamento degli adulti in situazioni di comunicazione con i coetanei [Uruntaeva, 1998].
Pertanto, l'attività valutativa richiede che un adulto sia in grado di esprimere benevolenza quando si rivolge ai bambini, di argomentare le proprie esigenze e valutazioni al fine di mostrare la necessità delle prime, di utilizzare le valutazioni in modo flessibile, senza stereotipi, per mitigare una valutazione negativa, combinandola con positivo anticipatorio. Quando queste condizioni sono soddisfatte, le valutazioni positive rafforzano le forme di comportamento approvate, espandono l'iniziativa del bambino. E quelli negativi: ristrutturare l'attività e il comportamento, orientarsi per ottenere il risultato desiderato. Una valutazione positiva come espressione di approvazione da parte degli altri in assenza di una negativa perde il suo potere educativo, poiché il bambino non sente il valore del primo. Un eccesso di valutazioni negative con una mancanza di positive genera incertezza, paura del nuovo, crea tensione nei rapporti con gli adulti. Solo una combinazione equilibrata di valutazioni positive e negative crea condizioni favorevoli per la formazione di azioni valutative e autovalutative di un bambino in età prescolare. Senza la conoscenza delle caratteristiche dell'autocoscienza dei bambini, è difficile rispondere correttamente alle loro azioni, scegliere il rimprovero o l'incoraggiamento appropriato e gestire intenzionalmente l'educazione.
Da quanto sopra, evidenziamo le caratteristiche dello sviluppo dell'autostima in età prescolare:
mantenere un'autostima complessivamente positiva;
l'emergere di un atteggiamento critico nei confronti dell'autovalutazione da parte di adulti e coetanei;
c'è la consapevolezza delle proprie capacità fisiche, abilità, qualità morali, esperienze e alcuni processi mentali;
Alla fine dell'età prescolare si sviluppa l'autocritica; capacità di motivare l'autostima.
L'autocoscienza dovrebbe essere intesa come il processo di realizzazione della propria personalità, del proprio "io", come essere fisico, spirituale e sociale. L'autocoscienza è conoscenza e allo stesso tempo atteggiamento verso se stessi come una certa persona. Tutti gli aspetti della personalità (fisico, spirituale, sociale) sono nella più stretta unità, si influenzano a vicenda. Il processo di comprensione di questi aspetti della personalità è un singolo processo complesso. La consapevolezza di se stessi come essere fisico è anche un atteggiamento verso se stessi come un certo organismo vivente con certe qualità fisiche. Quando parliamo di autocoscienza come essere spirituale, allora vengono in primo piano la conoscenza e l'atteggiamento verso se stessi, come persona che conosce, sperimenta e agisce. Infine, la consapevolezza di sé come essere sociale risiede nella consapevolezza del proprio ruolo sociale, del proprio posto nella squadra.
L'emergere e lo sviluppo dell'autocoscienza di un bambino durante i primi 7 anni di vita è indissolubilmente legato allo sviluppo delle relazioni interpersonali con gli altri.
Già le prime manifestazioni attive coscienti del bambino ricevono valutazioni dagli adulti circostanti sotto forma di censura o incoraggiamento. In futuro, compiendo qualsiasi azione, il bambino di tanto in tanto sente: "questo va bene", "questo è male", "questo non si può fare". L'intera vita mentale del bambino si sviluppa sotto l'influenza delle valutazioni degli altri; ogni nuova esperienza, nuova conoscenza, abilità acquisita da un bambino viene valutata da altri. E presto il bambino stesso inizia a cercare una valutazione delle sue azioni, il rafforzamento della correttezza o inesattezza della realtà che conosce.
capitolo 2
1 Scelta dei metodi di ricerca
L'esperimento è stato condotto sulla base dell'istituto di istruzione prescolare n. 103 a Volgograd.
I bambini in età prescolare hanno partecipato all'esperimento fascia di età all'età di 5-6 anni per un importo di 6 persone. L'esperimento ha coinvolto bambini selezionati casualmente da queste fasce di età, che non hanno disturbi mentali e frequentano costantemente istituti di istruzione prescolare.
Lo studio era di natura accertativa ed è stato condotto nel dicembre 2014.
Scopo: studiare le caratteristiche dello sviluppo dell'autostima di un bambino in età prescolare.
Sulla base dell'obiettivo, impostiamo una serie di attività:
Incontrare e stabilire un contatto con i bambini.
Ricerca e utilizzo di un programma diagnostico per esaminare i bambini in base al livello di sviluppo dell'autostima.
Analisi dei dati della ricerca empirica.
Per testare la posizione principale dell'ipotesi, sono stati scelti due metodi volti a identificare la capacità di autovalutazione e identificare l'orientamento emotivo dell'autovalutazione generale.
Metodo 1. "Cosa sono io" (R.S. Nemova).
Scopo: identificare la capacità di autovalutazione.
Al bambino vengono poste individualmente 10 domande, alle quali può rispondere: - sì (viene assegnato 1 punto), - no (vengono assegnati 0 punti), - non lo so e talvolta (vengono assegnati 0,5 punti).
#Domande1Sei bravo?2Sei gentile?3Sei intelligente?4Sei ordinato?5Sei obbediente?6Sei premuroso?7Sei educato?8Sei abile?9Lavori sodo?10Sei onesto?
Viene determinato il numero totale di punti, che è correlato ai seguenti indicatori. 10 punti - livello molto alto,
9 punti - alto livello,
7 punti - media,
3 punti - livello basso,
1 punto - livello molto basso.
Abbiamo anche utilizzato i seguenti criteri per elaborare i dati del test: 1. Dichiarazioni basate sulle opinioni di adulti (genitori, tutori) che sono importanti per il bambino.
Dichiarazioni basate sulle esperienze del bambino in diverse attività.
Affermazioni basate sulla consapevolezza delle proprie capacità fisiche e qualità morali.
Instabilità di opinione: non sempre così; a volte così, a volte no.
Metodo 2. "Cosa sei?" (O.A. Belobrykina).
Scopo: rivelare l'orientamento emotivo dell'autovalutazione generale. Al bambino vengono presentate 7 parole, tra le quali deve scegliere quella più adatta a lui. La parola scelta dal bambino è correlata a uno degli indicatori dell'orientamento emotivo dell'autovalutazione generale.
Indicatore Autostima verbalmente positiva la migliore autostima negativa scarsa autostima ambivalente (contraddittoria) quando mi piace (a volte buona, a volte cattiva) autostima indifferente (indifferente) non so autostima neutra (incerta) uguale a tutti bambini
2 Analisi dei risultati dello studio
Nella prima fase dell'esperimento, come risultato dei metodi sopra menzionati, abbiamo ottenuto i seguenti dati, che sono riassunti nella Tabella 1.
Tabella 1
N. Codice "Cosa sono io" (R.S. Nemova) "Cosa sei" (O.A. Belobrykina) Criterio Livello di autostima Indicatore 1 K.E. 2 alto positivo 2 P. G. 4 medio indifferente 3 N.A. alto positivo
Tabella 2 Materiale generalizzato secondo il metodo "Cosa sono io?" (R.S. Naumova).
Livello di autostima Numero figli Percentuale assoluta molto alta 116,6% alta 116,6% media 350% bassa 116,6% molto bassa00
Secondo la metodologia 1, possiamo trarre la seguente conclusione: quando si valutano, i bambini di questa età sono principalmente guidati dall'esperienza acquisita in vari tipi di attività (50%) e la consapevolezza delle proprie capacità fisiche e qualità morali non è stata rivelata a Tutto. L'influenza delle opinioni degli adulti che sono significative per il bambino nella valutazione di se stessi (20%) indica una mancanza di consapevolezza del proprio "io". In questa fascia di età c'è un'instabilità dell'immagine di sé (30%), che indica un'obiettività e una validità insufficienti della conoscenza di se stessi da parte dei bambini e una scarsa riflessività.
Tabella 3 Materiale generalizzato secondo il metodo "Cosa sei?" (O.A. Belobrykina).
Indicatore Numero figli Assoluti Percentuale positivi 350% negativi 00 ambivalenti 116,6% indifferenti 233,2% neutrali 00
I risultati della metodologia 2 ci consentono di trarre la seguente conclusione: prevale l'orientamento positivo dell'autovalutazione generale (50%), che è riconosciuto come adeguato e socialmente desiderabile, indifferente (33,2%) indica l'informe, l'assenza o l'inadeguatezza del sistema di orientamenti di valore; neutro - (0%) è anche accettabile, ma allo stesso tempo indica insufficiente senso sviluppato valore intrinseco; negativo (0%) indica la perdita del senso di significato individuale e sociale da parte del bambino; e ambivalente (16,6%) indica la mancanza di stabilità adeguata per una data età nello sviluppo dell'autostima generale e indica l'impossibilità dell'autodeterminazione socioculturale di un bambino. Conclusioni generali sulla relazione tra la capacità di autostima e l'orientamento emotivo dell'autostima generale. Un livello molto alto di autostima è caratterizzato da un indicatore positivo dell'orientamento emotivo dell'autostima generale. Il criterio su cui si basavano i bambini con un livello molto alto di autostima si basa sull'opinione di adulti significativi per il bambino (genitori, educatori).
Un alto livello di autostima è caratterizzato da un indicatore positivo dell'orientamento emotivo dell'autostima generale. Il criterio su cui si basavano i bambini con un alto livello di autostima si basa sull'esperienza del bambino acquisita in varie attività.
Nei bambini con un livello medio di autostima, l'indicatore dell'orientamento emotivo dell'autostima generale è instabile. Sono stati registrati indicatori positivi, ambivalenti e indifferenti. Il criterio su cui si sono riposati i bambini si basa principalmente sull'esperienza del bambino acquisita in varie attività. Inoltre, tra gli intervistati, c'erano bambini con opinioni instabili (non sempre così; a volte così, a volte no).
Conclusione
Il valore di una persona si misura in misura maggiore da cosa, come e per cosa una persona è in grado di fare. La corretta consapevolezza delle proprie capacità e delle proprie azioni non è solo mezzo e condizione per un apprendimento riuscito, ma è anche di grande importanza educativa come fattore di formazione migliori qualità personalità. Un bambino in età prescolare diventa indipendente, più indipendente dagli adulti. Le sue relazioni con gli altri si espandono e diventano più complesse. Ciò rende possibile realizzarsi più pienamente e profondamente e apprezzarlo.
L'intera vita mentale del bambino si sviluppa sotto l'influenza delle valutazioni degli altri; ogni nuova esperienza, nuova conoscenza, abilità acquisita da un bambino viene valutata da altri. E presto il bambino stesso inizia a cercare una valutazione delle sue azioni, il rafforzamento della correttezza o inesattezza della realtà che conosce.
Conoscere le azioni valutative e autovalutative di un bambino in età prescolare è molto importante per stabilire relazioni con lui, per la normale comunicazione in cui è incluso il bambino. Con l'età, il bambino distingue sempre più chiaramente tra i suoi risultati effettivi e ciò che potrebbe ottenere, possedendo determinate qualità personali. L'autostima riflette ciò che il bambino impara su se stesso dagli altri e la sua crescente attività, volta a comprendere le sue azioni e qualità personali. Come tutti gli altri tratti della personalità, la sua autostima si forma nel processo educativo, in cui il ruolo principale spetta alla famiglia e all'asilo. Oltre a comprendere le loro qualità, i bambini in età prescolare più grandi cercano di comprendere i motivi delle proprie azioni e di quelle degli altri. Cominciano a spiegare il proprio comportamento, basandosi sulla conoscenza e sulle idee raccolte da un adulto e sulla propria esperienza.
Analizzando gli articoli scientifici sull'autostima, abbiamo scoperto che sia nella letteratura nazionale che in quella straniera non esiste un'unica definizione di autostima, ogni autore la presenta nella propria comprensione. Ma sono stati sviluppati molti metodi per rivelare il livello di sviluppo dell'autostima. Nel processo della nostra ricerca, abbiamo aderito alla seguente comprensione dell'autostima fornita da A.G. Spirkin: l'autostima è un atteggiamento verso se stessi, che, insieme alla conoscenza di sé, è incluso nell'autocoscienza.
Dal problema della ricerca, ci siamo posti l'obiettivo: testare sperimentalmente i cambiamenti negli atteggiamenti dei bambini verso se stessi nell'attuale situazione sociale. L'oggetto dello studio era il processo di sviluppo dell'autocoscienza dei bambini in età prescolare. L'oggetto dello studio è l'atteggiamento emotivo di un bambino in età prescolare verso se stesso, come componente dell'autocoscienza.
Nel corso del lavoro, sono stati risolti i seguenti compiti:
Vengono considerati i principali approcci allo studio dell'autocoscienza nella letteratura scientifica.
Viene definito il concetto di autocoscienza e la sua struttura.
Viene divulgato il concetto di autostima come componente strutturale dell'autocoscienza dei bambini in età prescolare.
Siamo stati anche in grado di identificare le linee di sviluppo dell'autostima in età prescolare:
a) un aumento del numero di tratti e attività della personalità valutati dal bambino;
b) il passaggio dall'autostima generale a quella privata, differenziata;
c) l'emergere di una valutazione di sé nel tempo, che si manifesta sia in un'autoanalisi elementare delle proprie azioni precedenti, sia nella previsione del proprio futuro.
Nel processo di risoluzione dei problemi, è stato rivelato che l'orientamento positivo dell'autostima generale nei bambini nel gruppo più anziano. Il criterio per valutare se stessi è l'affidamento alla propria esperienza acquisita in varie attività e la consapevolezza delle proprie capacità e qualità. Lo sviluppo dell'autocoscienza è in stretta connessione con la formazione della sfera cognitiva e motivazionale del bambino. Sulla base del loro sviluppo, alla fine del periodo prescolare, appare un'importante nuova formazione: il bambino è in grado in una forma speciale di essere consapevole di se stesso e della posizione che attualmente occupa, ad es. "io" sociale e l'emergere di questa base di posizione interiore. In aumento verso la fine del periodo prescolare e di autonomia, criticità di valutazione e autostima dei bambini. Quanto sopra conferma l'ipotesi di ricerca.
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