Non esistono elementi insostituibili?
Olga Nikitina: - Sono dell'opinione che non esistano persone insostituibili. Naturalmente apprezzo il contributo di ciascun dipendente allo sviluppo dell'azienda, ma se si verificano circostanze tali da dover separarsi da qualcuno, beh, questa è la vita, è tutta una questione di perdite e guadagni. Dopo aver lavorato per qualche tempo in azienda, il nuovo dipendente capirà le specificità del nostro lavoro. E se ci adattiamo a vicenda, col tempo diventerà “insostituibile” come il suo predecessore.
Ma “combattere” l’“insostituibile” è una parola troppo forte. È necessario svolgere un lavoro sistematico, che consiste in quanto segue: in primo luogo, il manager stesso deve essere sempre consapevole di ciò che sta accadendo in azienda (quali progetti sono in fase di sviluppo, cosa si sta implementando in questo momento, cosa è già stato raggiunto, ecc.). In secondo luogo, cercare di insegnare ai dipendenti ad essere versatili nel proprio lavoro, in modo che ognuno possa sostituirsi all’altro durante le ferie, la malattia o a causa del carico di lavoro. E infine, in terzo luogo, tenere regolarmente riunioni generali del team in modo che tutti sappiano dove sta andando l'azienda, cosa aspettarsi e come costruire ulteriore lavoro. Parlando non solo come titolare di un'impresa, ma anche come manager, ovviamente, valuto la mia importanza nello sviluppo dell'azienda. Credo di essere non solo il fondatore dell'azienda, ma anche il suo centro pensante, generatore di nuove idee. Nei casi in cui cambia il capo dell'azienda, l'azienda può comportarsi peggio o meglio (tutto dipende dalla professionalità della persona), e quando cambia il proprietario, l'azienda può cessare di esistere del tutto o cambiare radicalmente la direzione delle sue attività . Combinando entrambe le funzioni, non solo stabilisco un obiettivo che l'azienda deve raggiungere, ma sviluppo anche strumenti specifici con cui deve essere raggiunto.
Vyacheslav Antonov:
Ad esempio, il lavoro di un medico non è meccanizzato, semplicemente non può esserlo. E devo dire che ci sono pochissimi buoni medici. Si tratta di persone insostituibili, perché se venissero sostituite la qualità del servizio offerto ne risentirebbe.
Tatyana Shvab:
La cosa principale è che una persona comprenda il suo posto nel processo aziendale. Ogni dipendente deve sapere di essere responsabile della propria area di lavoro. Se fallisce, l’intero processo verrà rallentato. La trasparenza della tecnologia è la chiave per un lavoro di successo e l'assenza di indispensabilità. C'è una categoria di persone che sta cercando di costruire la tecnologia in modo tale da diventare indispensabile. Ma non lo accetto e non lo faccio mai, perché questo, secondo me, parla di mancanza di rispetto di sé e di bassa autostima. La vita è così organizzata che nulla dura per sempre sotto il sole.
Tutto scorre, tutto cambia. Naturalmente posso essere sostituito dall'oggi al domani. Posso essere indispensabile solo grazie al mio carisma, proprio come qualunque altra persona.
Sergei Kudrin:
Ci sono dipendenti che svolgono silenziosamente il loro lavoro, e c’è chi finge di essere attivo, mentre fa del suo meglio per esaltare i propri meriti “al cielo” e presentarsi come “insostituibile”. Non mi piacciono questi dipendenti "insostituibili"; apprezzo di più gli specialisti altamente qualificati. È facile distinguere l'uno dall'altro.
Quando una persona lavora, ciò che è visibile non è lui, ma il suo lavoro. Presenta costantemente alcuni progetti, proposte e arrivano sviluppi già pronti. Apprezzo molto queste persone, perché non fanno sprecare il mio e il loro tempo, ma mi coinvolgono solo quando è veramente necessario.
E ci sono persone che sembrano fare qualcosa, ma il risultato è zero. Ma allo stesso tempo vengono da me con invidiabile regolarità, fanno domande e si consultano. In generale, stanno cercando di aumentare la loro importanza ai miei occhi. Ma il lavoro continua a non funzionare! Apprezzo chi lavora davvero, lo porta avanti e offre qualcosa io stesso, ma cerco di separarmi dagli altri il più rapidamente possibile. Penso che sarà meglio così, sia per la società che per la squadra.
Sono un giovane CEO: sono in carica da meno di un anno. Da quando sono entrato in carica ho dovuto cambiare molto in azienda. Ottimizza i processi aziendali, identifica gli specialisti veramente bravi e coloro che non erano interessati al lavoro, ma solo al proprio status. Di conseguenza, abbiamo dovuto separarci da molti dipendenti “insostituibili”. Dopo la partenza di persone “insostituibili”, non ho provato a reclutare subito nuovo personale. La funzionalità dell'ex dipendente è stata trasferita a specialisti di settori correlati e ha visto come hanno gestito la cosa. Per alcuni dipendenti, l'espansione delle proprie funzionalità è diventata un'opportunità di carriera e crescita professionale, mentre altri non sono riusciti a farcela e se ne sono andati.
Rispetto allo scorso anno, l'organico di Zebra Telecom è stato aggiornato quasi del 50%. Alcune posizioni sono state ripristinate e in esse lavorano nuovi specialisti invitati. In generale credo che in quel momento il rinnovamento aziendale fosse necessario e abbia avuto successo.
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Dal 24 al 27 agosto 1942, al culmine della battaglia per Stalingrado, l'opera teatrale di Alexander Korneichuk "Front" fu pubblicata in quattro numeri della Pravda. Il principale personaggio negativo qui non è chiunque, ma il comandante del fronte Gorlov, un eroe della Guerra Civile. La commedia si conclude con la rimozione di Gorlov dal suo incarico e la nomina al suo posto del giovane generale Ognev; Allo stesso tempo, un membro del consiglio militare, Gaidar, osserva: “Non abbiamo persone insostituibili. Molti ci hanno spaventato, ma sono stati a lungo sepolti nella pattumiera della storia. E il partito è forte come l’acciaio”. E poi, il 28 agosto, la Pravda riferì la rimozione dell'eroe della guerra civile Budyonny dalla carica di primo vice commissario alla difesa del popolo dell'URSS (cioè Stalin) e la nomina del giovane generale Zhukov al suo posto.
Da allora, la frase “Non abbiamo persone insostituibili” è diventata di uso comune, ed è spesso citata come stalinista. È così, in sostanza. L'opera di Korneychuk è stata scritta per ordine del leader e modificata personalmente da lui, inclusa un'osservazione su persone insostituibili. E nove anni prima, al Primo congresso shock dei contadini collettivi, Stalin aveva attaccato alcuni “nobili arroganti” che “pensano di essere insostituibili e di poter violare impunemente le decisioni degli organi governativi. Cosa fare con tali dipendenti? Essi devono essere rimossi dai posti di comando senza esitazione, indipendentemente dai loro meriti passati» (discorso del 19 febbraio 1933).
Tuttavia, Stalin conosceva una persona insostituibile. Nel 1952, dopo l'inizio del "Complotto dei medici", disse alla sua cerchia ristretta: "Siete gattini ciechi, cosa succederà senza di me - il paese perirà, perché non potete riconoscere i nemici" (secondo il rapporto di Krusciov " Sul culto della personalità...”).
Al di fuori dei confini della nostra patria, la frase sulle persone insostituibili era conosciuta molto prima. Lo slogan “Non esiste un uomo indispensabile” fu utilizzato da Woodrow Wilson nelle elezioni presidenziali americane del 1912 e da Franklin Roosevelt nelle elezioni del 1932. Questo detto è nato in Francia, e nel XIX secolo veniva citato in francese anche in Inghilterra: “II n’ya pas d’homme necessaire”.
Ai giacobini piaceva l'idea che chiunque potesse essere sostituito. Nell'anno rivoluzionario del 1793, il visconte Louis de Guiselin iniziò a lavorare sullo sviluppo delle miniere di carbone a Boulogne, ma fu arrestato come aristocratico inaffidabile. Dal carcere, il visconte si rivolse alle autorità giacobine chiedendogli di liberarlo per continuare a lavorare a beneficio della repubblica, che aveva un disperato bisogno di carbone. A questa petizione, il commissario della Convenzione, Joseph Le Bon, ha risposto: “Non ci sono persone insostituibili nella repubblica”.
“Ci sono persone utili, ma nessuna è necessaria. Solo il popolo è immortale”, così disse Maximilian Robespierre ai suoi amici nella primavera del 1794, secondo la “Storia dei Girondini” di Alphonse de Lamartine. Ebbene, proprio come Stalin: “I leader vanno e vengono, ma il popolo resta. Solo gli uomini sono immortali” (discorso al Cremlino del 29 ottobre 1937).
Tuttavia, i giacobini non furono i primi a usare la frase sulle persone insostituibili. Apparve durante il “vecchio regime” e appartenne al marchese Louis Antoine Caraccioli (1719-1803), scrittore e storico francese. Nel 1759 fu pubblicato il suo libro “L'arte di accontentarsi di sé”. Qui, nel capitolo 42 (“Sulla politica”), si diceva: “Non esistono persone insostituibili; in politica, come in altre attività, l’abitudine e l’abilità fanno la maggior parte del lavoro”.
È nota un'altra versione di questo detto: "I cimiteri sono pieni di persone insostituibili". All'inizio degli anni Sessanta venne citato in Francia con riferimento a Georges Clemenceau (1841-1929) e fu diretto contro de Gaulle, convinto della sua indispensabilità; questo detto fu successivamente attribuito allo stesso de Gaulle. E in una raccolta di citazioni francese del 2005, la frase “I cimiteri sono pieni di persone che si consideravano insostituibili” è citata come un proverbio arabo.
Appare infatti nelle memorie del generale americano Omar Bradley, A Soldier's Story (1951): “Nell'esercito si ride spesso del mito degli uomini insostituibili: sapevamo bene che il cimitero di Arlington era pieno di uomini insostituibili”.
Infine - alcuni detti
Un giorno qualcuno lasciò cadere una frase simile e tutti la raccolsero. Credevano che le persone potessero essere mescolate come carte e nulla sarebbe cambiato.
Il sole sarà ancora arrossato e le cose andranno bene. Il sole uscirà sicuramente e si attaccherà al cielo, ma sorgeranno sicuramente delle domande con l'energia di una persona in particolare. Dopotutto, nessuno può ripetere nessuno. C'è una panetteria alla fine di casa mia. Piccolina, con rustiche viole sui davanzali e pile di vecchie riviste. Qui vengono cotti i croissant con le albicocche intere e il cacao viene versato nella porcellana ceca. Ogni volta che torno dall'allenamento, mi fermo a mangiare una baguette di grano saraceno e parlo con la commessa. Sta dietro il bancone con un grembiule bianco inamidato e assomiglia alla "vecchia donna severa e dai capelli grigi" della fiaba "La casa costruita da Jack". Sempre sterile, amichevole, con i capelli incipriati alle radici.
Non esistono persone insostituibili? Sei sicuro?
Ci inchiniamo l'un l'altro alla vecchia maniera e parliamo di questo e quello. Condivido che mio marito ha insegnato alla bambina a ringhiare e ora immagina di essere un cucciolo di leone o un cucciolo. Parla del suo vecchio cane Lola, che canta insieme a Leps.
Un mese fa, la donna ha lasciato il lavoro ed è andata a vivere con suo figlio. Il suo posto fu preso da una zia imbronciata senza acconciatura e dalla "casa che Jack costruì". Senza sorriso, energia morbida, ospitalità informale.
Compro ancora il pane, ma la mia vita ha perso la solita conversazione mattutina.
Durante i nostri anni da studente, abbiamo scelto un piccolo ristorante situato in una cantina. Friggeva cordon bleu, preparava gnocchi, versava birra alla spina e serviva il caffè più economico della città. Hanno suonato "Hands Up" e "Tramp Boy".
Le cose andarono lentamente, monotone, finché non apparve un nuovo amministratore: una ragazza magra e collerica. Ha iniziato a organizzare cocktail party, ha cambiato il menu, ha sistemato le candele e ha invitato musicisti.
Due chitarristi hanno teatralmente appeso i loro cappotti agli schienali dei seggioloni e hanno cantato “Sunday” e “Secret”. Il venerdì il barista organizzava lotterie. Ogni lunedì degustazione di nuovi piatti.
Gli affari ripresero bruscamente e la gente cominciò a prenotare i tavoli in anticipo, finché l'“amministratore” non si sposò e andò in maternità.
Il ristorante si sgonfiò immediatamente, ritornò alla sua vita lenta di prima e poi chiuse completamente.
“Non esistono persone insostituibili”, ha detto qualcuno in Francia. Ciò fu ripetuto da Woodrow Wilson, seguito da Stalin, e molti di noi continuano a dirlo.
Allo stesso modo, Plinio il Vecchio, senza controllare, scrisse che gli struzzi seppelliscono la testa nella sabbia, mentre appoggiano semplicemente il collo a terra per riposare.
Allo stesso modo, sosteniamo che la zuppa deve essere mangiata tutti i giorni, un cactus ti salva dalle radiazioni dannose e se una persona digrigna i denti, significa che ha dei vermi.
In effetti, non c'è nulla di utile nelle verdure bollite, le radiazioni invisibili non possono essere assorbite e puoi solo sostituire la batteria dell'orologio e non è un dato di fatto che funzionerà come prima.
Figli del XX Congresso, quasi tutti noi in gioventù eravamo antistalinisti. E quando, ai tempi di Breznev, gli uomini più anziani appesero i ritratti di Stalin sui parabrezza dei loro camion e delle loro automobili, come un appello all’”ordine” e una protesta contro questa “stagnazione”, io continuai ad essere un antistalinista.
Dopo il 20° Congresso, Stalin fu sepolto così profondamente dai “comunisti” che la comprensione di “cosa sia Stalin” non arrivò tutta in una volta e continuerà a svilupparsi per molto tempo...
Stalin non ha detto questo:
“Se c’è una persona, c’è un problema. Nessuna persona, nessun problema"
“La morte di una persona è una tragedia, la morte di milioni di persone è una statistica”
“Non abbiamo persone insostituibili”
"Non ci sono prigionieri di guerra nell'Armata Rossa, ci sono solo traditori e traditori della Patria"
“Non importa come votano, l’importante è come contano”
C'è una persona - c'è un problema. Nessuna persona, nessun problema
Questo mito è usato per sottolineare la crudeltà e il disprezzo di Stalin per la vita umana. In effetti, Stalin non ha mai detto niente del genere. Questa affermazione è stata inventata dallo scrittore A. Rybakov e l'ha attribuita a Stalin nel suo libro “I bambini dell'Arbat”:
“In uno dei miei articoli, che gli è particolarmente piaciuto, ho riprodotto il famoso aforisma di Stalin: “C'è un uomo, c'è un problema. Nessuna persona, nessun problema! Anatoly Naumovich lo guardò male: dove lo ha detto Stalin? In quale dei tuoi lavori? O in una nota? O in quale discorso? Ci ho pensato. Lui ha risposto così: conoscendo un po' la psicologia di Stalin, suppongo e sono addirittura sicuro che non abbia mai pronunciato pubblicamente queste esatte parole. E non ho scritto.
Era un grande attore in politica e non si permetteva di rivelare la sua essenza. Poteva permettersi una tale franchezza solo in una cerchia molto ristretta dei suoi "compagni d'armi", o meglio, lacchè. Dove l'ho letto? Sì, è un po' vago. È sospeso in aria. Molti dove. Nelle memorie... Nel giornalismo. Questa frase è diventata una sorta di cliché per denotare quell'epoca. - Quindi non ricordi esattamente dove? - Assolutamente no. "Allora è tutto", esclamò Anatoly Naumovich con vivacità giovanile, "l'ho inventato io stesso!" Per la prima volta in "I figli dell'Arbat", Stalin pronuncia questa frase. L’ho composto e l’ho messo in bocca a Stalin! Ho scritto questo romanzo 20 anni prima della sua pubblicazione nel 1987. E da lì è andata a fare una passeggiata, e nessuno ricorda da dove venisse.
“La morte di una persona è una tragedia, la morte di milioni di persone è una statistica”
Si presume che Stalin abbia pronunciato la frase: "La morte di una persona è una tragedia, la morte di milioni di persone è una statistica". In effetti, Stalin non ha detto queste parole. Questa frase è una citazione leggermente parafrasata dal romanzo di Remarque "L'obelisco nero": "Ma, a quanto pare, succede sempre questo: la morte di una persona è morte, e la morte di due milioni è solo statistica".
“Non abbiamo persone insostituibili”
Stalin non ha detto niente del genere. Una frase dall'opera teatrale “Front” di Alexander Korneychuk (1942). Inoltre, anche Korneychuk, drammaturgo sovietico ucraino e 5 volte (!) vincitore del Premio Stalin nel campo dell'arte, NON era l'autore di questo aforisma. Tradusse in russo solo lo slogan della Rivoluzione francese del 1789-94. Il commissario della Convenzione, Joseph Le Bon, ha risposto con questa frase alla richiesta di grazia di un aristocratico.
Nel 1793, il visconte de Ghiselin, arrestato per inaffidabilità politica, chiese di risparmiargli la vita, poiché la sua educazione ed esperienza potevano ancora essere utili alla Repubblica (come pensava). Al che il commissario giacobino rispose: “Non ci sono persone insostituibili nella Repubblica!” È interessante notare che due anni dopo, nel 1795, altri rivoluzionari mandarono alla ghigliottina lo stesso commissario Le Bon. Ebbene, non esistono persone insostituibili!
"Non ci sono prigionieri di guerra nell'Armata Rossa, ci sono solo traditori e traditori della Patria"
Famosa frase attribuita a Stalin. Khavkin nel suo articolo “Prigionieri di guerra tedeschi in URSS e prigionieri di guerra sovietici in Germania. Formulazione del problema. Fonti e Letteratura” cita questa frase, riferendosi al Certificato della Commissione per la riabilitazione delle vittime della repressione politica. La cosa interessante è che lì esiste davvero una frase del genere, che è il nome di una parte di questo certificato. Non viene fornito alcun riferimento alla provenienza di questa frase, dove, quando e a chi Stalin l'ha detta.
La cosa più interessante è che non ci sono collegamenti nella guida. Solo nell’introduzione sono menzionati i nomi degli archivi in cui lavorarono”. Esiste una versione secondo cui questa frase sarebbe stata pronunciata da Stalin in una conversazione con il rappresentante della Croce Rossa Internazionale, il conte Bernadotte, ed è citata nelle sue memorie. La frase nelle rivisitazioni è formulata come segue: “... non ci sono prigionieri di guerra russi - il soldato russo sta combattendo fino alla morte.
Se sceglie la prigionia, viene automaticamente escluso dalla comunità russa”, il che ne cambia in qualche modo il significato, perché La “comunità russa” è una categoria morale, non giuridica, cioè "Noi disprezzeremo i prigionieri, ma voi ce li restituirete e osserverete le convenzioni sui prigionieri di guerra."
“Non importa come votano, l’importante è come contano”
L'autore della famosa frase è Napoleone III. Lo disse dopo il prossimo plebiscito in Francia. Compagno Stalin li parafrasò semplicemente: “Nei paesi borghesi, l’importante non è come votano, ma come contano”. Apparso per la prima volta nelle memorie del disertore B. Bazhanov (in Francia, 1 gennaio 1928) Citazione completa “Sapete, compagni”, dice Stalin, “cosa penso di questo: penso che non abbia alcuna importanza chi lo farà votare nel partito e come; ma ciò che è estremamente importante è chi conterà i voti e come”. Tuttavia, è estremamente dubbio che Stalin direbbe in pubblico questa frase chiaramente compromettente.
Il candidato presidenziale americano ha attribuito a Stalin una frase falsa sull'America
Il candidato presidenziale repubblicano Ben Carson, durante un dibattito televisivo, ha citato le “parole” di Joseph Stalin, che in realtà non ha mai detto.
"Joseph Stalin ha detto che se vuoi distruggere l'America, devi distruggere tre cose: la nostra vita spirituale, il nostro patriottismo e la nostra moralità", ha detto Carson.
Molto rapidamente, i telespettatori e gli utenti di Internet hanno scoperto che il candidato alla presidenza aveva usato parole false. Dopodiché, su Carson piovvero centinaia di commenti ironici.
È curioso che la citazione di Ben Carson sia ben nota al pubblico russo: viene citata, ma solo nella traduzione inversa rispetto alla Russia, sia come parte del cosiddetto "", sia come dichiarazione di Zbigniew Brzezinski . Alcuni lo attribuiscono addirittura a Otto von Bismarck.
L'incidente accaduto a B. Carson non è così raro. Grazie a Internet, si è diffusa la replica di dichiarazioni ad alta voce e aforismi di personaggi famosi che in realtà non hanno detto nulla del genere.
Il leader della Rivoluzione d'Ottobre, Vladimir Ilyich Lenin, ha scritto al riguardo: "Il problema principale con le citazioni su Internet è che le persone credono immediatamente nella loro autenticità".
Una delle verità più dolorose che una persona scopre è che nessuno è insostituibile. Anche se non vogliamo ammetterlo. Dopotutto, a tutti piace sentirsi un eroe. Amiamo sapere che siamo importanti e preziosi per qualcuno, credendo che l'altro non potrebbe vivere senza di noi.
Nonostante ciò, la realtà dimostra ancora una volta che nessuno è insostituibile. Va bene sentirsi unici, perché lo sei. Tuttavia, ci sono molte persone in questo mondo e, per quanto doloroso possa essere, non siamo vitali per nessun altro.
Potresti non realizzare i tuoi bisogni finché non trovi un partner. In una famiglia ognuno va per la sua strada e anche i nostri migliori amici possono lasciarci o tradirci. Ma cosa succede alle relazioni personali? Cosa succede quando diventiamo veramente intimi con qualcuno?
C’è ancora un elemento nelle relazioni romantiche che provoca grande dolore: la possessività. Pensiamo che avere un partner significhi possedere qualcuno, che dovrebbe essere sempre con noi e che passeremo il resto della nostra vita con questa persona. Mi chiedo se ciò sia dovuto all'amore, all'untuosità causata dalla sensazione di essere innamorati o qualcos'altro? Quest'altra cosa ci fa dimenticare che nessuno appartiene a nessuno. E anche tu non appartieni a nessuno.
Ogni persona è libera. Il problema è come abbiamo imparato a percepire le relazioni. Ad esempio, pensa a un momento in cui qualcuno ha riempito la tua vita e ti sei sentito parte integrante di quella persona. Quando tutto finì, il mondo intero fu distrutto. Ma la vita è finita? NO. Lei va avanti e tu dimentichi il passato non appena incontri qualcuno di nuovo.
I 10 viaggiatori più pazzi
Devi essere in grado di partire in orario. Dare per scontato che sei parte integrante della vita di qualcuno può rendere difficile lasciare andare l'altra persona quando è il momento di farlo. Pensa alla mamma o al papà che pensano che il proprio figlio non possa vivere senza di loro. Non capiscono che arriva il momento in cui devono lasciarlo entrare nella vita e, resistendo, causano solo danni. La stessa cosa accade con tante relazioni nella nostra vita. A volte il nostro bisogno di sentirci importanti per qualcuno ci rende egoisti e non ci permette di vedere che è arrivato il momento in cui dobbiamo andarcene. E il momento in cui dovresti lasciare andare qualcuno. Nelle relazioni romantiche si crea la peggiore situazione possibile, che molto spesso porta alla tossicità. Devi uscire da questa situazione. Tutti possono trovare un sostituto e tu non fai eccezione.
Pensi che ci sarà sempre qualcuno che avrà bisogno di te? Dubbioso. Dovremmo capire che le persone che entrano nella vita ad un certo punto la lasceranno. Lo stesso vale per te.
Non puoi sostituirti a te stesso. Sai per chi sei veramente indispensabile? Chi ti richiederà sempre? La risposta sei tu. Solo una persona non può sostituire se stessa. Siete gli unici che non vi lasceranno mai. Sarai sempre qui e sarai sempre il tuo migliore amico. Ecco perché è così importante credere in te stesso e amarti. Devi accettarti per come sei. Una volta che capirai che nessuno è insostituibile, questo smetterà di darti fastidio. Hai te stesso e devi fare quello che puoi per essere il più felice possibile.